venerdì 1 maggio 2015

Materia e memoria







La scrittura non la si può provocare, essa cova sotto la pelle come un dèmone, nutrendosi di ogni debolezza, di ogni rinuncia, di ogni lacerante cambiamento.
Invocarla non è sufficiente. La sua manifestazione avviene solamente quando ci trova disarmati e consapevoli.
La scrittura si può provocare quando l’ascolto dei sensi si eleva alla massima potenza.
Allora ogni emozione cristallizza, nell’erosione del segno.

Carla, 1 marzo 2015







Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell'animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l'attesa.

Agostino, Le confessioni, XI


* * *

“La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo di arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi”.
“Le forme in cui cerchiamo d’arrestare, di fissare in noi questo flusso continuo, sono concetti, sono gli ideali a cui vorremmo serbarci coerenti, tutte le finzioni che ci creiamo, le condizioni, lo stato in cui tendiamo stabilirci.
Ma dentro noi stessi, … il flusso continua, indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti che noi imponiamo”
ed “il flusso della vita è di tutti”.

tratto dal saggio: "L'umorismo" di Pirandello.
Tema ripreso dalla filosofia di Bergson secondo cui l’universo è in continuo divenire, soggetto ad un’evoluzione creatrice, per cui contemporaneamente resta sé stesso e cambia.

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Non può esserci per Bergson, né coscienza né tempo interiore senza memoria, di conseguenza “coscienza significa memoria. Essa non è un ricordo: se quest’ultimo è solo una selezione inconsapevole tra le esperienze passate, di quella che ci è più utile per il momento contingente, la memoria, invece, è il risultato dell’intera storia dell’individuo.
Scrive infatti Bergson in: “L’evoluzione creatrice”:
“ che siamo, che cos’è il nostro carattere, se non la sintesi della storia che abbiamo vissuto fin dalla nascita?

* * *

Bergson, accanto alla memoria osservabile empiricamente nel fenomeno del ricordo, affermò l’esistenza di una memoria pura.
La memoria quindi non è un flusso che dal presente porta al passato, ma è attualizzazione del passato che impronta di sè il presente.

15 commenti:

  1. L’aspetto qualitativo è la vera fotografia della nostra percezione del tempo.

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  2. Più che concetti son preconcetti.
    Forme e ideali che ci hanno dato, senza magari neanche conoscerli davvero.
    Gli unici concetti veri sono, appunto, concepiti nell' animo, senza Bergson.

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  3. Tipo non limitarsi a contars delle simultaneità e magari a ogni scatto ricordare gli scatti prima.. ma cercare di ricordare lo scatto dopo

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    1. il momento oscillatorio delle lancette scandisce il presente ma il tempo senza la memoria non è contemplabile così come un tempo senza la speranza ...secondo sant'Agostino i tempi erano tre...c'è un bellissimo enunciato che li spiega, ma ora non lo trovo :-)

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    2. Secondo Einstein c'è tutto il tempo insieme

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    3. ho trovato la *Distensio animi* di Sant'Agostino ...
      una meraviglia!

      tutto il tempo insieme non ci può stare perchè la nostra sensibilità è in continuo mutamento e la realtà ha una rigorosa struttura del tempo.
      la libertà dal tempo esiste solo quando la materia si libera ossia, quando raggiungiamo l'eternità con la morte.

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  4. Credo che la scrittura sia fortemente legata alla solitudine.

    Il flusso della vita dipende da noi, da quanto siamo capaci di riconoscerne il vero valore prima che sia troppo tardi e il sole tramonti.

    La misurazione del tempo visto da un orologio ci permette di accedere al tempo presente, le lancette ne misurano per forza la durata, escludendo il passato che è irrecuperabile e il futuro che è indeterminato.

    Un caro saluto Carla

    Tiziana

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    1. Sulla misurazione del tempo mi riferisco al pensiero di Heidegger

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    2. il passato è irrecuperabile quando lo dimentichiamo.
      la memoria è senza tempo, mi viene da dire, e qui c'entra la metafisica ...(c'è un saggio di Bergson al riguardo, si intitola: introduzione alla metafisica).

      in quanto al legame tra solitudine e scrittura, è decisamente necessario anche per me, anche se a volte è l'urgenza a prevalere ...
      mi è capitato di avere in mente un verso preciso per una poesia e a quel punto, se non trovassi immediatamente una penna, lo perderei.

      ciao Tiziana :-)

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    3. Credo non si debba confondere la memoria con il passato: il passato non può più avere lo spazio temporale già consumato, è passato non può più -essere-, la memoria è altra cosa e cambia, cambia e mente continuamente, ergo: il passato è irrecuperabile, la memoria labile e visionaria, si traduce solo come la tua mente lo desidera e nel corso degli anni seguiterà a modificarne i ricordi.
      Non conosco Bergson, confronto interessante, la tua poesia mi piace
      Buon tutto Carla

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    4. mia cara Tiziana, che bella riflessione ...
      mi fai ricordare che esiste una memoria pura e una memoria organica...tutto rientra sempre nella sfera delle percezioni e le percezioi sono collocate in un tempo di cui il passato fa parte.
      come vedi c'è sempre un nesso tra tutte le cose ...
      la memoria mente, scrivi
      ma allora anche chi ricorda mente.

      grazie a te per gli spunti interessanti!

      ho messo la poesia in prosa come mi ha consigliato Sebastiano Aglieco e ho aggiunto il nome di Pirandello all'estratto dal trattato L'umorismo.
      aggiungo anche che la meravigliosa opera che ho scelto per rappresentare questo post è la splendida raffigurazione del Tempo di Emilio Merlina.

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  5. Un passo da Deleuze... stai compiendo una evoluzione creatrice.

    ciao mia cara, una buona quasi primavera.

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    1. conosco poco Deleuze, illuminami!:-)

      buon inizio di primavera anche a te, Michele,
      ieri il mandorlo nel giardino dei miei stava fiorendo ...

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  6. Bella poesia. Molto interessante questo: l'essere disarmati favorisce la scrittura.
    Un abbraccio
    Daniele

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    1. Grazie Daniele, mi fa tanto piacere tu abbia colto una parte fondamentale del mio pensiero ...
      l'abbandono completo alla parola che emerge (che è poi l'urgenza dello scrivere, una sorta di illuminazione).
      Ma dovrei correggere un particolare che si rivela nell'incipit:
      non è vero che la scrittura non si può provocare.
      mi hai fatto ricordare che ho scritto poesie provocate dalla rabbia ...e non solo.
      i sensi giocano un ruolo primario nella composizione di una poesia.

      Ricambio l'abbraccio, ciao Daniele!

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