domenica 30 giugno 2013

Gita a Loveno, giovedì 27 giugno 2013


Partenza dal molo di Bellano


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Piazzetta di Menaggio con vista del campanile di Santo Stefano


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particolare di un portone


Salita a Loveno


Punta di Bellagio


Vista sul legnoncino (il legnone è coperto dalle nuvole)




Entrata!


Cornus controversa


Sala da pranzo


Campanile di San Carlo


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Corteccia a forma di cuore



Angelo del giardino



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mercoledì 26 giugno 2013

Ortottica del pensiero


L'evoluzione
nasce e si trasforma ogni giorno
se sai masticarne le metastasi
e la guarigione.



Approfondirò Levinas
il suo ampio sguardo verso l'altro
dove l'origine non è più
un marchio da scontare,
dove l'apertura si fa proiezione
di un linguaggio diretto alla salvezza dell'uomo
e il suo viso,
ri scoperta.


Ascolto Beethoven
la sua messa in Do maggiore
e mi avvicino a quell'esilio religioso
che la filosofia può comprendere.



La mente è un labirinto di linguaggi
che si sposano tra loro con rigore
se lasci le redini al varco
del tempo che scorre
saprai rivedere la storia
con tutti i suoi tracciati metafisici
(la tua storia nella storia).



Tutto ciò che è vivo è mutevole
Kafka dixit!
pertanto, la verità, ha molte facce.



La memoria è qualcosa di organolettico,
rifrazioni che rimbalzano e riflettono
sequenze profonde di aspetti
- similitudini -
da risvegliare.


Per ritrovare la memoria,
si parte da una data
un certo episodio, un dettaglio
poi piano si snoda il ricordo
la preziosa giuntura che unisce
i meccanismi antichi.

Così oscilla la candela
consumando nuove notti
antico richiamo di un giovane corpo
consumato nella distanza
(in una medesima stanza).

Diversa è la luce, come la sofferenza
che accoglie la notte.


lunedì 17 giugno 2013

Dinamica del respiro


Incataloghiamo i pensieri
in una sorta di torre di Babele
rincorrendo il desiderio di spurgare
il legame tra ogni scrittura.
E' una quiete espansa
quella dell'arrotino
lungo la lingua di lama,
nell'angolo buio di luce.


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mercoledì 12 giugno 2013

Cattedrale invisibile


Sull’orlo del calice bianco
si bagna il pensiero.
La dimora ha radice nel suo centro
- la fossetta che la giugulare accoglie
docilmente e con rigore -
Aver cura è custodire
la sua fiaccola nel buio


L'età dell'innocenza
è trapassata
(negli elementi duttili, aveva la sua presa)
rimane l'atrofia
di un utero segreto.

*

Per eccesso non si crea
si contrae
un battito d'embrione.

*

Fuggi la ripetitività
ma essa si ripresenta
sotto forma di angoscia.

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domenica 9 giugno 2013

Rifugio

- Riempi l'addome col cuore -
disse il maestro zen
osservando la mia paura.


L'avamposto della mente
è una provvista di tempo
dentro il linguaggio.

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Tempo adamitico
in mnemonica presa
l'evolversi delle stagioni
(il dominio di un futuro senza resa).

* *

La felicità è una copertura
nasconde il dèmone affamato.

*

L'esperienza affina il pensiero;
a priori esiste solo l'argine.

* * *

Il foglio è il rifugio necessario
ma mai quanto il paesaggio del mio lago.
Miraggio è la lingua di neve
morente tra le cime
e il porpora vestale che ri-sorge.





Il suono è una radice senza centro
si espande a dismisura
raggiunge l'invisibile confine
trasmuta, trasmutando, l'energia.


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venerdì 7 giugno 2013

Bachelard, La sostanza immaginata



Cominciamo dalla radice Rhizomata, termine greco che individua, nella filosofia di Empedocle, i quattro elementi primari: 
Aria, Acqua, Terra e Fuoco, dalla cui aggregazione e separazione si formano tutte le cose.
Da questi elementi primari, trae origine l'immaginazione onirica e poetica che verrà poi nominata: Rêverie.
L'immaginazione concepita da Gaston è una immaginazione carica di sostanza, è pregna di spirito, è duttile, e qui sta la sua forza. Puoi modellarla come una scultura o renderla amabile come una poesia, lei è in nostro potere, la mente può guidarla (volando, nuotando, ardendo, coltivando ...)
Bachelard ha scritto delle cose molto suggestive ma ora il punto lo faccio su certi frammenti che mi hanno colpito e che condivido.
Metto accanto alcune sue frasi, poi le lascio decantare...come piace a me...così sorgeranno le impressioni personali.

* * * *

Bisogna essere due, o almeno, bisogna esser stati due, per comprendere un cielo blu, per nominare un'Aurora! Le cose infinite come il cielo, la foresta e la luce non trovano il loro nome che in un cuore amante!

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Bisogna amare le potenze psichiche con due amori diversi se si vogliono amare i concetti e le immagini, i poli maschile e femminile della psiche.

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Nel regno dell'immaginazione, il volo deve creare il proprio colore.

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Di quale altra libertà psicologica godiamo oltre a quella di fantasticare?
Psicologicamente parlando, è proprio nelle reveries che siamo degli esseri liberi.



Nella vita da svegli, quando la reverie lavora sulla nostra storia, l'infanzia che è in noi ci porta il suo benessere. Bisogna vivere, a volte è molto bello vivere, con il bimbo che si è stati. se ne riceve una coscienza di radice. Tutto l'albero dell'essere si riconforta. I poeti ci aiuteranno a ritrovare in noi questa infanzia vivente, questa infanzia permanente, durevole, immobile.

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Come può essere possibile raggruppare tutto il pensiero di Bachelard su un foglio bianco?
Solo le cose che di lui mi hanno colpito, non avrebbero la giusta menzione.
Mi limito a sintetizzare l'insintetizzabile.
Lui, che prodigava la meraviglia dello spazio illimitato nell'immaginazione.
Ho riletto delle cose, in montagna, da cui derivano le seguenti deduzioni:
Non bisogna perdere il contatto con le origini, i miti, tutto ciò che ci è stato tramandato.
In esso si è elaborata la nostra formazione, l'individuo fatto adulto e capace di proferire parola, ragionamento, sintesi.
Noi siamo la sintesi della nostra esperienza e delle nostre letture.
Da quì nasce la personalità, la cura, l'amore.
Custodiamo la fiamma del divenire perchè è in lei il nostro passaggio, la trasformazione, la miccia.

sabato 1 giugno 2013

Appercezione pura (io penso)


Le affinità
si stabiliscono a fior di pelle
così l'estasi del momento
- Monade fiorente al cospetto del mondo -
Gioco di forze
con radice metafisica.



Dedichiamo la vita a un ascolto
che dovrebbe essere dettato dal cuore,
filtrato dalla mente,
ponderato dai sensi.
E poi ci ritroviamo in un giardino
- curato dalla brezza di un canto
che ci giunge dall'infanzia -
Chiamalo, se vuoi, dimenticanza.



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Aggiungo un inciso di Leibniz, a questi miei versi composti da poco, qualcosa che ha a che fare con la conoscenza e che trovo appropriato in questo luogo:

Il conoscere non è un automatismo meccanico (Locke), ma atto di appercezione che coinvolge in qualche modo la libertà e l'autocoscienza del soggetto.
La conoscenza è quindi un atto fuori dal tempo, e non una ricezione passiva di un fatto o una semplice nozione.