"Platone pensava che la nostra conoscenza derivasse da una memoria antica, chiamata anamnesi. Un ricordo che prende le mosse da una formula matematica. La conoscenza di un luogo lontano e perduto che si chiama Iperuranio, capisci Daciuzza, un luogo conosciuto dalla nostra memoria primaria, quella antecedente alla nostra nascita."
tratto da: La grande festa, di Dacia Maraini
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"Ero nel panico" scrive, "cercai di muovere le mani per toccare il tubo ma le braccia non risposero all'ordine, non si mossero. cercai di agitare la testa sul cuscino ma presto mi fermai perchè la gola mi faceva male. cercai di proiettare un comando mentale ma mi facevo ridere da sola. Allora cercai di ricordarmi qualche verso a memoria, di quelli che sempre mi calmavano con l'onda ritmata delle immagini."
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(pag. 220)
(la mia casa)
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"Quando considero la piccola durata della mia vita assorbita nell'eternità che la precede e la segue" scrive Pascal, "quando considero il piccolo spazio che io occupo e quello pur così piccolo che io vedo, inabissato nell'infinita immensità degli universi che io ignoro e che mi ignorano, mi spavento e mi sorprendo di vedermi quì piuttosto che là, poichè non v'è ragione per cui io stia quì piuttosto che là, per cui sia adesso piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo? Per ordine e per opera di chi sono stati destinati a me questo luogo e questo tempo?
Memoria hospitis unius diei praetereuntis (Ricordo dell'ospite di un giorno che subito passa, Libro della Sapienza)".