martedì 26 febbraio 2013

Aghrio - Pugno

Aghrio spathi i glossa
pou honete stin malakì triha
- agapi pedioù -
mazevi kathe kalò san
stin grothià i ghy
ohi pià ameni.


Spada feroce la lingua
che affonda nel tenero pelo
- amore d'infante -
risucchia ogni bene come
nel pugno la terra
non più smarrita.


.

domenica 24 febbraio 2013

Qui sedes


La neve non ha consistenza
se non la accarezzi
stringendola in pugno,
così le note d'aria
si elevano fiere
nel si, minore di voce
soprano che piano distende
i contorni
di un'antica sofferenza

e piano si scioglie.


Il pianoforte
è lo strumento malinconico per eccellenza
(dopo il violino)
riesce a trasmettere
archi di tempo scomposti
e poi ricomposti
- architetture rinascimentali -
un romanticismo antico
che fa palpitare il cuore
e l'animo, e le dita

è un arpeggio che sale
danzando su note indivisibili
mistificazione di un ritaglio
di un romanzo di Flaubert.



venerdì 22 febbraio 2013

Numen


Vorrei fondermi con te
dove la differenza non tocca
la parte rigida di una condizione
dove la libertà è la stesura finale
di una storia senza confini
perchè il mio desiderio
è dentro l'identità che abita i nostri corpi
e saprò farne tesoro
così come saprò eleggerne il sacro
al di sopra di ogni concetto.

.

martedì 19 febbraio 2013

Ichnos - Impronta

Ichnos
i glossa sou
to aperanto, to fos
stin sou anasa - ìremos -
pou mes ta matia
stamàta.


Impronta
il tuo linguaggio
l'immensità, la luce
del tuo respiro -calmo -
dentro i miei occhi
fermo.


domenica 17 febbraio 2013

La bagnante


Aploma aplose mou aplose
to idratoma
stivontas kalà to derma
malakomeine apo to
zestò atmò tou nerù.
Aplose mou kai tripse
ekì pou mporì
to roz derma na sklirini.


Spalmo spalmami spalma
l'emulsione
strizzandomi bene la pelle
resa morbida dal
caldo vapore dell'acqua.
Spalmami e friziona
dove può
la pelle rosa irrigidirsi.

sabato 16 febbraio 2013

Donna allo specchio


Glistrai i nihta sta dahtila
opos to prosopo sou
malakomena hili mes to roz
siopilì omorfià - skepsi mou -
to fos mes ta matia
pou san kopsi kouniete
se kokkalo vithizete.

*

Mi scivola la notte tra le dita
così come il tuo volto
le labbra ammorbidite dentro il rosa
bellezza silenziosa - mio pensiero
la luce dentro gli occhi
che come lama oscilla
in ossa affonda.

.

mercoledì 13 febbraio 2013

Rapsodia in rosso, Carla Bariffi


Carla Bariffi
Rapsodia in rosso

ISBN 978-88-897224-77-8
Edizioni CFR - 2012 - pp. 48, € 9    (- 20% dal sito per ordini di almeno 20 € complessive) - Richiedere a info@edizionicfr.it




Nel caso della Bariffi, al suo secondo libro di poesia, la natura progettuale dell’opera è particolarmente evidente. Rapsodia in rosso nasce come secondo codice rispetto ad Aria di lago (LietoColle), di cui rappresenta il necessario superamento, in quanto una forza centripeta, avvolgente, porta in primo luogo il poeta-demiurgo, poi il lettore, a percepire la realtà di riferimento come contrazione emotiva in una luce primordiale, atavica, seppur frammentata, dove l’ineffabile entra di prepotenza nel canale inconscio dell’Io poetico e agisce da atto liberatorio, quasi erotico, esplodendo in nuove situazioni di senso.
Non c’è nulla di fragile o di scontato nella poesia di Carla Bariffi, ogni atto è rimando, richiamo, allusione: “il fatto stesso di osservare una particella / ne modifica lo stato” afferma l’Autrice a dichiarazione di una poetica in perenne mutamento che, a partire dall’intuizione visiva, destruttura la percezione in una densità di frattali che si ripetono in infinite variazioni della loro forma-base.
È poi il libero arbitrio del poeta a seriarli, definirli, ungarettianamente portarli alla luce. Questione di metodo, dunque: filtrare l’essenza del mondo attraverso il canale della parola impotente, destrutturare l’esperibile mediante la formulazione di un linguaggio nuovo.
La Bariffi, con naturalezza, unisce in tal senso l’elemento poetico alla speculazione filosofica, generando in sostanza un poema originale: la metafisica nasce quando "quando il linguaggio fa vacanza" afferma Wittgenstein; la scrittura di Rapsodia in rosso tende alla sintesi tra fisico e ontologico, e Carla Bariffi opera con l’abnegazione di uno scriba: “conio il mio verbo tracheostomico e indigesto”. Si veda, a proposito, uno dei frammenti del poema:

Natura, anima, spirito / i tre stadi fondamentali dell'Uno / apertura e scissione / - contemplazione - / Sono felice quando mi allontano / perché riesco a vedere la forma / dell'indefinibile. // Apro l'agenda / per scriverti. / L'Uno solenne si presenta, / Assoluto / come l'intelligenza / quando circoscrive i concetti. / Emanantismo / che si estende a complemento / (tra l'oggetto ed il soggetto). / Scuola, di nomi, prioritaria /da Platone / che lo indica come principio / di entità che soggiace / alla molteplicità delle idee, / all'’indivisibile’ di Aristotele, / tornando alla molteplicità  / emanata dall'Essere in Plotino. / Dalla trigonometria, / che studia i triangoli, / al ragno che crea / l'unione dei suoi angoli.

La tensione verso l’ unità dei linguaggi porta, inevitabilmente, alla fusione di questi in una forma di scrittura con forti scarti di senso. È questo la lingua che Carla Bariffi cerca? Si è accennato, in precedenza, alla natura pulsionale della poesia; l’atto poetico corrisponde, idealmente, all’atto sessuale. L’obiettivo, sprigionare energia creativa. [Ivan Fedeli]


La tua bambina
ho sempre desiderato essere
sfuggendo al tempo al dolore e al declino,
sfera che sfida le sfere
nell'infinito spazio del mio spazio,
nel tenero sentire.

La carne del mio seno
è morbido conforto;
carezza di lacrima
sottile più di un'ala di falena
che si dibatte per la vita.

Niente altro che questi contorni
di rossi sfumati svettanti
crateri, su baratri obliqui
tuffati nel lago.

 
Mappe di atolli
sul lucido specchio di lago
disegnano nubi semiotiche
dense di inchiostro.
– Il cielo è una raggiera apocalittica –.

Il sangue ribolle,
– Rubino –
come la pietra grezza
quando acuminata
modella l’anima incidendo
la meraviglia del suo riflesso.

L’incontro tra differenti correnti
crea temperature opposte
– coeva fusione –
di mondi dominanti.



La mia seconda creatura, finalmente!:-)
Grazie Gianmario!

martedì 12 febbraio 2013

Spitha - Scintilla



Spitha
sto hilo tou nerou o afros
ston iho tou Okeanou
na niothis vathià
- na se niotho -
stin makrià anatrihila
sto nerò pou kilai
kai aneveni
sto kima pou siga plakoni
katapinontas mou ta matia
- stin agnì siopì pou angaliazi -


Scintilla
sul pelo dell'acqua la schiuma
nel suono d'oceano
profondo sentire 
- Sentirti -
nel brivido lungo
nell'acqua che scivola e
sale
nell'onda che piano sovrasta
inghiottendomi gli occhi

- nel puro silenzio che abbraccia -

.

venerdì 8 febbraio 2013

Fiordaliso retico


La moleskine è un frutto prelibato

ma mai quanto il paesaggio del mio lago.

Miraggio è la lingua di sole

sulla cima innevata del monte

e il porpora vestale che ri-sorge.





I visi sono enigmi di sfinge

si ergono alteri al di sopra di un corpo

- l'animale che sta sotto li distingue -





.

giovedì 7 febbraio 2013

Mundus imaginalis


splendida scultura del Bartolini:
*La fiducia in Dio*



* * *









Difficile scegliere in questa carrellata, ieri sera mi sforzavo di ricordare il titolo dell'opera che ho aggiunto: *Io e Giove* del Correggio. La trovo affascinante...così come tutte le opere poco conosciute provo un'attrazione speciale verso quelle che hanno titoli simbolici
come ad esempio *Il filosofo e il poeta* di De Chirico...
(guardare per credere).
Sto cercando una copertina per un mio futuro libricino di poesie...

si accettano suggerimenti!


*

Esiste L'albero di Mondrian ma
esiste anche *L'albero di Magritte* che trovo favoloso...


questo invece è il cedro solitario di Csontvàry...


*Ercola* di Elio Copetti resta sempre una delle mie preferite...:-)


;-)



Ammirevole risultato di movimento in potenza


Tutto quello che non è leggermente deforme ha qualcosa di insensibile...
l'irregolarità è il segno caratteristico della bellezza.
Baudelaire


c'era una prospettiva migliore ma non sono riuscita a trovarla...


- La calma è l'attributo dell'arte nella sua specie più elevata -
Ruskin


*Bimba in rosa* di Modigliani, collezione privata


Grazie Elio!


* * *


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*

*


* * *



* *



lunedì 4 febbraio 2013

Rouge


Dovrò imparare a leggere

avvicinandomi alla mia voce

senza temerne gli algoritmi

e il tenore, forte del distacco.

domenica 3 febbraio 2013

Omorfià mia skepsis pou mpeni sto louloudi


Kai dhagoni to kutavi
afotu ruficse polì
ap'ta tendomena stithia
kai tentomeni einai i triha
gialisterò kai astrafterò contra ston ilio
sto kefali mou htipai, se stihous hinete.

* * *

Guaisce
e morde il cucciolo di cane
dopo aver succhiato molto
dalle mammelle tese
e teso è il pelo
lucido e brillante contro il sole
sulle mie tempie batte, in versi versa.

venerdì 1 febbraio 2013

Cosmologia di un micro mondo


Il tempo brucia
quando la tecnologia lede i suoi filamenti
- la fibra non ha più la sua struttura
antica dove l’attimo era eterno -
La calma del cigno è la fiera
stagione del mio canto.



Penso forte
alla tua anima che miete
la mia pagina sulfurea.
Il paesaggio si fa luna
campestre in fase di eruzione.

* * *
Voglio avere i miei segreti
nella gondola di nylon
La laguna li protegge.

Ti chiamo, per la vite da potare,
deve essere morta,
è importante farlo adesso.

Ho sempre paura
di staccarmi dalle cose
siano esse indumenti
o sensazioni.
Poi prendo coraggio
ed è come salire un gradino,
mi sento più leggera.

(Vorrei essere felice
come in questo momento
che il sole accende di miele
il mio tavolo in noce,
che guardo con occhi lontani
la fiamma del polso
fiorirmi di fronte).

Il poema della fiaccola che arde
si compone nel bivacco
dove lo stare è transitorio
ma determinante
perchè il fumo salga lento,
e segua una presenza.

Non posso giudicare,
non devi giudicare!
E ti combatte la memoria
dove il tranello inganna.