lunedì 27 maggio 2013

Rapsodia in rosso, foto dell'evento, 24 maggio 2013


All'apertura della presentazione mi è toccato fare le presentazioni, dopo un grande applauso di incoraggiamento!
è stato splendido, perchè tutti sorridevamo! :-)


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domenica 26 maggio 2013

Digitalis purpurea



Sono state dette cose bellissime, e per non perderne alcune, mi impegno a riassumere umilmente come ho visto e vissuto l'evento, con grande emozione, ancora...

Ci saranno state circa una quarantina di persone, compresi i familiari, i colleghi, qualche bellanese tra cui il sindaco Roberto Santalucia e la moglie, e naturalmente, noi.
Dietro il grande tavolo teca, le presentazioni d'obbligo: Il poeta e critico Gianmario Lucini alla mia sinistra affiancato da Fiammetta Giugni, alla mia destra Ivan Fedeli, e appena più in là, la mia cara e bravissima  collega cantautrice e chitarrista Sara Velardo (che tanto mi ha ricordato Giorgia e Paola Turci :-)

Ma veniamo all'introduzione, la voce passa subito a Fiammetta, che apre la soglia del sentire attraverso alcune mie poesie scelte da lei, tra cui quella che, a suo dire, avrebbe voluto scrivere lei e chiunque, quella che spiega la scrittura,  lo stare dietro al foglio, la fatica e lo schianto.
Ha parlato anche della sua professione di medico veterinario, che la porta a contatto con ciò che è animale e naturale...con la nascita e la morte. Poi, con i suoi toni pacati e deliziosi, ha esaltato la bellezza ricordandomi la rosa, esortandomi a leggerla...e così ho fatto, con grande trepidazione e gioia.
Dopo un breve intermezzo musicale di Sara, ha letto una sua poesia, tratta da esercizi di sottrazione del suo ultimo: Per un'architettura del sè: il guaritore porta una ferita (che poi trascriverò insieme alle altre dal momento che Gianmario mi ha fatto dono dei loro splendidi libri).

Passiamo a Gianmario, è stato come al solito ineccepibile nella sua esposizione, ha detto che ho trovato uno stile, una via...ha ricordato la struttura del poema, la ricercatezza degli elementi in esso presenti, l'emotività che mi caratterizza e che per lui è fonte di rarità, quasi fosse una virtù.
Dopo l'intermezzo di Sara, ha letto dal suo ultimo: Canto dei bambini perduti, Poesia del cuore minuscolo, che tanto ha commosso mia figlia.

Veniamo ora al nostro Fedeli, squisitamente gentile e prodigo di complimenti, che ha spiegato il titolo iniziale che portava il nome di un fiore e il suo profumo: Olea fragrans rubra (poi cambiato da Gianmario in Rapsodia in rosso), accostandolo alla digitale purpurea del Pascoli, evocando l'erotismo che spesso compare nei miei testi, la sensualità del fiore e la sua completezza, la sua perfezione.
Ha parlato di questo canto che è una rapsodia, epica nel suo manifestarsi, poi mi ha spronato a leggere...devo ancora imparare a farlo bene, mi frega sempre una certa timidezza.
Ivan ha aggiunto parecchie cose che mi hanno emozionato e lusingato, ha detto che oltre al dolore che compare in certi brani, c'è una gioia che si ispira all'armonia, qualcosa di estatico e puro, un respiro che fa parte del mio mondo ma che si rende universale al cospetto del mondo.
Poi ha letto una poesia dal suo ultimo: A bassa voce, dedicata a suo figlio Riccardo, La nascita meravigliosa.


I miei complimenti vanno anche a Giacomo Andreola, marito di Fiammetta, che al premio Fortini ha realizzato un video meraviglioso (me lo ha regalato) e che anche in questa giornata ha immortalato la bellezza.

Grazie amici miei, della bellissima serata, ci rivedremo a Milano, in data non ancora stabilita, e io vi abbraccio forte!


(Affresco dell'Angelo, XIII secolo)
Chiesa di San Nicolao, 24 maggio 2013


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VII

Il guaritore porta una ferita

il bravo guaritore porta una ferita

(ho fatto nascere tanti animali
il silenzio del premito
squarciava la stalla

le mie mani di veterinario
volevano farsi invisibili

volevo essere
solo l'ala intelligente
dell'angelo del parto)


Tratto da: Per un'architettura del Sè, Fiammetta Giugni

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Poesia del cuore minuscolo

Ho un cuore minuscolo e mondi
sbozzati appena e mani
di cielo e sogni
ancora antelucani;

non mi vedesti, mai, trasfigurare
impercettibile segno e luce
mai, nel pudore di Dio
che nel sorriso dell'alba mi avvolgeva?

Io sono l'arancia selvatica
che splende sul ramo più alto
e tu non la vedi.

Sono un piccolo nome che si affaccia
al solstizio dell'estate ed eco
dell'Eden perduto.

Dove sono i tuoi occhi?
Dove sta la tua bocca?
In quella profonda voragine
fruga l'avidità delle tue mani?

Sono l'arancia più rossa
che brilla nel sole del tramonto
quel raggio di sole sul ramo più alto

e tu, occhio morto e respiro di pietra,
neppure la vedi...


Tratto da: Canto dei bambini perduti, di Gianmario Lucini, con immagini spettacolari dell'artista Giacomo Cuttone

* * *
La nascita meravigliosa

Un segreto tra noi, come se nascere
non fosse un'attesa ma quella forza
che rimuove il buio senza esitare,
così tu quando scoprirai che il cielo
è profondità, spazio del tuo sguardo
che lo misura, tutto nel silenzio
mentre ora stai in un pugnetto di cose
e spingi volteggiando col tuo mezzo
chilo di peso, o immaginando gli occhi,
la forma del naso, le orecchie a sventola,
anche il numero di scarpe a vent'anni,
dopo la gioia di un bacio rubato.

*
(Dirti adesso cos'è la poesia,
pensandotiuna costola, una parte
in parte mia o trattenerti protetto
dalle cose, in attesa di un tuo balzo
sul dorso verde di una prateria?).


Tratto da: A bassa voce, di Ivan Fedeli, dedicata a Riccardo


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(così sarà impossibile dimenticarvi)

domenica 19 maggio 2013

Metafisica e identità



definizione di monade:
particella metafisica, sostanza semplice, unità originaria dalla quale deriva la serie dei numeri.

Heidegger si espresse così di fronte a codesta entità:
per conoscere veramente occorre portare alla luce ciò che è nascosto nella piega.

Definire l'anima è un'impresa difficile, ma non impossibile, dal momento che abbiamo la grazia di poter SENTIRE e usare la PAROLA.

Ma ri-congiungiamoci a Leibniz!
lui fu il portavoce di questo lemma. 
Barocco? dipende dal gusto del momento...
MONADE, dal greco Monas = unità

Le monadi sono particelle senza parti, sembrerebbero prive di unità ma in verità esse formano un insieme, compongono una personalità, quella che si lega al cosmo.


"Se non esistessero anime, allora non esisterebbe nessun Io, nè mondo, nè unità reali
e tanto meno moltitudini esistenziali o piuttosto, tutto nei corpi non sarebbe che apparenza.

Gottfried Wilhelm Leibniz, lettera a J Bernoulli


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La grazia
conosce la trama del fiore
nel petalo rosa il mio rosa
nel rosso che goccia il mio sangue
la spina che spingi
e lo sai

*

Sgranare i rosai
sgranare dai semi la rosa
che riempie i rosai
le rose dei rossi rosai
- rinvenire -
(Bellezza dei rosai).







martedì 14 maggio 2013

Pensieri diversi


Basta un attimo a cogliere il bagliore, quello eterno, quello che non si ripete, se non nella nostra mente insaziabile
Ma allora ci torna utile meditare, su questa visione e la sua apparizione, forse per sperare ancora in qualcosa di vero, perchè il sogno è l'apparenza di ciò che il nostro occhio riflette:
l'interiore proiettato ...




Aggiungo l'incipit tratto dalla mia nuova lettura: A scuola dallo stregone, Carlos Castaneda


Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino, e la sola prova che vale è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino guardando, senza fiato.

Don Juan

* * *

...non si può tentare nulla di più se non stabilire il principio e la direzione di una strada infinitamente lunga. La presunzione di qualsiasi completezza sistematica e definitiva sarebbe, come minimo, un'illusione. la perfezione può essere quì ottenuta dal singolo studioso solo nel senso soggettivo in cui egli comunichi tutto ciò che è stato capace di vedere.

Georg Simmel


L'antropologia ci ha insegnato che il mondo è definito differentemente a seconda dei differenti luoghi. Non è soltanto che le persone credono in differenti divinità e si aspettano differenti destini post-mortem. 
è piuttosto, che i mondi delle differenti persone hanno forme differenti. Differiscono i presupposti metafisici stessi: lo spazio non si conforma alla geometria euclidea, il tempo non scorre in continuo e unidirezionalmente, la causazione non si conforma alla logica aristotelica, l'uomo non è differenziato dal non -uomo o la vita dalla morte, come nel nostro mondo. Della forma di questi altri mondi sappiamo qualcosa dalla logica dei linguaggi indigeni, dai miti e dalle cerimonie come ci documentano gli antropologi.
[...] Castaneda afferma giustamente che tale mondo, in virtù di tutte le sue differenze di percezione, ha la sua propria logica interna. [...] L'importanza fondamentale dell'entrare in mondi diversi dal nostro - e quindi dell'antropologia stessa - sta nel fatto che l'esperienza ci porta a comprendere che il nostro mondo è anch'esso un costrutto culturale. Conoscendo altri mondi, quindi, vediamo il nostro per quello che è, e siamo perciò in grado anche di vedere di sfuggita ciò a cui deve in effetti assomigliare il vero mondo, il mondo tra il nostro costrutto culturale e quegli altri mondi. Di quì l'allegoria, così come l'etnografia.

dalla prefazione di Walter Goldschmidt

martedì 7 maggio 2013

Lettera di mio fratello Aldo, 6 maggio 2013


Ciao Carla
sono ancora a Livigno ma ho trovato il tempo di leggere il tuo libretto...pensieri davvero interessanti e profondi!
La sensazione è quella di camminare in un fitto sottobosco da dove all'improvviso giungono lampi di luce che squarciano il compatto tessuto del tempo e della vita e trapassano l'anima e lo spirito, come echi lontani che non permangono, ma fluiscono nel divenire che avvolge ogni cosa e di cui tutti facciamo parte. 
Non sempre mi giunge l'illuminazione, solo a tratti, complice credo un linguaggio a volte molto ricercato, anche complesso, frutto di una grande sensibilità interiore, accresciuta dall'esperienza personale e direi anche marcatamente femminile. La grande capacità di ascoltarsi...
Come si ritrova spesso nel pensiero dei grandi Maestri le chiavi che aprono le porte dell'Io profondo sono legate a particolari stati emotivi che entrano in risonanza con la nostra sensibilità. Sofferenza e dolore, solitudine, nostalgia (saudade)...esperienze fisiche portate al limite in contesti naturali d'eccezione, dove cadono tutte le barriere difensive, che spesso inconsapevolmente condizionano la nostra vita; e' allora che l'Essere umano, per un breve momento, acquista quella particolare consapevolezza che gli consente di varcare la luminosa e frastagliata porta della percezione...Un giorno potremmo anche parlarne. Credo che sarebbe interessante per entrambi.
Dal mio punto di vista non mi interessa tanto il discorso nostalgico dell'infanzia in cui spesso la mente si rifugia (la mia infanzia non la ricordo o forse almeno in parte l'ho volutamente rimossa in quanto l'ho vissuta come disagio giovanile in tutti i sensi). Cio che adesso inseguo è proiettato nel futuro, anche se trae origini dal passato...Ognuno di noi del resto è il risultato delle esperienze vissute, elaborate attraverso il filtro della sensibilità, della coscienza, dell'umanità che lo caratterizza e che lo rende diverso in quanto unico e già questa può essere una Verità assoluta...dunque la ricerca della "Verità",  ma non necessariamente vincolata ad una religione o ad un'altra...può essere l'eterna ricerca della fede e dell'amore, della felicità condivisa, qualcosa che appare e scompare continuamente come l'eterna lotta dei poli opposti che Hesse ben descrive...In tutto questo è fondamentale ricordarsi sempre del concetto di Lao Tse: non conta la meta finale ma essere sulla Via, solo così acquisteremo pace e tranquillità. Nulla deve essere vissuto sotto il giogo dell'ossessione e della dipendenza fisica o mentale. E ancora da Castaneda: vi sono molte strade che possiamo percorrere, ma ciò che conta veramente è una sola domanda: quella strada ha un cuore? Se ce l'ha è una buona strada, se non ce l'ha allora non serve a nulla. Dostoyeski nella prefazione alle notti bianche diceva: "mio Dio un solo istante di felicità, è forse poco sia pur per l'intera vita di un uomo?"
A presto Aldo

P.S. Al di là di questo discorso ti faccio i miei complimenti. Il tuo libretto potrebbe essere un compagno di "viaggio" per tutti coloro che cercano una Via. Difficile se non impossibile da comprendere con il raziocinio della ragione, ma certamente illuminante per chi lo legge lasciandosi trasportare dal cuore e dal sentimento. In allegato trovi anche una bella canzone di Guccini, piuttosto rara con le relative parole. Ascoltala. 

Ti cito Baudelaire in Corrispondenze

La natura è un tempio ove pilastri viventi
lasciano sfuggire a tratti confuse parole
l'uomo vi attraversa foreste di simboli
che lo osservano con sguardo a lui familiare
Come lunghi echi che da lungi si confondono
in una misteriosa e profonda unità
vasta come la notte e il chiarore del giorno
colori, profumi e suoni si rispondono

* * *




*Quando si riceve un regalo così bello, il primo desiderio è di condividerlo col mondo.

domenica 5 maggio 2013

Lago e criniera


Criniera, 

nasce Venere dal lago

sangue del mio sangue

la sua pupilla fragile.

L'equilibrio è la risorsa.



venerdì 3 maggio 2013

Pareidolia


Il poeta è l’acrobata del cielo
tende alla sfida tendendosi sul filo
come il funambolo sul vuoto.
La ragione che lo genera potente
si eleva, in levità di spazio
-si aggrappa all’intuizione –
per raggiungere lo slancio sfida il vuoto,
lo teme e lo nidifica.

Michelangelo ha disteso le sue dita
sull’affresco del mio lago.



il glicine fiorisce

- un'esplosione di lillà -

il merlo la stinge.

mercoledì 1 maggio 2013

Bianco di seppia



- Il lago è incendiato di blu
accoglie i nostri corpi come un'ostia -

*
La poesia è uno stato mentale
conosce ogni strato dell'aria
la materia senza forma, la sostanza
che attraversa la distanza.

*

Mantra,
acceso nel mio fiato
la carne tua che posso modellare.
L'incastro delle lingue
asseconda la mia fame.
Lo scambio dei doni è un bacio sacrale
metamorfosi - fatale - di un destino.

*
la scrittura è un percorso di carenza
formazione di coscienza
sub-cosciente.

*

Sono immersa
nel liquido caldo.
Non m'importa
se sopraggiungerà la morte,
se l'essere ontologico
si avvicina all'empiristico.
Mi interessa sentire
la risposta del mio derma
che raccoglie ogni goccia dal marmo
bianco di seppia.