martedì 31 maggio 2016

Utopia della lingua






Siamo figli dell’improvviso accadere
gonfiati insieme al nascere dei laghi
pulviscolo e materia.


lunedì 30 maggio 2016

La parola negata, Gianmarco Pinciroli




3.




e tu non dirla la parola,


che ti basti pensarla nella veglia


e poi la notte viverne la lenta sillabazione


fino alla mancanza di respiro


quando il fiato si fa parossismo dell’ala


per un volo che scende in picchiata


la vertigine del primo sonno


e ultimo




quel respiro l’ho udito


e ho visto quella maschera che dobbiamo indossare


nel quando di quel dove


si beve la feccia dell’ultimità




mi si dica come fare


perché davvero non saprei


rivolgere (a quale lui o a quale lei)


la dolce preghiera dell’assenza,


richiesta d’oblio perenne, e cecità che salvi


un barlume di umanissima pietà


per chi reca sulle spalle il dovere


di non più essere quel grumo


di fiato e terra che sorride al vento




4.



i due che lì, o altrove, stanno e stanno


e nello stare non sai come, la memoria


resta, vapore che addormenta nell’insonnia


e ubbidisce al destino delle cose che finiscono


e finiranno, prima, dopo, finiranno


ed io con loro: apparso e poi scomparso




“c’è questa follia che non sormonti”


mi dice con severità il filosofo


mentre il mistero semplice prevale


e nel silenzio si assorbe ogni dolore




5.



è dunque una tomba la memoria, vana


senza l’irraggiamento di una lapide


con lo specchio di un volto sorridente


che ora c’è, non c’è, dipende


dagli occhi che la guardano, distanza


della stella più lontana, lassù


quaggiù, ma nessun dove nessun quando, più


ci danno riferimento, un luogo


che non sia vanità di mente, non dura:


luce che si disperde, voce oscura




7.




oh la fatica di compilare elenchi


di tracce vissute tanto tempo fa


quando un profumo e un sorriso


ci inventavano la lunga giornata estiva


sulla riva del miraggio, luce d’agosto


spezzata dai raggi della bici


insieme con l’ombra minacciosa




il futuro non conta le vittime,


le fa, ed è quel sé che non saremo mai


abbastanza: una musica troppo facile,


metrica e prosodia, lessico d’anni ingenui,


coltivazione della polvere dei fiori


e disegni di costellazioni inventate


lì per lì dalla passione d’un momento




oh la fatica, l’enigma degli angeli


scesi dal campanile in veste di do diesis


per una melodia che segna il termine


del viaggio alla farfalla (ma lei, e lui


insieme dentro e fuori quella casa


ricca di avvenimenti impercepiti


dall’immediata aderenza al divenire)




pochi ma essenziali nutrimenti


all’anima perduta con un salto di gazzella


per evitare trappole di colpa e redenzione


(ma loro no, blanda mestizia dei fedeli


per il quieto indomenicarsi d’esistenza


nel gregge che va, rassegnato, alla chiamata).





sabato 28 maggio 2016

Poesia singolare






Sono stanca
delle ripetizioni 

Non sappiamo più ascoltare
la nostra interiorità.

Il Domenico parla di paletti
in dialetto
ci tiene all'orto 
e agli olivi
(che cura con l'insetticida
un anno mi ha stecchito l'erba salvia).
Ha mani buone, e cuore forte.

Io intanto, penso all'amicizia
penso a quanto
ci colleghi con i morti.

giovedì 26 maggio 2016

Poiesis



Bisogna distinguere tra poesia e poetico. La poesia attiene alle forme. Il poetico non ha forma.

Sebastiano Aglieco






domenica 22 maggio 2016

Pitosforo



L'ego nasce quando

si consuma la vita

all'ombra di una religione.




Pensiamo ad un orto

coltivato, fertile

pensiamo a una vita migliore

all’ombra di un pergolato

inebriandoci la mente

dei canti delle cicale,

del profumo dell’olea fragrans

ricordando …


giovedì 19 maggio 2016

Mìmesi




Einai i omiotita, pou nikai ta panta

ghiatì s’aftin antanaklame

ti smiksi nou kai epithimias

tin anahoriti outopia pou den paradinete.


 *

È la somiglianza, che vince su tutto

poichè in essa riflettiamo

l’unione di pensiero e desiderio

l’ascetica utopia che non si arrende.


lunedì 16 maggio 2016

Innesti




La bellezza si rifugia negli spazi


che non sai più

scoprire.

 




 

Bisogna attingere dalla normalità

per vedere oltre.

 





 

L’innesto è visibile agli occhi.


venerdì 13 maggio 2016

Filo calia - Amore per la bellezza



Osservo: il sole bacia il viso di ogni gente
ma qui non c'è nessuno.

Dal mondo animale si impara
la benevolenza del tempo
il dialogo - incompreso - delle lingue.

L'ala di un germano sorvola
la lastra dell'onda, il lago che rotola
schiuma in ventricoli viola.

La panchina è il riparo inviolato
l'essere dentro e l'essere fuori
la soglia.




mercoledì 11 maggio 2016

Mente e Natura



Il neoplatonico Plotino dimostra per mezzo dei fiori e delle foglie che dal Dio Supremo, la cui bellezza è invisibile e ineffabile, la Provvidenza giunge fino alle cose della terra quaggiù. Egli fa osservare che questi oggetti fragili e mortali non potrebbero essere dotati di una bellezza così immacolata e di così squisita fattura se essi non promanassero dalla Divinità che senza fine pervade tutte le cose con la sua invisibile e immutabile bellezza.

 
Sant’Agostino, La città di Dio


Pag. 47 del mio libro.
La zia Adelia dice che questa pagina mi rispecchia
ma io mi riconosco soprattutto in Plotino.



lunedì 9 maggio 2016

Microfono aperto, Palco Palasole. Bellano, domenica 8 maggio 2016


Annualmente in quel di Bellano l'associazione culturale LetteLariaMente organizza una Fiera di piccoli editori provenienti da più luoghi, diversi ogni anno e con diverse iniziative per adulti e per bambini. L’anno scorso non ho partecipato ma quest’anno (all'ultimo momento) mi sono ripromessa di fare una ‘puntatina’ e di mettermi in gioco con la Poesia, anche per vincere un po’ la mia innata timidezza.

Premetto che l’unico vero incontro poetico che ho fatto è stato nel 2013 in occasione dell’uscita del mio libro 'Rapsodia in rosso' promosso dal caro Gianmario Lucini, che aveva coinvolto per l’occasione persone squisite e competenti come Ivan Fedeli e Fiammetta Giugni. Ma torniamo alla Fiera! Or dunque, addentrandomi tra i vari stand ho avuto modo di conoscere bene quello di “La vita Felice” il quale esponeva poesia classica in versioni accurate. Ho azzardato la domanda: come mai non vedo libri di poeti contemporanei?
Mi è stato riposto: inutile esporli dal momento che certi nomi risultano sconosciuti se non c’è l’autore stesso a presentarsi e a presentarli.
Io un libro di Anna Toscano e Stefano Guglielmin lo avrei comunque preso!

Ma torniamo al palco, al gentilissimo conduttore Vincenzo la Bella che ha permesso la lettura di cinque poesie tratte dal libro e ha organizzato una gara con votanti tra il pubblico per stabilire il ‘vincitore’ tra i cinque sfidanti di questa “Poetry Slam”. Oltre alla soddisfazione di essere arrivata finalista insieme alla mia compaesana ho constatato che l’emozione, durante l’intrattenimento, era più a livello di pancia, a livello di voce sono riuscita a mantenere il controllo, e questo per me è già un traguardo.

L’altra cosa che mi ha dato soddisfazione è che la mia poesia era tra le più brevi lette in pubblico.

Mi è stata chiesta la spiegazione per la poesia: Mettere ordine.


‘Mettere ordine

Presuppone un’idea precisa

Un letto di petali

Sopra un caos sotterraneo.’


L’arte non andrebbe mai spiegata perché ciò che arriva alla persona non si può catalogare, ci arriva a livello di emozione e segue un’esperienza personale.

Ciò che arriva a una persona può non arrivare a un’altra o comunque essere diverso.

Io ho dato una spiegazione generica ma la vera spiegazione forse sfugge anche a me, dal momento che pensando a quei petali pensavo alla cultura araba e alla bellezza di un letto cosparso di petali.













venerdì 6 maggio 2016

Microfono aperto



Domenica 8 maggio, festa della mamma, reciterò tre poesie tratte dal mio nuovo libro.
è un evento organizzato dall'associazione Lettelariamente che si terrà nel mio paese, 
che dire?
(son felice!:-)


mercoledì 4 maggio 2016

Scorci di lago


L’ultima raccolta poetica di Carla Bariffi “Geografia dell’altrove” edita quest’anno dalle edizioni Terra d’ulivi, ha il profumo del lago dove l’autrice abita con la sua famiglia e scrive. Il lago è quindi luogo fisico della memoria, degli affetti, specchio e metafora di quell’altrove che è  insieme misticismo, profonda ricerca, bellezza interiore ed essenza delle cose. Leggere i suoi versi è un viaggio dell’anima che porta con se i semi di una trasformazione sempre in atto, di una cura.

Nota di lettura di Mirella Crapanzano




Ogni cosa

all’infinito si ripete

per destino o per intercessione

di una matematica occulta.


*

Ubriacami di pioggia

poi sventrami

come la carpa

al sole

nel gesto preciso del Dio.