venerdì 14 marzo 2014

Abitare

Scriviamo come uccelli aggrappati
ad un filo di piombo
per esorcizzare la paura.


Quando si arriva a toccare certi abissi
bisognerebbe assumerne il fondo
magari raccontando quelle ombre
che tanto hanno occupato l'esistenza,
magari giocandosi tutto
col destino che reclama la sua voce
in un capitolo chiuso.


Muta di serpente
il disperato bisogno
di sperimentare l'amore.
Verso la creazione
si dirige la colpa.
[Noi, dentro].




23 commenti:

  1. l'ultima. e i primi 3 versi della prima.

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    1. la prima è di soli tre versi
      e da quando si misura la poesia per "familiarità"?
      quella nel mezzo potrebbe risentirne!

      scusa l'ironia;-)

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  2. I primi tre versi sono particolarmente belli ed evocativi.
    L'insieme mi piace molto. Soprattutto trovo che ci sia un crescendo negli ultimi tre versi.
    Un abbraccio
    Daniele

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    1. a questo punto, solo per voi, mi viene da effettuare una trasformazione:

      Scriviamo come uccelli aggrappati
      ad un filo di piombo
      per esorcizzare la paura.

      Verso la creazione
      si dirige la colpa.
      [Noi, dentro].

      (anche questa è sperimentazione:-)

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    2. distintissime!
      era solo un gioco linguistico ma restano sempre separate a priori poichè iil pensiero era separato all'origine, fanno parte delle estremità di un filo :-)

      ciao Gugl, grazie per l'attenzione

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  3. "un filo di piombo"

    (forse) -un filo a piombo-.

    un filo di piombo non credo che esista.

    ciao Carla, una buona settimana.

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    1. Filo di piombo inteso come cavo, filo della luce!
      a e di sono entrambe preposizioni proprie, ho scelto quella esteticamente più adatta.
      ;-)

      Ciao Michele, buon lunedì!
      p.s., ho cambiato programmi per Pasqua, non andrò più a Roma bensì a Praga.

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  4. Non dire scemenze, -filo a piombo- evoca la posizione tesa dell'uccello messo, aggrappato ad un filo in verticale, quindi in posizione "precaria" ecc,. Filo di piombo evoca (invece) il filo a piombo, l'immagine è quella quindi nella sua funzione d'essere verticale, e ridonda creando situazioni vuote, spazzi di interposizione. Conclusione si vede la scrittrice nell'intento di scrivere e si spegne l'immagine poetica che deve esser sempre tesa in (questi casi) verso la figurazione, in quanto s'usa una metafora di precarietà d'essere, essere in, essere tra, non essere fra che per giustezza è lo stato d'essere in quanto uomini.

    non v'è storia di preposizioni ma storie d'uomini.
    antipatico a sufficienza aer?
    ciao e una buona giornata.

    i fili di piombo sono venduti in bobine e servono per appesantire alcune parti delle lenze costruendo con essi anellini. oppure profilati nell'industria pesante per fare proiettili di vario calibro.

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    1. deliri!
      innanzitutto la poesia nasce come percezione di un qualcosa che va delineandosi piano piano, io non ho la tua familiarità con i fili a piombo verticali orizzontali o quant'altro, io ho la sensazione di voler esprimere una visione, per questo ho pensato al filo DI piombo visivo e non alla forma tecnica del filo!

      spero di averti chiarito il concetto perchè spiegare così una poesia la rende veramente impoetica!

      non si tratta di essere antipatici o meno ma di esprimere quello che si pensa con educazione, valore per me importantissimo.
      Ognuno è libero di pensare ciò che vuole.

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  5. L'essere "antipatico" è sostantivo (qui) all'essere ironico (con se). L'educato Aer. prevede questa forma.

    Preferisco usare il termine ragione che delirio.

    Una cosa è la nascita di –una- poesia- altra, quella delle poesie. Dubito assai, sul "piano piano", semmai si annovera questo svolgere in sensazione suggestione, sull'inghippo d'un certo tipo, dagherrotipo di poeta (quasi) moderno, postmoderno alla maniera del romantico. Come autoreferente d'una idea della poesia che s'innesca col mal di vivere. In realtà la poesia è scienza esatta è gode di tutti i privilegi della scienza, compreso quello d'essere sconfessata.

    Ciò' che l'autore vuole o vorrebbe è generalmente molto distante da quel che l'arte sua poetica esprime. Naturalmente si tratta solamente di retorica e musica, musica intesa non come ritmica, ma come decodifica attraverso resistenze conducibili a rapporti d'intensità: approvvigionamenti di segni che hanno corrispondenze con quell'istinto chiamato pareidolia.
    La nascita è cosa diversa da ciò che rappresenta, l’officina della poesia prevede macchinari semplici che sono usati in modo complicato per certi atteggiamenti che servono a fare della poesia lo scopo per essere “poeta”, secondo canoni alla moda.
    Il cantautore quindi più che il canto, la fisicità del poeta è la condizione all’esistenza della poesia, anzi è la poesia stessa, secondo lo stereotipo. La poesia assume l’atteggiamento del poeta, diviene confusamente confusa, e non passa in mente a nessuno che è solo un atteggiamento, una semplice forma ma vuota di contenuti e finisce per rappresentare solo immagini analogiche. Quando queste non s’impigliano da sole in fili e reti di piombo.

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    1. usa i termini che vuoi ma vieni al dunque!

      il filo di piombo ti da molto fastidio, è assodato, quindi dovevo usare un filo di seta?:-))
      lo sproposito più grosso è quando affermi che la poesia è scienza esatta!
      niente di più ingannatore, la poesia è sperimentazione, è pensiero, è filosofia, anche, ma quando diventa troppo tecnica e pretenziosa (come può essere la scienza) allora perde tutto il suo potere evocativo, introspettivo, magico, e diventa retorica, e si priva dell'autentico.

      non venire a spiegare a me che cosa è la poesia dal momento che la coltivo da quando ero bambina.

      (il dagherrotipo, poi, lasciamolo a Melquiades!:-)

      Se la prima poesia è venuta bene, non prendertela per un semplice filo di piombo!

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  6. Scusate se mi inserisco nella discussione ma per caso mi sono imbattuto in questo blog.
    Sono rimasto estasiato dalle poche poesie lette. L'elemento che ha scatenato il mio interesse è stata la consapevole naturalezza con cui vengono espressi i sentimenti. Una carica erotica, in alcuni versi, una carica che evoca dolore in altri.

    Mi permetto di dichiararmi totalmente in linea con Carla perchè la poesia è quanto di più lontano dalla scienza ci sia.
    Il poeta trasmette ciò che sente come vuole e può, sfruttando l'ispirazione e mettendola per iscritto.

    Grazie Carla, devi essere una ragazza brillante e interessante

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    1. credo si tratti di phatos ...:-)
      esprimi pure le tue idee liberamente, fa piacere avere scambi interessanti su cui ogni tanto soffermare l'attenzione, lo trovo distensivo!:-)
      e ... mi farebbe piacere una tua firma, se tornerai a trovarmi.

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  7. volevo scrivere Pathos...
    scienza e poesia sono distanti come il mare dalla bocca del cratere
    però si possono inseguire, possono giocare a nascondino!;-)

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  8. Non è che la scienza abbia ucciso la poesia, come suol dirsi comunemente (la poesia è funzione perenne e inestimabile dell’anima umana); la scienza l’ha superata nel campo stesso della fantasia. Di qui il conflitto.
    Davide è il mio nome, piacere di far la conoscenza di una donna così profonda e interessante :)

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    1. Calvino ha avuto un indirizzo scientifico durante la sua formazione, e non ostante questo si è prodigato in racconti in cui la fantasia è stata la più grande protagonista...il legame in fondo c'è
      se non guardiamo alla scienza come disciplina assoluta.
      le scoperte vanno sempre spiegate alla radice, devono avere un fondamento sicuro, la poesia lo oltrepassa...

      interessante scambio :-)

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    2. Già, interessante scambio :) E' bello trovare persone con cui si può dialogare in modo così approfondito e appassionato.
      Mi piacerebbe poter continuare questo botta-e-risposta senza magari tediare gli altri lettori..
      Troveresti sconveniente se ti lasciassi la mail?
      Davide

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    3. ma se è così divertente, tediare gli altri lettori!;-)))
      non ti conviene lasciare mail, con quello che c'è in giro ...

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  9. Massì, tediamo gli altri!
    Anche fede e scienza sono in perenne inseguimento tra loro...
    :)
    un abbraccio, Davide

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    1. c'è un bellissimo saggio in rete, riguarda il rapporto tra scienza e fede...molto interessante perchè lascia spazio al dubbio e il dubbio è la sana interpretazione del pensiero.

      http://www.dm.unipi.it/~granieri/scienza-fede.html

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    2. Un articolo molto interessante, grazie per averlo condiviso.
      Personalmente propendo per la scienza, ma trovo molto bella la conclusione dell'Autore:

      "La scienza è necessaria alla fede affinché non scada in integralismo o in credulità, in modo da recuperare il ruolo insostituibile dell'intelligenza nella vita dell'uomo.
      La fede è poi necessaria alla scienza perché essa mantenga una certa umiltà, e non perda di vista il punto centrale che è l'uomo, mantenendosi al suo servizio. Ma anche perché l'uomo possa mantenere quella parte di mistero che dà sapore alla vita"

      E difatti, che gusto ci sarebbe se potessimo spiegare tutto?
      Un abbraccio, davide

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    3. grazie a te per questo nuovo sguardo
      lasciamo il mistero dove è bello che resti
      ovvero, nella poesia
      :-)

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