mercoledì 30 novembre 2011

L'incantatrice di serpenti

Ci sono suoni che accompagnano
l'ordito del pensiero
quando questo si accosta al sentire.
Ed è comunione
- in silenzio -
dove il freddo è nel marmo
delle ginocchia.

L'uomo è un tessuto di nodi
violenza perpetuata nelle Ere
occhio di Golia
infiammato.

Ma cosa credi, di ammazzare la natura?
Sei un verme strisciante che arranca
non sai dove andare.
non sai
- guardare -
nel letto di certe parole
che solo a pronunciarle trema il vuoto.

rousseau-incantatrice-di-serpenti



















Natura, anima, spirito
i tre stadi fondamentali dell'Uno

apertura e scissione
- contemplazione -

Sono felice quando mi allontano
perchè riesco a vedere la forma
dell'indefinibile.

blub_ Elio Copetti











 
Apro l'agenda
per scriverti.

L'Uno solenne si presenta,
Assoluto
come l'intelligenza
quando circoscrive i concetti.
Emanantismo
che si estende a complemento
(tra l'oggetto ed il soggetto).

Scuola, di nomi, prioritaria
da Platone
che lo indica come principio
di entità che soggiace

alla molteplicità delle idee,
all' "indivisibile" di Aristotele,
tornando alla molteplicità 

emanata dall'Essere in Plotino

dalla trigonometria,
che studia i triangoli,
al ragno che crea
l'unione dei suoi angoli.


Non si sfugge
alla deteriorità del tempo
sul corpo e sulla mente
eppure l'immaginazione vince
questa lotta senza pari
lungo la sua elastica,
sorprendente evoluzione
portando la dimensione onirica
sul piano del reale.


Simonetta Martini_ Migrazioni










Per immagini
afferro la memoria.
Vorrei mi traducessi i chiaro scuri
che si sfilano dall'anima,
piano

Allora non sapevo
la tridimensionalità
dello specchio;
vagavo per i corridoi.
Le piastrelle maculate
riflettevano tigri di vetro.

Come non vedente
me ne sto quì, immersa nel liquido caldo
e piano una nenia mi sale
- lamento di terra lontana -
desertica come una frontiera.

L'inibizione
ha una sua eleganza
- fondamentale -
a chi amministra il cuore.

lince

è un'arma spietata
il silenzio.
Nel silenzio ogni dèmone compare
confonde i nodi.


Scheggia di fuoco
- la lingua -
Unghia affilata, oltre
la pelle che ride
- ride -
Nel morso del sacro
nel limbo che sa
l'immersione.


Io voglio l'attenzione
la perdizione
l'armatura!
La sincronia bambina che intontisce
e nell'affanno, in corsa
salva.

Rosa,
carnosa dipinge
nel petalo rosso linguaggi.
Caparbia restringe
l'essenza del marchio.

lunedì 28 novembre 2011

Arabeschi

Punto di flesso
l'incisione sul derma
al tatto si dilata in arabeschi
- percorrerli è la forza -

*

Scavare i tuoi silenzi mi ha insegnato
la protezione spoglia della vite
le sue nodosità, così perfette
esposte ad ogni tipo di intemperie.

*
Ci compiace
il delicato tocco
- la visione -
dell'essere leggero
- sostanza che attraversa
l'energia -

*
è una scissione
che posso accarezzare con la mente
rilievo tra le dita
- l'intuizione -
ciò che appartiene all'essere
- la vita -
e questo immenso dialogo
col volo.

* * *

Un velo oltrepassa le fessure
dei tuoi occhi invadenti
i miei capelli sanno
e le mie dita
la lingua e l'armatura
- la foglia
 che custodisce il bianco -

domenica 27 novembre 2011

Gocce imperiali

I prati bagnati
hanno un canto nascosto
- m'incanto -
laggiù, dove danza lo scatto
felino che annusa.

*

L'isolamento
è necessaria condizione
facilita la diagnosi del pane
assimila, nell'oasi che protegge,
la giusta direzione
l'ascolto che è sostanza di un paesaggio.

*

Feritoie,
ai lati dei lacerti trecenteschi
la parete si respira come il verde
(nel violetto, sullo spigo di lavanda)
dentro l'acqua, che una pozza costituisce
sul muretto freddo in pietra.
Dentro il raggio che conduce verso Oriente
la visione impallidita di un presagio.

*
Sono gonfi di sussulti
questi occhi miserandi di sapere
- quello che non ha studiato -
quello che la pelle, satura ha formato.

Si trattiene l'esperienza come un dogma.

*

Legno di ciliegio,
massiccio
da cui nasce la scrittura
- mia in questo intimo tempo -
Il sole la scalda e disidrata
- lei si piega -
e dall'unghia di rubino
esordisce.

*
L'insetto non da tregua all'aria,
la sferza e la comanda,
la riempie musicandola con grazia.
Più in alto si odono lamenti,
imperituri, come lo spazio
che non puoi toccare.

*

Esige un piacere assoluto
il corpo in ascolto
nel crogiuolo del sole
scintilla la pelle
nell'ambra dissoluta, nei meandri
nascosti come chiglie
cullate da un'acqua sovrana.

Massimo Stanzione-Cleopatra
*

Gocce imperiali
inaspriscono labbra illanguidite.
Lo scrigno non deve esalare
l'occulto sapere del cuore.

*

Immagino il contorno delle labbra
mentre premono sospese sulle mie.
Un intimo linguaggio le suggella,
tetragono riflesso di assonanze

transustazione di salive.

*

S'intrecciano i castani
verso la chioma aerea,
il corpo legnoso
è ruvido sotto la pelle.
Abbraccio la sua linfa consistente,
la sua pienezza gracile

la forza che comprime la formica.

*
Mi piace
l'improvvisa direzione di un pensiero
l'intrigante trasparenza del cristallo
quando dentro versi un vino decantato
dall'apologo del tempo.

Gli occhi, sgombri del superfluo
navigano senza salvagente.
Il lago può sommergermi di fronte
l'anima (ar) resta l'abisso.

*
Nasce da un taglio di cesoie
l'idea che si arresta sulla carta
- ruvida e bianca -
indisponente.

*
[Sarò la tua stella
la punta dell'ago che segna
il polo nascosto].

sabato 26 novembre 2011

Spirito critico

Lo spirito critico si matura con la lettura e l'esercizio.
Si tratta, sostanzialmente, di un lavoro di cesellatura sulla parola e sul senso che ne può derivare.
Sa con precisione dove va tolto il superfluo.
La sottrazione è la sua formula.

Per questo il lavoro di critico è un mestiere difficile, egli deve essere assolutamente imparziale su ciò che deve esporre nel suo giudizio critico.
Se esagera con le descrizioni e con gli aggettivi, rischia di risultare ridondante.

Io sono arrivata a pensare, nel caso dovessi desiderare di pubblicare un nuovo libro di poesie, di non farmi scrivere nè prefazione nè postfazione.
Il lettore potrà godere, in piena libertà e senza condizionamenti, del privilegio di deciderle lui.







venerdì 25 novembre 2011

Rouge et blanc

melogranoCascata di semi
in punta di papille
rosso sapore mieloso
in granuli disciolto ma
croccante nell'essenza ancora in crosta
divino presupposto del piacere,
l'ingoiarti.

Carla Bariffi


"Io sono la noce"
disse il morbido burro,
"la sete di giustizia
rinchiusa nel tuo mallo
e sono la fiamma
che trema al davanzale,
il respiro, che accende il tuo pensiero"..

"Io sono il burro"
- rispose la noce -
"che unge il pane,
t'insaporisce il vento,
lucida il mallo".

"E sono la passione"
- cantarono insieme -
"la rosa,
la spina del tuo cuore.
Sarò l'arpione che trafiggerà l'empia codardia
d'ogni misera statura,
la freccia che vincerà la nostra guerra,
la sfida che ti sussurra il vento sulle labbra"

Natalia Castaldi

Declinazione dell'azzurro


 
Di taglio

misuro l'orizzonte.

- Il lago è una distesa antropomorfa -

La punta occulta

della mia lingua umida.

giovedì 24 novembre 2011

Dharma


L'isolamento

è condizione preliminare
per ascoltare ogni vibrazione.

La legge del cosmo è rigore
- infilato in minuscole crune -

Dal gene incapsulato nella sabbia
la  mia particella di dharma compone
le rocce di Petra.

Un dualismo segreto è nascosto
nell'elettromagnetismo dello spazio
ne assorbo e rifletto
il neurone.

Qohèlet

La nostra coscienza è lambita
dal fiume dei sensi
domandiamo - ci domandiamo -
in continuazione
e non sappiamo
il volto preciso di chi
ci sostiene.

Mimèsi è portata di specchi
nei quali confondiamo la ricerca
il sè è nell'abisso che stenta
l'uscita alla luce
il sè è nel mistero del mondo
che non sa ricomporsi
il sè ce lo siamo perduti
nella giungla dei sogni
il sè è la lussuria che stira
i suoi passi voraci
non curandosi
di quanto sia importante
iniettare umiltà
nel gene dell'impronta.

L'incertezza ci rasenta come un muro
ogni volta che cadiamo
quando l'albero si piega
ed il vento spira forte sugli ulivi

la morte sa di terra calpestata.

E’ di questo non detto
che vorrei capire
di questo nero in fondo
- ancora in crepa -
che precede il dire
sostando come un
grumo nel suo morso.

Non ho più parole
per esprimere la rabbia
ed il rancore.
Il mondo cade a rotoli
in spirali di ferro
e fumo.

La viva fiamma
è bivacco lontano;
fa parte di una schiera
di sopravvissuti.

Non c'è luna
che tenga alle redini il mondo
e non c'è speranza
alla condanna di un uomo che soffre.
C'è solo l'appiglio del filo
sottile che porta il suo nettare bianco
dove il sangue ha smarrito i suoi globuli
rossi di pianto.

Con viviamo col dolore
spurgandolo da ogni male
ingannando il pudore del tempo
che non lascia margini
alla pietà.
- Orma di piede
di porco arroventato.

Dal serpente
apprendo l'arte della muta
dall'uomo
la codardia.
Si contorce, lei
sul tronco disperato dell'appiglio
nell'ombra che non lascia traccia
- affonda - nel nero del suo cuore disperato.
Ci siamo passati, noi
bambini svezzati dal suo rinnegarci l'amore.

L’olfatto del ricordo
si fa costellazione nel dolore.
Tutto fiorisce e sfiorisce
sotto occhi che accarezzano il cristallo.
Senza l’immersione
siamo naufraghi inconsapevoli.

Viviamo in mistura di ebbrezza
non più spontanea.
La spaccatura è nel filo
di piombo del tendine teso
nel voler cambiare
il mondo ed il suo sillabario.

martedì 22 novembre 2011

Elogio alla bellezza

Trovarti
nell’ora che tarda
la sera stellata tremante

Averti trovato e sapere
di nuovo negli occhi
quell’oro del seme,
la luce che porta la gioia
ad un cuore bambino.

*
Tu non chiedi nulla
solo mi dai
questi occhi nuovi
l’immensità di un luogo
che sacro racchiude le forme

ma i sensi dispiegano un punto
- Qui, sopra l’alloro -
Nel chiostro che vibra
unisono il nostro respiro.

*
Quale nome la bellezza
reca dentro il tuo sorriso?
Giacinti alimenta la notte,
così nitida e stanca.
- L’inverno sta fuori -

lake-annecy

Di rosa il cielo danzava
e tutto d’intorno taceva
dal cuore del lago
nel viola più intenso
- La sera –
Qui dentro mi batti
nel verde marino rubato
ai tuoi occhi sapienti…
Qui dentro al saluto del cielo
m’inchino.

*
Urna di fuoco
la mia bocca
la rosa che posa
sul rosso cratere le dita.
Urna stellata
la notte che
mi porti.

domenica 20 novembre 2011

Kantharos

Mi lasci sfogliare Verlaine
nella calma che trascende questo giorno,
il felino è in ogni spazio che non tocco.

Rasoi taglienti e
lucida agata mietono
fosforo agli angoli dell'occhio.

*
Disconnessioni
nell'aria benedetta
nel silenzio,
dell'eremo incantato.
I ricordi sono coccarde incandescenti
trafiggono lo sterno.
Strazio e gratitudine
sul sagrato del mio petto.

- Le lacrime hanno un'anima di scoglio -

*
Mi fu detto di osare
in tempi in cui
poteva essere mortale, la sfida.
Nomèa di sapienza
la mia vestizione
innata come la lingua

- madre -

*
Fossili insetto
incapsulati in cuore di resina
cristallizzato.
Frammentazione geografica sopravvissuta
grazie agli anfratti.

La sapienza è Arthropoda.
si tesse come filo di ragno.

*
Parassiti
ovunque
un'invasione.
I miei sogni sono infetti.

Tutta colpa di Kafka.

*

Tutto fiorisce e sfiorisce
sotto occhi che accarezzano il cristallo.
Senza l'immersione
siamo naufraghi inconsapevoli.

*
Sono gelosa
della mia solitudine.
Se respiro, incontaminati
gli spazi assoluti
sola, al centro del silenzio
governo sinfonie.

sabato 19 novembre 2011

Crateri

è l'attenzione
che ci modifica il dettato;
segue un suo corso preciso
distante dall'enfasi del cuore.
Affascinante
perchè reca privazioni.

*

Ottobre mi porta il tuo canto
tra le grondaie rosse
e l'edera di ruggine
lunga lingua incendiata di sole.
La musica è il supporto esigente supremo
beatitudine del cuore
balsamo, umidificante per la mente
lascia che sia l'abbandono
a te completo.

*

La tua bambina
ho sempre desiderato essere
sfuggendo al tempo al dolore e al declino,
sfera che sfida le sfere
nell'infinito spazio del mio spazio,
nel tenero sentire.

Photo


La carne del mio seno
è morbido conforto;
carezza di lacrima
sottile più di un'ala di falena
che si dibatte per la vita.

*

Niente altro che questi contorni
di rossi sfumati svettanti
crateri, su baratri obliqui
tuffati nel lago.

* * *

[Così morbido conforto
e sottile dibatterti
che con grazia sconquassi
l'altra parte del mondo].