mercoledì 28 marzo 2012

Eoni (esseri intermedi tra Dio e il Creato)

Non hanno tempo
certi frammenti predisposti del nostro sentire,
quando attingono a una fonte di sapere.
Sono veicolati da minuscoli eoni,
volatili e potenti,
come certe vitamine
che sotto la lingua rilasciano
lente percezioni sensoriali.


Accade così
anche con la memoria.




















































Narcotizzati
i predatori della notte
dietro maschere di vetro
non sanno cosa vedono.
Sono uomini menomati
della forma animale più pura.




* * *

http://rebstein.wordpress.com/2012/03/28/gadda-carlo-emilio-ix/#comment-21041



http://rebstein.wordpress.com/2011/02/28/diana-e-atteone/#comment-21045

domenica 25 marzo 2012

Tripudio del Segno

Sò del rigore che ti occupa
in certe circostanze
(invade anche me)

è quando si vuole strizzare
la martora del pelo,
di tutto quel pelo imbevuto
di denso colore

è come quando si vuole dirigere
l'orchestra del suono -in silenzio! -
mimando il Maestro.



I neri - corvini - capelli
nell'aria / risuonano.

giovedì 22 marzo 2012

Considerazioni sulla bellezza

…La bellezza è una cosa terribile e paurosa. Paurosa, perchè è indefinibile, e definirla non si può, perchè Dio non ci ha dato che enigmi. Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistono. Io, fratello, sono molto ignorante, ma ho pensato molto a queste cose. Quanti misteri! Troppi enigmi sulla terra opprimono l’uomo. Scioglili, se puoi, e torna salvo alla riva. La bellezza! Io non posso sopportare che un uomo, magari di cuore nobilissimo e di mente elevata, cominci con l’ideale della Madonna e finisca con l’ideale di Sodoma. Ancora più terribile è quando uno ha già nel suo cuore l’ideale di Sodoma e tuttavia non rinnega nemmeno l’ideale della Madonna, anzi, il suo cuore brucia per questo ideale, e brucia davvero, sinceramente, come negli anni innocenti della giovinezza. No, l’animo umano è immenso, fin troppo, io lo rimpicciolirei. Chi lo sa con precisione che cos’è? Lo sa il diavolo, ecco! Quello che alla mente sembra un’infamia, per il cuore, invece è tutta bellezza. Ma c’è forse bellezza nell’ideale di Sodoma? Credimi, proprio nell’ideale di Sodoma la trova l’enorme maggioranza degli uomini! Lo conoscevi questo segreto, o no? La cosa paurosa è che la bellezza non solo è terribile, ma è anche un mistero. E’ qui che Satana lotta con Dio, e il loro campo di battaglia è il cuore degli uomini. Già, la lingua batte dove il dente duole.

Tratto dalla prefazione di: Confessioni di una maschera di Yukio Mishima
 I fratelli Karamazov
F. Dostoevskij


Ecco un chiaro esempio di bellezza, questa è un'opera di Vihren Chakarov presa da quì:
http://www.premioceleste.it/opera/ido:114928/

in essa si può denotare evanescenza che evoca presagi, nostalgia della foresta fluviale, di ciò che mantiene equilibrio e nutrimento alla terra...evaporazione di un colore che va privandosi della sua forza vitale con l'avvento del progresso, nostalgia di un'era incontaminata e assoluta come solo la bellezza può essere.
ecco; la bellezza contiene in sè un'era preistorica.


Aggiungo la farfalla di Elio che ingloba la parte estetica del bello
e la parte scura, interiore, che dovrebbe rappresentare il mistero.



*Into the wild* è il film che ho visto ieri sera...un respiro profondo...
e si torna al concetto di bellezza come autenticità di un sentire più libero.



La musica araba non solo è bella, è affascinante!


*l'altra sera ho visto un documentario sui leoni , le gru e le gazzelle indiane.
Una meraviglia queste ultime, considerate sacre e lasciate libere di mescolarsi alla popolazione*


Germogli

Spurga, la vite
la linfa genuina
ramifica e attraversa
- in sospensione -
l'eternità dell'attimo.


[le opere firmate dallo stile inconfondibile che trasmettono la bellezza della natura senza la presenza dell'uomo sono sempre di Vihren Chakarov scoperto su Celeste]


* * *


Che meraviglia Darwin in questa posa...
(mi ricorda qualcuno...)


martedì 20 marzo 2012

Spalmare
la plateale con-divisione del mondo
negli intagli lavorati dalla mente,
distesi supini ad asciugare

al sole, e così vegliare
nella calma assoluta del ventre
notturno, la partecipazione interiore.

[è un orgasmo dei sensi
che la ragione possiede].

giovedì 15 marzo 2012

Einfühlung, En-pathos, Empatia (le tre E)

Proiezione 
di emozioni soggettive
nell'oggetto contemplato
generano plancton che galleggia.


* * *







ho aggiunto il suonatore Jones...

domenica 11 marzo 2012

Neve di primavera, Yukio Mishima


Ho terminato il libro poco fa, nel crepuscolo imperante della sera che accarezza le ore più belle, le sfumature più malinconiche.
Ci sono capitoli che vorrei riportare per intero, scene che meritano di essere meditate per la loro profondità.
Posso dire, a caldo, che la cosa più incisiva di tutta questa straziante storia di amore e amicizia si confronta duramente con la fredda determinazione di un rifiuto categorico; quello della badessa.

Tutta la storia ruota intorno a tre figure:
La figura di Honda rappresenta l'Amicizia, quella di Satoko l'Amore, quella di Kiyoaki, la leggerezza.

* * *

Non mi dilungherò sull'introduzione e sulla descrizione dei vari personaggi, il conte, il marchese, ecc.ecc....ma focalizzerò l'attenzione su parti del romanzo che mi hanno colpito di più.
La lettura ha iniziato ad entusiasmarmi verso la metà del libro, quando i personaggi hanno cominciato ad intrecciare le loro storie e i loro sentimenti, quando le descrizioni sono scivolate nelle visioni, e tutto ha preso un colore e un sapore doloroso e lacerante.

* * *
pag. 249:

La prima illustrazione erotica del rotolo raffigurava un monaco dalla veste kaki e una giovane vedova, entrambi seduti di fronte a un paravento. I disegni erano spigliati e arguti, e la faccia del monaco era realizzata come un gigantesco fallo. Poi il monaco si gettava sulla donna per abusare di lei.
La giovane vedova si opponeva , ma i lembi della veste erano già spalancati. nella scena seguente i due erano nudi e stretti l'uno all'altra, e la donna aveva un'espressione serena.
Il fallo del monaco era nodoso come le radici di un enorme pino, e per il piacere la lingua marrone gli penzolava dalla bocca.
Le dita dei piedi della donna erano dipinte con il bianco di Cina e, nel rispetto delle tradizionali regole compositive, erano profondamente ripiegate all'indietro.
Dei tremiti la percorrevano dalle cosce bianche e avvinghiate fino alla punta estrema dei piedi, dove la tensione alle dita appariva come lo sforzo con cui cercava di trattenere l'estasi sul punto di esplodere. Agli occhi del conte la donna sembrava degna di ammirazione.
Al di là del paravento, due novizi erano saliti su un mokugyo e su un tavolinetto per sutra per sbirciare dalla parte opposta del divisorio. Si trovavano uno a cavalcioni dell'altro, e non riuscivano più a frenare la loro eccitazione.
Il paravento era caduto comicamente in terra e la donna cercava di fuggire per nascondere le proprie nudità, lasciando l'abate senza la forza di muovere un rimprovero. A quel punto iniziava una scena oltremodo violenta. I membri dei novizi erano quasi della stessa dimensione della loro altezza: evidentemente il pittore aveva pensato che le misure reali dei falli sarebbero state inadatte per esprimere l'intensità della passione.
Nel momento in cui si avventavano sulla donna, vacillando sotto il peso dei falli, sui loro volti si incideva una tragica e inesprimibile comicità. Al termine di quella dura prova, la donna prima impallidiva e poi moriva. La sua anima si alzava in volo. Riappariva poco dopo tra le fronde di un salice che il vento agitava vorticosamente, sotto le sembianze di un fantasma con una vagina al posto della faccia.
Da quì il rotolo perdeva la vena umoristica per trasformarsi in un'opera sinistra. Svariati fantasmi con la vagina al posto della faccia, le bocche rosse spalancate e i capelli arruffati, attaccavano gli uomini. Questi, che correvano qua e là cercando di mettersi in salvo, non avevano difese contro i fantasmi che volavano verso di loro con la rapidità di un fulmine per strappare a morsi i loro falli. Non si era salvato neppure il monaco.
L'ultima scena si svolgeva in riva al mare, dove gli uomini nudi ed evirati urlavano e piangevano. Un'imbarcazione carica di falli appena strappati salpava verso le acque oscure e profonde del mare. A bordo vi erano i fantasmi con la vagina al posto della faccia. mentre l'imbarcazione si allontanava, i fantasmi - con i capelli al vento e le mani cadaveriche distese lungo i fianchi - dileggiavano gli uomini rimasti a disperarsi sulla spiaggia. Anche la prua puntata verso il mare aperto era modellata a forma di vagina, e un ciuffo di peli posto a un'estremità si agitava nelle spire della brezza marina...

* * *

Piuttosto grottesca questa parentesi della narrazione, ma degna senz'altro di un posto nel girone dei dannati del caro amico Dante!

(il prossimo pezzo che mi ha colpito è la preparazione alla tonsura di Satoko).

* * *
Pag. 274

Nel momento in cui Satoko chiuse gli occhi e iniziò a salmodiare il sutra, le sembrò di fluttuare leggera sulle onde delle voci di quel canto solenne, come una nave che levi l'ancora dopo essersi liberata dal peso del carico nella stiva. Continuò a tenere gli occhi chiusi. Al mattino la sala di culto era fredda come una ghiacciaia. Lei galleggiava sull'acqua, ma tutt'intorno si estendeva una spessa e levigata lastra di ghiaccio. Improvvisamente nel giardino un'averla lanciò un grido assordante, e per pochi istanti una crepa simile a un fulmine si aprì sulla distesa di ghiaccio.
Il rasoio scorreva sulla sua testa con estrema precisione, sollevando a volte un rumore simile al digrignare degli incisivi bianchi e affilati di un piccolo roditore, altre scivolando silenzioso come i molari di un mite erbivoro. A ogni ciocca di capelli che cadeva, la pelle del cranio di Satoko veniva punta da un freddo mai avvertito prima. Più si liberava dei capelli corvini colmi della malinconia e del calore dei desideri carnali che si frapponevano tra lei e l'universo, più sull'epidermide della testa regnava un mondo puro, freddo e incontaminato, e quanto più la superficie di pelle rasata aumentava, tanto più Satoko avvertiva una sensazione di freddo pungente simile a quella che avrebbe provato se gliel'avessero cosparsa di menta.

[opera di Vihren Chakarov]
Immaginò che quel gelo fosse lo stesso che avvolge il suolo di un corpo celeste senza vita come la luna nel momento in cui viene in contatto con il freddo siderale dell'universo.
Rinunciando ai capelli si stava allontanando dal mondo, e più questi cadevano più il mondo si distanziava da lei. I capelli erano una sorta di messe. Le chiome corvine che racchiudevano i soffocanti raggi estivi del sole ricadevano al suo fianco. Si trattava però di una messe senza valore e questo perchè, nel momento stesso in cui la chioma lucente veniva recisa, diventava un brutto corpo senza vita. mentre si disfaceva della parte del proprio essere che aveva la relazione estetica più intima con la sua esteriorità, Satoko si allontanava dal mondo come un braccio o una gamba recisi si distanziano dal corpo cui erano uniti.

(Quando fu completamente rasata, con aria solenne la badessa disse: "saper rinunciare al mondo dopo che ce ne siamo distaccate è la cosa più importante. Sono davvero ammirata della tua determinazione".)

* * * * * *

Con la sua bella voce, la badessa gli rivolse quindi un discorso di grande valore dottrinale che lui però quasi non ascoltò, scoraggiato com'era all'idea di accomiatarsi e tornare ad affrontare la disperazione dell'amico.
Indra è la divinità indiana: ogni volta che getta la rete , nessun uomo o essere vivente può evitare di rimanervi impigliato. Tutti gli esseri viventi finiscono prima o poi nelle sue maglie. Tutte le cose nascono dalla legge di causa ed effetto: questo si chiama Karma, ed è rappresentato dalla rete di Indra.
Il Trattato delle trenta strofe di Vasubandhu, il bodhisattva fondatore della dottrina yuishiki, costituisce il testo di riferimento di questo tempio, che appartiene alla scuola Hosso. La legge di causa ed effetto della dottrina yuishiki si fonda sulla "coscienza araya". Araya è la trasliterazione del termine sanscrito alaya, che vuol dire "magazzino". In esso sono contenuti i semi da cui si originano tutte le attività.
Oltre alle sei forme di conoscenza - vista, tatto, udito, olfatto, gusto e intelletto - tutti noi ne possediamo una settima: la conoscenza del mana, ovvero di se stessi.
Ancora più in fondo vi è la coscienza alaya. Nel Trattato delle trenta strofe è scritto che "quanto muta di continuo è come un torrente impetuoso". Scorrendo come le acque impetuose di un fiume, la coscienza alaya non si arresterà mai. Questa forma di coscienza è la summa delle retribuzioni karmiche di tutti gli esseri senzienti.

Dalla forma immutabile della coscienza araya, il Mahaya-nasamgraha (Compendio del Grande veicolo) Asanga ha sviluppato una teoria della retribuzione karmica specificatamente connessa con il tempo. Si tratta della contemporanea interconnessione  tra la coscienza alaya e la legge della corruzione della mente dai desideri e dalle passioni terrene. Secondo le teorie della dottrina yuishiki, le leggi momentanee del presente (queste in realtà non sono altro che la coscienza) esistono e interagiscono tra di loro,. Superato questo momento, la coscienza di araya e la legge della corruzione della mente dai desideri e dalle passioni terrene si annullano, per rinascere l'attimo seguente e generare una nuova connessione di causa ed effetto. Il tempo si genera dall'estinzione, attimo dopo attimo, di ogni essere vivente (la coscienza di araya e la legge della corruzione della mente dai desideri e dalle passioni terrene). L'ininterrotta sequenza temporale che insorge dall'interruzione e dall'estinzione che avviene in ogni singolo istante può essere paragonata alla relazione che unisce un punto a una linea...
Honda si sentiva sempre più coinvolto da quella erudita esposizione, ma considerato il momento, il suo interesse per lo studio delle leggi naturali non riuscì a destarsi. La difficoltà della terminologia  buddhista lo investì di sorpresa come un rovescio improvviso. L'idea che la legge di causa ed effetto sarebbe da sempre esistita e che contenesse in sè il trascorrere temporale era in contraddizione con la teoria che riconduceva  l'esistenza del tempo all'azione della retribuzione karmica.

giovedì 8 marzo 2012

Intellettuali

si salvi chi può!

Non lo scrivo in tono sarcastico, ma realistico.
Diffidare, vivamente, di chi basa la sua conoscenza sulle "astrazioni" mentali.
Cosa si intende per astrazione:
ciò che non è spiegabile con l'esperienza,
ciò che non è vissuto ma solo idealizzato.
L'intellettuale si basa solo sulle idee, non tiene conto del vissuto individuale, e quindi della persona.

E poi è stato detto (da un certo Lèon Paul Fargue, sotto la lampada):
L'artista contiene l'intellettuale.
ma quando mai!!!
(la lampada era spenta:-))

- Occorre più intelligenza, che gli intellettuali non abbiano. Occorre pensare con tutto il corpo -

(Elio Vittorini, che mi trova concorde).




L'intelletuale è limitato dalla circoscrizione della sua mente, dimentica le origini
ignora ciò che è al di sopra, rinnega l'interiore.
L'intellettuale spara al mondo la sua ipocrisia accondiscendente, sicuro che vincerà.
che insolenza!

mercoledì 7 marzo 2012

Improvvisazione

L'improvvisazione
deve salire dal *Ferino*
non si pianifica - s'infuria -
se solo prometti di svelarla!
I polsi trasmettono il dettato
dalla vena, lo traducono in segni
- l'occhio è un lancia fiamme di pupille
pietrifica in sale -
e il sapere è l'emersione del cosciente
sullo strato incosciente che partecipa
invisibile alla ragione.

sabato 3 marzo 2012

Teodicea

Ibrido,
ai bordi del nulla
che nulla non è.

La finestra è spalancata sui campi;
quegli stessi campi che hanno visto posare
ali di corvo su fiori di pesco.
Questi nuovi campi che guardano
la nuova transumanza del pensiero.




Odio i poeti
il loro atteggiamento sottomesso
alla logica del compiacimento.
Piuttosto preferisco i filosofi
quelli che analizzano gli eventi
(gli enti generati e non creati)
osservatori attenti
di un'ombra ermafrodita.


venerdì 2 marzo 2012

Polifonie

http://www.poiein.it/premi_letterari/Turoldo2011/Bariffi.htm


" L'intelligenza può essere guidata solo dal desiderio. E perché ci sia desiderio ci deve essere anche piacere e gioia. L'intelligenza si accresce e dà frutti solo nella gioia". (S. Weil)