lunedì 29 dicembre 2014

SONETTO DEI DESTINI: Rembrandt e Hendrickje

Quanto desiderio nell'amare e nel fare arte, quanto slancio; bellezza nei corpi amati, bellezza dalle menti amanti: per Hendrickje Stoffels.






Il corpo contemplato, soggiogante,
desiderato, amato, tra lenzuola
nudo o nell'acqua di luna nascente,
oh corpo di luce tra le lenzuola!


Operoso il mattino di Amsterdam?
Sospirosa la notte, vita e gemiti,
desiderante amplesso e accesi tremiti
prima che giorno sia ad Amsterdam.


Desiderio di dita che al pennello
sollecite, che tra le cosce ansanti,
ed ebbre febbricitanti pitturanti,


desiderio da sguardo morbidissimo
che al corpo di Betsabea reclina,
che al contorno dei seni una mattina . . . . .


Antonio Devicienti

domenica 21 dicembre 2014

Torneranno i prati


Pochi giorni fa ho visto l'ultimo capolavoro di Ermanno Olmi, Torneranno i prati, un film dai colori essenziali, il bianco e nero, sul tema della guerra, dove la trincea fa da scenario primo.
Si parla poco delle cose di valore, domandiamoci perchè...
Voglio indicare le cose che di questo film più mi hanno emozionato:

il canto del portatore del rancio, un napoletano, che con il suo mulo sfida il gelo e il nemico ...nella notte argentata dalla luna, solo il suo canto e il respiro del nemico, vicino, a sua volta incantato...
la fotografia della neve, quando cade dall'alto ...
le cose che popolano la trincea, le foto dei cari, gli accessori per il cibo
alcuni dialoghi in dialetto veneto
la lettera, dedicata alla madre, che il giovane ufficiale legge ad alta voce, uno dei momenti più intensi
il coraggio di chi abbraccia la morte
il larice che poi viene incendiato
la mancanza di musica.



mercoledì 17 dicembre 2014

Canto sospeso



Giornata come una preghiera
un padre nostro recitato dal maestro,
un dono che narra ciò che resta ...

* * *

Pubblico alcune poesie tratte da: Giornata di Sebastiano Aglieco - Ed. La Vita Felice
L’ordine è sparso, volutamente, come la scelta e i frammenti colti.

* *

Dicono di un contatto
Con ciò che sta per venire
Una ventata di foglie nell’atto della resa
Scardinata l’appartenenza al mondo
Allo stare e alla misura.
Ma c’è qualcosa che la terra avvicina
Alle nostre bocche
Quando ci arrendiamo o ingiuriamo
Poi torniamo nelle viscere
A un canto sospeso.
- Tutto ritorna, non sei contento? -
Vengono le parole a reclamare una città tra gli uomini;
ora dobbiamo sostare
lasciare il canto alto a quella luce impaziente
imparare a sondare la preghiera della terra
essere contenuti e contenere
nel vento che abbassa tutto.


Ora mi rivolgo a voi, nell’ora
Più tarda a venire, quella dove un
Numero si para davanti a noi stessi e
Non ci fa proseguire, un numero da
Rompere con il solo pensiero
Per la promessa di un nuovo paesaggio.
Era questa la poesia, ancora questa:
robinie mosse dalla pioggia
attesa di una tregua.


Ma tutto questo si specchierà negli occhi
E il mare sarà calmo in un paesaggio di luce.
Ora capisco come si è ghiacciati
Come si è improvvisamente dimenticati
Seccati nel ricordo già prossimo venturo
Unico modo per essere nella parola
Distanti da ciò che occorre dire
Fermàti per il tempo che bisogna
Ancora dimenticare.


Se potessi rompere l’incantesimo
Chiudere i quaderni e uscire al sole
Pregare con un pensiero chiuso
A contatto frontale!


Non c’è niente che ci renda felici
Non esiste un canto per onorare tutti:
i morti che ci hanno preceduti
i vivi che ci hanno accompagnati.

*

Nero seppia

In questo paesaggio
Rimangono due mani che vangano la terra
Un albero gira ed è tutta la preghiera.
Vorrei essere semplice nel dire
Come questo tuo parlare senza colore
L’inizio del segno, o solo la sua conclusione.
Gli uomini sono nel mezzo.
Qualcuno si è allontanato e
Ci ha lasciati soli
I poeti rimangono in un cappotto
Sono attenti, nella distanza delle mani.

Chi è necessario dice ciò che resta
E non vuole niente.


* * *

venerdì 12 dicembre 2014

Provocazione in forma di aforisma 3


Omettere
incatalogare
creare
mistificare
ognuno concorre a rincorrere un premio
(il suo ego disperato).

Nessuno più legge
si finge
- solo i maestri resistono -

La mora dietro il cespuglio
non si rivela
si offre.




di Marina Pizzi
Ormai l’agosto è un panico di lucciole
e la picchiante aureola del sole
è la madonna ossuta di una nicchia,
il ragazzo che accanto
zoccola alle more.

martedì 9 dicembre 2014

Trattato del ribelle


Mi soccorse la parola, la sola ombra
che ha sangue e carne.
Mi dette la pietà che occorreva.

Maria Marchesi, "L'occhio dell'ala"



*

Il volto ha sembianze primordiali
ogni cosa, a suo tempo,
era pregna dell'essere degno
di una partecipazione.

Forse era più umano
non conoscere il dominio

mercoledì 3 dicembre 2014

Melancholia



Melancholia

Pou piezi sto stithos mou
Htipai htipontas ta htipimata
Takouniou sto krio monopati
Hiftissas psihis, tsiganas
Pou horevi kai
Anapidai sto stithos i floga tou.






Malinconia
Che preme sul mio petto
Batte battendo i colpi
Di tacco sul selciato freddo
D’anima zingara, gitana
Che danza e
Scalpita nel petto la sua fiamma.

lunedì 1 dicembre 2014

Bianco di seppia



Sono immersa
nella vasca da bagno.
Non mi importa
se sopraggiungerà la morte,
se l'essere ontologico
si avvicina all'empiristico.

Mi interessa Sentire
la risposta del mio derma
che raccoglie ogni goccia dal marmo
bianco di seppia.