lunedì 17 dicembre 2012

Imbrunire


A sera quando le campane suonano la pace,
seguo i meravigliosi voli degli uccelli,
che in lunghe schiere, come pii cortei di pellegrini,
si dileguano nelle chiare autunnali lontananze.

Vagando nel giardino sommerso dal crepuscolo
inseguo in sogno le loro sorti più chiare
e sento appena muovere gli indici delle ore.
Così seguo i loro viaggi al di là delle nuvole.
Ed ecco un alito mi fa tremare di sfinimento.
Il merlo si lamenta, negli sfogliati rami.
Ondeggia la vite rossa su rugginosi cancelli,
mentre come ridda macabra di pallidi bambini
intorno a oscuri margini di fonti che si logorano,
rabbrividendo al vento si piegano astri azzurri.

Una poesia di Georg Trakl

* * *

Non conosco per niente questo poeta austriaco, tormentato dall'angoscia e da certi desideri un pò torbidi...ma come una magnetica pietra mi sento attratta da tutto ciò che si collega creando mosaici di senso e quadri paesaggistici di delicato impatto emotivo.
Ho corretto un pò la traduzione nei punti che mi parevano deboli...il vero titolo sarebbe stato: disfacimento.

2 commenti:

  1. è come avesse paura di un momento di grazia, di felicità
    come sentisse di non meritarla, davvero particolare

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    1. davvero particolare la sua storia, caro Massimo
      l'ho letta ieri sera e mi ha confermato come le voci più singolari derivano quasi sempre dal tormento interiore, dai fantasmi del desiderio.
      potrei elencarli tutti qui i poeti dannati e maledetti.

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