venerdì 14 dicembre 2012

"ali di corvo su/fiori di pesco"

Cara Carla, l'altra sera ho letto tutte le tue poesie. mi sono seduto fuori sul minuscolo balconcino della mia casa. una pianta e pochi fiori. non mi siedo mai fuori. mi sono acceso una sigaretta , cose che non faccio più dopo ben altri trascorsi, e ho letto il tuo libro. ero in uno stato di angoscia fortissima che mi mangiava dentro. come un cane nero. il senso di soffocamento che ci fa arrancare per trovare ovunque, in altri occhi e parole, un minimo di partecipazione a una stessa situazione. con questo stato d'animo ho letto i tuoi versi. e l'aria del lago è giunta come un balsamo dorato. queste poesie leggere si stagliavano davanti alla mia crescente percezione del vuoto e divenivano dure, come a non volermi far passare.


Oggi poi ho ripreso in mano il tuo libro e l'ho riletto tutto e ho visto altro. tu mi hai detto che speravi che queste tue poesie mi facessero respirare che mi donassero aria, ma forse il titolo "aria di lago" è ingannevole. ho avuto la sensazione leggendo che in questo tuo libro ci siano due poeti in una stessa lingua. certo la suddivisione in sezioni già di per sè necessita di una diversa modulazione della lingua, ma quello che ho percepito è che gli sbalzi sintattici sono giocati su due registri e che questi sbalzi si condensano in un diverso uso delle immagini.
a volte i versi divengono definitivi, quasi sentenziosi, e qui pare che l'immagine si stagli meglio, scolpita e cesellata. altre volte, , soprattutto nel gioco nel labirinto è come se ti liberassi da costrizioni interne e ti lasciassi più andare nel dire e meno nella lingua.
dicevo che il titolo "aria di lago" è ingannevole perchè ho sentito un forte senso di prigione. forse leggere aria di lago dà l'idea di qualcosa di aperto, che va verso le valli e le montagne, leggero. ma nelle tue poesie c'è molta più complessità e tormento. sembrano strutturate su due registri ma due linguistici. un altro pensiero. perdona magari la poca chiarezza ma sono considerazioni sentite e scritte come un dire a voce. secondo me dovresti osare di più: dovresti perchè lo puoi fare. e lo puoi fare perchè lo dimostrano versi bellissimi. nel senso: sembra che tu abbia quasi paura ad osare di più, di spingerti più a fondo nella lingua forse perchè non ti ritieni brava quanto in realtà sei. un senso di insicurezza. le tue poesie hanno un grandissimo vanto: più si leggono più ci si ritorna sopra e più si scoprono nuove dimensioni. e questo è fondamentale. essere cristallo permette alla luce di flettersi in altri colori. e così il tuo respiro leggero diviene reciso e poi si flette in arie che vogliono dire, esporre il proprio sentire e poi condensarlo in sentenze da ecclesiaste dove è il verbo essere a scandire i versi.
penso che la tua scrittura si possa racchiudere nel verso "ali di corvo su/fiori di pesco".


Si può dire molto di più. intanto ti scrivo questo. non è un'analisi critica al tuo libro ma solo sensazioni di pelle forse un pò confuse nate dopo la lettura.

ciao
a presto
paolo

31/05/07

7 commenti:

  1. Qualche volta mettendo a posto si trovano delle cose belle
    e care

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  2. E' bello che tu le abbia condivise.
    Stefano

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    1. grazie Stefano, ne ho trovata un'altra più breve, e sarò lieta di condividere anche quella :-)

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  3. Bella lettera, ed anche il molo innevato, assume un'aria così.. metafisica. Ma la bambina chi è?

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    1. Grazie Elio! la bambina sono io, ieri ho trovato per caso la foto, stavo archiviando le bollette della luce!
      bella faccia da monella vero? :-)))

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  4. la foto del molo invece è di ieri, freschissima come la neve!;-)

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