domenica 8 gennaio 2012

sul significato di Bellezza

In generale, ciò che ha vita non possiede, come il Padiglione d'oro, una sola ed unica essenza.
Gli esseri umani ricevono dalla natura una parte delle sue diverse qualità, e non fanno che ampliarle e svilupparle con un efficace metodo di combinazione.


pag.239-240-241 - Il padiglione d'oro, Yukio Mishima

* * *
A mano a mano che il ricordo della bellezza si ravvivava in me, proprio l'oscurità diveniva lo sfondo su cui potevo sistemare a piacere la visione.

In quella forma tenebrosa e appiattita si celava tutto quanto avevo ritenuto bello. Grazie alla memoria, i vari dettagli estetici presero a luccicare uno ad uno uscendo dalla circostante oscurità; e poi quel luccicchio si ampliò, si estese, finchè l'intero padiglione emerse dinanzi a me illuminato come non mai da quella luce che non è nè giorno nè notte, e che è il tempo medesimo. Era come se mi fossi impadronito della visione di un cieco.

L'esterno s'era fuso con l'interno.

* * *
La bellezza sintetizzava quella lotta o contrasto tra le varie parti, e insieme ne rimaneva al disopra!
Il Padiglione era stato costruito con polvere d'oro in una prolungata notte senza lume, come un sutra miniato sulle pagine blu scure d'un testo liturgico. Tuttavia ignoravo se la bellezza fosse una cosa sola col Padiglione stesso , ovvero se fose d'una specie con la notte ed il nulla che lo circondavano. Probabilmente era tutto: le singole parti dell'edificio, il suo insieme, e la notte che lo racchiudeva.
A questo pensiero sentii che il mistero della bellezza del Padiglione , che tanto m'aveva tormentato, stava per svelarsi.

* * *
Se si esaminavano i singoli particolari - i pilastri, le balaustre, le imposte, le porte, le finestre ornamentali, i tetti spioventi, l'Hosui-in, il Choondo, il Kukyocho, il Sòsei, l'immagine riflessa nello stagno, l'isolotto, i pini e anche gli olmetti- si avvertiva che in nessuno di essi la bellezza era compiuta; giacchè in ciascun elemento vi era un accenno della bellezza degli altri.
La bellezza d'ogni singola parte era per se stessa carica d'inquietudine: vagheggiava la perfezione senza possederla, e inevitabilmente anelava a quella delle altre parti.
I vari accenni, così collegati tra loro e relativi ad una bellezza che non esisteva in nessuno di essi individualmente, costituivano la caratteristica essenziale del Padiglione d'oro.

Essi erano dunque segni del nulla; e il nulla era la vera essenza di quella bellezza.



Certi scritti fanno pensare ad una musica, e a tante piccole considerazioni, che trovo difficile esternare ora, ma ci voglio provare, perchè Mishima lo merita.
Il finale non mi ha deluso come pensavo, anzi, alimenta quella forza che sempre ritengo suprema, la vita.

*La bellezza*, non c'è scampo da essa, non c'è salvezza, e non è vero che il nulla le si avvicina.
Certo, nella bidimensionalità dello spazio è facile inciampare, distrarsi, vaneggiare...
Ma lei c'è, inesorabile in ogni espressione, nella selvaggia prova che la natura le porge.
Lei è la tentazione, la visione, la determinazione
e la caduta.
La scoperta di un limite, anche questo è bellezza, la rivelazione, che da ogni sfumatura si coglie,
la deformazione del piede, la balbuzie.
Dove c'è limite, esiste il desiderio di combatterlo, e questa è bellezza.
la lotta, l'intrepida idea.
Bisogna diffidare dell'architettura quando questa si mostra solo esternamente, la vera architettura deve partire dal centro, dall'interno, ed irradiarsi senza discriminazione su ogni cosa.
Ma se vuole solo apparire, allora il suo fine è già minato dalla mancanza di struttura.

12 commenti:

  1. "Essi erano dunque segni del nulla; e il nulla era la vera essenza di quella bellezza"

    Essi erano dunque segni di "Dio" [del nulla]; e "Dio" [il nulla] era la vera essenza di quella bellezza.

    Per noi occidentali questo autore (M.) ha forse un significato diverso, da quello giapponese. Essi hanno modi diversi di concepire lo spazio, partono sempre da prospettive "molto lontane" periferiche.. l'orizonte, il mare, raramente esistono come "io". Scusa l'intrusione, era così per dire qualcosa... una scusa per augurarti una buona domenica ed inizio settimana.

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  2. Carissimo Michele, grazie per le tue considerazioni, sono tasti delicati.
    stasera ti rispondo...
    p.s., non devi scusarti, mi fa piacere confrontarmi con persone intelligenti...
    buon inizio settimana!

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  3. ..mi piacciono sempre le analisi, le tue partono sempre da un concetto definito e approdano a molti altri... lanciano sassolini senza ferire.. ma sassolini per indicare la tua via, mi piace il tuo modo di "vedere" la bellezza.. la sua oggettività o la sua soggettività..

    concordo sull'impossibilità di considerarla nulla, perchè l'analisi scaturisce essa stessa da un qualcosa al suo "inizio"... onde per cui il resto ne aggiunge spessore pezzo dopo pezzo..

    il nulla a volte spaventa, ma non è mai il nulla.. ma il senso che noi diamo a quel nulla..

    ops ma si era partiti dalla bellezza...

    :-)

    un abbraccio..
    m.

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  4. ecco perchè tutto questo interesse intorno al Nulla, Dio lo rappresenta magnificamente!

    il protagonista Mizoguchi è un personaggio particolare, insicuro, balbuziente, timido e introverso, ma capace di studiare un piano incendiario nei minimi particolari, e questa sua lucidità preparatoria è dovuta al *desiderio* di voler eliminare proprio la fonte del suo desiderio...è interessantissima la psicologia che trapela dai vari personaggi.
    lui vuole che l'altro, l'interlocutore, gli legga dentro il tumulto che prova e che non riesce a esternare.
    ha bisogno di leggere l'approvazione negli occhi dell'altro.
    questo può bastare a spingere all'azione...
    ma non basta a placare il tumulto interiore.

    è vero, bisogna essere orientali anche nella cultura per poter apprendere certe sfumature...

    * * *

    Ciao Moni, molto gradita anche la tua analisi :-)

    a presto

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  5. Credo, dico così per chiacchierare, che l'ideogramma -kanji- in giapponese, scrittura di dervazione cinese, dicevo l'ideogramma della parola "nulla" -Mu- sia intraducibile. Tale idiogramma è peraltro scolpito nella lapide del grande regista Ozu, e sinceramente penso che per noi occidentali sia davvero una impresa poter comprendere il nulla giapponese. Forse il filosofo Liebniz, più di ogni altro è riuscito nell'"impresa".... Bella la lezione di Deleuze rintracciabile su you tube,(http://www.youtube.com/watch?v=biq7dD9qZ1Y) su Liebniz, alla fine dopo due ore e passa forse è comprensibile meglio questo passaggio di M. " si avvertiva che in nessuno di essi la bellezza era compiuta; giacchè in ciascun elemento vi era un accenno della bellezza degli altri". Se hai voglia di sbobbinarti la lezione credo attorno 1.40 ossia dopo un ora e quaranta si può compredere quanto da me detto qui. Questo naturalmente, non ha niente a che fare con le tue considerazioni, sulla bellezza che di certo hanno valore indipendente. Questa risposta, non risposta ha l'aria spensierata e di chi non vuole dir nulla.. ma il nostro nulla s'intende. una buona serata. Mic

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  6. Credo, dico così per chiacchierare, che l'ideogramma -kanji- in giapponese, scrittura di dervazione cinese, dicevo l'ideogramma della parola "nulla" -Mu- sia intraducibile. Tale idiogramma è peraltro scolpito nella lapide del grande regista Ozu, e sinceramente penso che per noi occidentali sia davvero una impresa poter comprendere il nulla giapponese. Forse il filosofo Liebniz, più di ogni altro è riuscito nell'"impresa".... Bella la lezione di Deleuze rintracciabile su you tube,(http://www.youtube.com/watch?v=biq7dD9qZ1Y) su Liebniz, alla fine dopo due ore e passa forse è comprensibile meglio questo passaggio di M. " si avvertiva che in nessuno di essi la bellezza era compiuta; giacchè in ciascun elemento vi era un accenno della bellezza degli altri". Se hai voglia di sbobbinarti la lezione credo attorno 1.40 ossia dopo un ora e quaranta si può compredere quanto da me detto qui. Questo naturalmente, non ha niente a che fare con le tue considerazioni, sulla bellezza che di certo hanno valore indipendente. Questa risposta, non risposta ha l'aria spensierata e di chi non vuole dir nulla.. ma il nostro nulla s'intende. una buona serata. Mic

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  7. ti ringrazio veramente per il tempo che dedichi ai miei scritti...ascolterò, appena possibile, la lezione che mi segnali.

    a presto!

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  8. tutte le volte che penso alla bellezza mi viene in mente il marmo che racchiude in sé una splendida statua che aspetta solo di essere liberata... così la bellezza si svela solo quando risvegliamo in noi il desiderio della sua presenza, non come un bene materiale da conquistare, ma come una via da percorrere, ognuno la propria, per rendere speciale la propria vita...

    (che bel respiro da te, mia cara)

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  9. Mi sono fermata in biblioteca poco fa...
    ho ordinato: *Neve di primavera* di Mishima Yukio.
    In attesa che arrivi (mercoledì prossimo) sto leggendo *Desideri* di Roberto Michilli,lo consigliava Fabio Brotto sul suo blog e io mi fido dei buoni consigli.

    Mirella, grazie cara...bella l'idea della bellezza racchiusa in una lastra di marmo.
    La bellezza, in fondo, è un'ideologia...inespugnabile (e incorruttibile).

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  10. La bellezza: è in grado di proporre una diversa esperienza dell'immensa ricchezza del reale. Unifica, in un'estrema sintesi, i singoli particolari del Padiglione che, presi singolarmente, sarebbero segni del nulla.
    Spezzando definitivamente il cerchio " magico " dell'estetica, ci trasporta, come dici bene, al centro, nel suo vortice ribollente.
    Grazie della rilettura di un autore dimenticato e buon relax...

    Roberto meister

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  11. ti piacerà Neve di primavera amerai Kiyoaki e Satoko e la loro "bellezza" soffrirai per il loro amore. Tieni d'occhio Honda lui ti condurrà a cavalli in fuga (quella è tutta un altra storia). Adoro Yukio

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    1. Grazie a Voi per le bellissime parole...ne farò tesoro!

      a presto

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