È difficile incanalare in un registro la parola poetica,
essa tenderà sempre alla ricerca di una costruzione del Sé, verso
un’architettura che però non sarà mai perfetta perché l’interiorità è
ingovernabile per natura, a meno che non la si voglia "canonizzare", ossia rinchiudere in una forma che la comanda, ma allora nascerebbe una struttura dalla bellezza
solo esteriore, tecnologizzata, senza l’autenticità che l’improvvisazione, la libertà di
espressione, ancora hanno il potere di dettare.
Questo ammiro nella poesia:
il potere evocativo e la sana
radice metafisica
l’origine della parola fatta carne,
la bellezza ingovernabile.
la bellezza ingovernabile!!
RispondiEliminasublime
concordo!
RispondiEliminaGrazie, miei cari!
RispondiEliminain questi giorni sto preparando una nota di lettura, riguarda un'architettura del Sè, appunto...
mi piace l'immagine che ho scelto, il corpo, non il viso, istintivamente...perchè nella poesia deve sempre esserci una parte di mistero che il viso non è in grado di nascondere.
In attesa della nota di lettura a te un abbraccio poetico.
RispondiEliminaTiziana
in attesa della nota di lettura
RispondiEliminaVi regalo un'immagine scattata ieri ....