Essere nuovi come la luce a ogni alba
come il volo degli uccelli
e le gocce di rugiada:
come il volto dell’uomo
come gli occhi dei fanciulli
come l’acqua delle fonti:
vedere
la creazione emergere
dalla notte!
Non vi sono fatti precedenti:
non parlate di millenni
o di giorni o di altri millenni.
Né creatura alcuna correrà
il rischio di essere sazia:
principio altro principio genera
in vite irripetibili
come le primavere.
Io debbo essere un segno mai visto
ipostasi del non visto prima,
goccia consapevole o perla della notte,
il lucente attimo d’Iddio
che per me solamente
così si riveli e comunichi.
Unico male l’abitudine
e la scelta tragica:
discorrere invece che intuire.
E la mente si popola di idoli
e il cuore è un deserto lunare:
solo la Meraviglia ci potrà salvare
aprendo il varco
verso la Sostanza.
Allora il medesimo silenzio dell’origine
nuovamente fascerà le cose,
o eromperà – uguale
evento – il canto.
è il caso di dire: la poesia nutre
RispondiEliminaQuesto libro di Turoldo è assolutamente da leggere e da meditare... e Turoldo è stato davvero un grande poeta. Lo era anche quando rifletteva in prosa.
RispondiEliminaStefano
bisogna riscoprire certe personalità Forti, ce n'è bisogno, oggi più che mai...perchè esse non si schierano da una parte o dall'altra, esse vogliono solo comprendere la verità.
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