sabato 11 gennaio 2014

una poesia di Padre Turoldo

Essere nuovi come la luce a ogni alba
come il volo degli uccelli
e le gocce di rugiada:
come il volto dell’uomo
come gli occhi dei fanciulli
come l’acqua delle fonti:

vedere
la creazione emergere
dalla notte!

Non vi sono fatti precedenti:
non parlate di millenni
o di giorni o di altri millenni.

Né creatura alcuna correrà
il rischio di essere sazia:
principio altro principio genera
in vite irripetibili
come le primavere.

Io debbo essere un segno mai visto
ipostasi del non visto prima,
goccia consapevole o perla della notte,
il lucente attimo d’Iddio
che per me solamente
così si riveli e comunichi.

Unico male l’abitudine
e la scelta tragica:
discorrere invece che intuire.

E la mente si popola di idoli
e il cuore è un deserto lunare:
solo la Meraviglia ci potrà salvare
aprendo il varco
verso la Sostanza.

Allora il medesimo silenzio dell’origine
nuovamente fascerà le cose,
o eromperà – uguale
evento – il canto.




3 commenti:

  1. Questo libro di Turoldo è assolutamente da leggere e da meditare... e Turoldo è stato davvero un grande poeta. Lo era anche quando rifletteva in prosa.
    Stefano

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  2. bisogna riscoprire certe personalità Forti, ce n'è bisogno, oggi più che mai...perchè esse non si schierano da una parte o dall'altra, esse vogliono solo comprendere la verità.

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