giovedì 6 settembre 2012

Clinamen

Scorci di memoria
azzardano la loro presenza
lungo i contorni crepuscolari del giorno.

Il Monte Rosa è una sagoma indistinta


sul confine del mio lago
settembre dissemina le ghiande,
verdi conchiglie sull'asfalto grigio

Anche lo scoiattolo
è una sagoma nell'ombra.



Pascal ci aveva visto giusto,
il malessere degli uomini deriva da una sola cosa:

non sapere stare soli in una stanza.

Non temere i dèmoni del corpo,
le illusioni della mente, l'incertezza della vita.

Ascoltarsi solamente

come vibrazione cristallina, flusso di torrente
memoria senza tempo.

Lo spirito domina il corpo
quando questo si adatta all'ambiente
- lo solleva e lo ricrea -

espandendosi.

* *

Si cerca una parola,
poi segue la premonizione.

Un fiore di zucca impregnato di pastella
sfrigola nell'olio extravergine, s'indora.
Lo assesto bene con le dita
(deve aderire al calore)

Ogni cosa buona è imbevuta di prana.

*
Bisogna desiderare la morte
o essere in procinto di conoscerla
per trarre il siero giusto dal pensiero,
per poi somministrarlo senza filtri.

La passività del corpo
si oppone all'arbitrarietà dell'intelletto;
segue un suo circolo chiuso
individuale e scaltro.

L'esperienza è
deviazione di una scelta
che determina il destino.

* * *

I grandi pensatori sono crudeli
non hanno pietà delle loro illusioni
le sbandierano, per poi farne brandelli.
Il senso è un non senso esistenziale,
si eclissa.
Bipedi vanitosi e sedicenti semidei
popolano l'altra faccia della terra.
Il nulla è l'artiglio di chi
non teme lo specchio.





è nelle avversità
che si riversa l'attenzione
timido spiraglio di una luce
desiderosa di un tizzone.

*
Staccarsi dai beni materiali
una delle più alte rinuncie
è un pò come esporsi, nudi,
alla contemplazione del mondo
senza riconoscersi.

* *

Il silenzio ha le sue doglie
quando un temporale lo percuote
flagellando ogni resistenza.

La rassegnazione subentra
come una cura contro l'ineffabile.

* * *

L'uovo sodo si rapprende col calore,
così, una lettura.





Un pelo nerissimo
sbuca dal mio capezzolo sinistro
quasi a volerne asserire il dominio.

La carne è fuoco e brace di un percorso
la misura, essenziale di una forma
che plasmata prende vita.

4 commenti:

  1. Stupende la due e la quarta.
    Stefano

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  2. appena mi sarà possibile aggiungerò la foto che ho scattato ai contorni indefiniti del magico Monte Rosa...
    (dal mio eremo posso ammirarlo a perdita d'occhio!:-)

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  3. c'è una solitudine buona, quella che ci unisce al tutto, scoprendo noi stessi

    è un viaggio la tua scrittura.

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  4. Grazie Massimo, mi piace questa idea della *solitudine buona* che ci unisce al tutto...
    ora cerco la foto della cima e la aggiungo :-)

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