giovedì 26 settembre 2013

Confessioni ultime, Mauro Corona

Confesso che ho letto parecchio di questo autore definito dai più come un personaggio burbero e caratteriale ma io, che non lo conosco di persona, lo giudico da come scrive, e posso affermare di aver appreso molto della sua personalità soprattutto da come si racconta in questa sua ultima fatica.


Si racconta senza restrizioni, esponendo la sua anima, così vicina alla natura, e andando a scavare nella sua infanzia infelice, perché l’infelicità è una parola che lui ha cancellato dal vocabolario.
A me piace soprattutto per la schiettezza e l’onestà di mostrarsi così come è, senza riserve e senza filtri, con la sua faccia segnata da ogni esperienza come un albero è segnato dai secoli del tempo.

Mi ha particolarmente colpito un racconto che riguarda la sua infanzia, quando andava alle elementari e non ha mai ricevuto un paio di stivali di gomma neri, marca Aquila, che invece avevano ricevuto altri suoi compagni di scuola. Ogni anno si aspettava di riceverli e ogni anno arrivava, imperterrita, la delusione.
qualcosa che lo ha ferito profondamente come la mancanza di affetto da parte dei genitori, valore primario per quanto riguarda l'educazione individuale.

Ci ho colto tante sfumature che vorrei ricordare perché nel suo raccontarsi lui mette in primo piano gli altri, nominando sempre la tragedia del Vajont e il fatto che potrebbe ripersi dal momento che l’uomo sembra non voler apprendere dagli errori passati continuando a costruire anche dove la natura manda segnali di sofferenza.

Mi piace quel suo modo di descriversi selvatico, il suo rifugio in alta montagna, quando sente il bisogno di isolarsi per scrivere…e poi c'è il taccuino, prezioso compagno di viaggio, dove lui annota le frasi dei grandi; cita Wittgenstein, Borges, Brodskij, e tanti altri che ammiro e che ho ritrovato nelle mie letture.

* Lasciamo tracce, come volpi sulla neve fresca*

C'è una pluralità, nel suo linguaggio, che coinvolge l'umanità intera!
Mi piace quel suo eleggere la fragilità a bene assoluto, come dono dolcissimo da coltivare.

* * *



Nel libro è contenuto un cd, un film della durata di circa 45 minuti dove viene mostrato il suo territorio, il suo laboratorio, il suo sentiero...devo ancora vederlo e mi pregusto il momento con grande desiderio perchè la *Montagna* la sento nel cuore da sempre. 

9 commenti:

  1. ho cercato di essere sintetica, ma ce ne sarebbero di cose da dire, da sviscerare, da sviluppare...
    lui è il mago delle storie, ma qui diventa filosofico al punto giusto da risultare saggio.

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  2. E' indubbiamente una persona interessante, che ispira simpatia sia per i suoi indubbi talenti "riuniti" (arrampicatore, scultore del legno, narratore) sia per la capacità di distaccarsi, con impulsi di ruvida ribellione, proprio dal "personaggio" che si è egli stesso cucito addosso, pur continuando a trarne beneficio, beninteso. Uno insomma che sa ammettere i propri limiti e le proprie "contraddizioni" senza per questo perdere vitalità, almeno finora.

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    1. condivido, mio caro Elio, e grazie per la lettura! :-)

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  3. ho appena finito di vedere il filmato di Giorgio Fornoni, che posti stupendi....
    è proprio un bel messaggio quello che ha dato, dicendo che non vuole essere frainteso, rivelando le sue verità.
    molto belle anche le sculture, e le librerie in legno sono un vero bijou!
    anche Fantasmi di pietra mi era piaciuto molto...ormai riconosco i nomi dei suoi amici, quando li nomina, così come i luoghi.

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    1. Non ho letto tutto della sua produzione, abbastanza copiosa, però "Fantasmi di pietra" è il libro che più ho ammirato, perché meno autobiografico e più "corale" ed immaginato, mettendosi egli ad inseguire il passato del suo paese e riuscendo a donargli una dimensione epica. E' questa la magia di una narrazione che riesca a connettere i tratti salienti di tante storie in un unica memorabile composizione..un po' la stessa fascinazione che ho ricavato dalla lettura, terminata stamattina, di "Radici" di Alex Haley. In entrambi i casi viene approfondito, attraverso ricerca e sentimento, un "campione casuale" - un paesino fra i tanti di montagna, un corso genealogico fra i tanti di un immane vicenda storica - e vi si scopre un "cosmo" insospettabile, quella ricchezza "inesauribile" che si rivela però solo nel tempo, in quanto il presente risulta sempre un po' troppo ingombro, di cose e di incognite, infortuni e senso mancante.
      Buon week-end Carla :-)

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    2. Grazie Elio, per questa rivelazione di una tua impressione che va a unirsi a un sentito che appartiene a chi ascolta la terra, il suo passato e il tempo.
      Stanotte ho fatto un sogno ricco di simboli e denso di paure....si tratta di un film che vidi da bambina a casa dei miei,la sera guardavamo tutti insieme i film che sceglieva mio padre, si trattava di: la miniera maledetta...
      vidi anche *Radici* ...una saga indimenticabile!

      ciao, a presto

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  4. Un'autobiografia dalle mille sfaccettature.
    Nel presentare questo Autore poliedrico, segnato da una tragedia collettiva e personale, coinvolgi chi legge, lo incuriosisci, e lo sproni a saperne di più.
    grazie.
    anche per il video
    un caro saluto
    cri

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    1. Grazie cara Cristina, mi fa molto piacere spronare alla lettura di qualcosa che ritengo importante!
      a tal proposito, durante l'intervista, Mauro fa questa rivelazione....dice che all'inizio della sua carriera come scultore gli commissionarono una via crucis...lui dichiara che ora non saprebbe farla così intensa e perfetta come allora, che ancora non disponeva della tecnica.

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