domenica 10 marzo 2013

Lamentazione dell'essere

La molteplicità
di ciò che provo è inafferrabile
e improvvisa
mi sale da un abisso interiore
scatenata da presenze esteriori
umane che io sento distanti.
Insofferente il mio sguardo non sostiene
questo peso presente
e vorrei rifuggire ogni realtà
tangibile e onirica.
La notte è un lamento prolungato
sulle mie falangi strette
a pugno nella veglia del sonno.

(Devo tornare ad imparare
l'arte del respiro).


32 commenti:

  1. E la ritroverai di certo! Buona serata Carla.

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    1. Grazie, mio caro Elio...la tranquillità è la cosa a cui ambisco di più :-)

      trovo che la tua immagine delle falangi dia forza al mio scritto, e anche seduzione...

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  2. -L'immaginazione attiva- (metodo terapeutico) è l'unico mezzo valente per trovare il giusto "equilibrio" e questo, è l'unico mezzo possibile per noi occidentali. Altre strade non esistono.

    Ed è anche il piu' colto dei metodi, necessita di preparazione e coraggio...

    una buona settimana. hem

    la pioggia a catinelle da queste parti sta facendo fuori tutti i pollini.

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    1. sono d'accordo sull'importanza dell'immaginazione ma credo che in alcuni casi siano necessari dei veri e propri esercizi, oppure un bel massaggio!

      da me sta fiorendo il mandorlo...
      ciao hem :-)

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    2. Non mi è certo sfuggita la foto (Kundalini) ma l'immaginazione attiva è certo più' potente.

      qui un pdf esplicativo, http://www.rivistapsicologianalitica.it/v2/PDF/1-2-1970-tecnica/I-2-1970_cap5.pdf

      Purtroppo oggi - l'immaginazione attiva- è diventata una moda, come anche l'impossibile yoga "occidentale" che mi fa sorridere, stante le diversissime anime.

      Vi è una sostanziale differenza di essere, due mondi incompatibili, tra la mente indiana e quella occidentale. Impossibile per noi e deleteria la meditazione yoga, ma fortunatamente è una trovata, una piacevole suggestione. La complessità del nostro inconscio, parte da un mondo completamente diverso ed ha esigenze diverse, inconciliabile con le pratiche yoga. Nessuno in occidente puo' praticare veramente una meditazione profonda, è impossibile.

      qui la pioggia batte da tre giorni inesorabile, ciao e buon mercoledì. hem.

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    3. io non credo nell'impossibilità di abbattere certe frontiere.
      (però comprendo l'enorme divario tra i due mondi)

      leggerò l'interessante saggio che mi hai allegato, sai quanto mi interessa il pensiero di Carl Gustav Jung correlato alla sfera dell'immaginazione.

      qui è il vento che batte da tre giorni!

      ciao hem, buon venerdì :-)

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    4. L'Immaginazione attiva è tecnica assai praticata dai Gesuiti che furono i primi nel mondo cristiano a specializzarla. (esercizi spirituali di Ignazio).

      E,' come alcune tecniche del profondo, inconscio collettivo, una esperienza, una profondissima e sconvolgente esperienza. Solo chi ha avuto coscienza ed esperienza di questo puo' comprendere l'enormità (e la piccolezza) dell'inconscio collettivo. Ma è tecnica che comporta l'assenza di qualsivoglia terapeuta, una cultura solida ed un coraggio di ferro. Poi è estenuante.

      Dopo aver praticato questo viaggio stupefacente, terrifico (ma non troppo) solo allora inizierai a guardare il mondo e le sensazioni in modo nuovo e veritiere.

      E' molto piu' vicina alle cose di questo mondo di quanto ci si possa immaginare. credo che dopo quello di aver figli, è la cosa piu' forte che si possa provare. ciao qui gran sole.

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    5. interessantissimo questo sviluppo della discussione sull'immaginazione, lo studio dell'immaginazione mi ha sempre affascinato, lo svilupperemo appena avrò buttato giù lo schema del concetto di immaginazione che voglio esprimere, il tuo in questo caso mi sembra più vicino all'estasi.

      a presto!

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    6. No, Carla. L'estasi è altra cosa. L'immaginazione è esperienza di realtà tangibile.

      "E' molto piu' vicina alle cose di questo mondo di quanto ci si possa immaginare."

      La tecnica impone un atteggiamento di profonda umiltà, questo serve per abbassare la soglia della coscienza, per forare l'io. Abbassare ogni aspetto razionale. Ecco perché gli esercizi spirituali di Ignazio sono un buon inizio.

      Si può partire dal concentrarsi su alcuni aspetti che possono essere di sensazioni negative personali, questo è un esempio, uno dei modi per iniziare, (uno dei modi di mentalizzare) ma senza allontanarsi ed assolutamente evitando le analogie. La vera immaginazione attiva dura pochi minuti perché è spossante. Per sapere se è immaginazione attiva o mera fantasia, è semplice: potrebbe tranquillamente esser paragonata ad una situazione di schizofrenia, le persone, le figure che compaiono parlano e compiono gesti come se fossero li, reali, questo è molto spaventoso, per la fisicità tangibile di tali figure che sono realissime, corporee. Negli stadi superficiali dell’inconscio collettivo compaiono donne, o uomini che emanano molta forza, ed enorme carisma. Questa è la prima fase, il primo approccio all’inconscio collettivo sono assai piacevoli e generalmente sono gli indicatori del tuo stato mentale, i "curatori" del tuo essere, quelli che indicano la strada per la soluzione dei tuoi problemi, delle tue angosce per la realizzazione della tua personalità.

      Si può chiedere a loro in modo indiretto altri passaggi per andare oltre, le risposte indicheranno se ci sono possibilità, generalmente le resistenze saranno fortissime questo è normale e più si va in profondità più bisognerà esser fermi e consapevoli della propria coscienza senza mai abbandonare la propria criticità. Ecco perché si interroga e si cerca il dialogo, per evitare qualsiasi coinvolgimento, ed è bene riconoscere come estranee e non "amichevoli" le figure e situazioni che avverranno e con la massima calma. Emotivamente si sarà sconvolti, è bene mantenere un atteggiamento guardingo, non per le situazioni o le apparenti convinzioni che possono essere di carattere religioso, no, questo serve perché ci si deve fidare solo della certezza che tutto quel che capita è solo un aspetto e non la totalità, e ogni cosa ha un senso perché c'è dell'altro. A volte si scatenano tali resistenze che è bene evitare di andare oltre, di forzare, altre volte è bene chiedere il perché di questo atteggiamento negativo, il perché di queste resistenze. I personaggi dovranno sempre rispondere ed essere attivi, nei primi strati vi è una sorta di complicità di buon augurio, di piacevoli circostanze, più si va giù in profondità più sarà difficile. (Parte prima)

      Continua

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    7. (parte seconda)

      Evitare assolutamente di andare oltre qualora capitino esperienze psicotiche e/o le così dette paranormali, come il fermarsi dell'orologio in modo anomalo, o lo scoppiare di una lampadina o altri fenomeni analoghi, in quel caso è meglio evitare di andare oltre, vuol dire che si potrebbero avere danni psichici della personalità. Sono delle cariche emotive fortissime, dei segnali della coscienza, questo significa che non si è adatti per questo tipo di esercizi.

      Ti ho scritto alla buona le solite cose sull'immaginazione attiva, tecnica usata anche dai Latini con la "incubazione", (erroneamente viene definita come tecnica del sogno del sognare in luoghi sacri) solo che la situazione era diversa in quanto gli strati inconsci erano più diretti, più facili. Questa tecnica serviva per elevarsi da uno stato diciamo di Io primitivo, un Io molto vicino a quello collettivo assai semplice, e serviva tale tecnica per allontanarsene, per figurare questo stato collettivo lontano e ormai alle spalle, per rafforzare così la personalità, per aumentare la differenziazione dal collettivo. Per noi occidentali moderni invece “operiamo” al contrario, per rafforzare la nostra personalità dobbiamo congiungerci al “fango” allo stadio primitivo, scoprire le stratificazioni per armonizzare le situazioni complesse in cui ci troviamo. Naturalmente dopo aver letto, cancella pure, e considera questo commento come una chiacchierata, un "domenicale". Ciao e buona giornata.

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    8. ti ho scorto solo ora, scusami :-)

      so bene la differenza tra estasi e immaginazione, non pensare...

      ma tornando alla tua dispiegazione, adesso che ci penso, una persona mi disse:
      devi concentrare tutta l'energia nella parte bassa del tuo corpo, nei piedi, se vuoi alleggerire la mente (era un periodo per me faticoso)
      e ora penso che allegggerendo le tensioni, tutto può apparirci più chiaro e più leggero.
      tu lo chiami fango, in realtà sono i nostri piedi, la terra.

      niente assoluto qui, solo una calda conversazione tra amici, e grazie :-)

      in questi giorni sono così presa dal nuovo programma oracle che tutto il resto, pultroppo, passa in seconda linea
      ma l'importante è immaginare che la presenza c'è sempre, nei nostri animi impavidi!

      a presto!

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    9. "programma Oracle"... perbacco ti dai alla vela, alla coppa America!

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    10. mio padre è un appassionato! faceva tutte le regate importanti sul lago...:-)
      la sua barca si chiama *ala bianca*

      p.s., mi sono fermata in biblioteca a prendere: I quarantanove racconti di Ernest Hemingway tra cui quello che mi hai segnalato:
      Breve la vita felice di Francis Macomber
      è un'edizione del '69 ricca di foto in bianco e nero di hem :-)

      buona serata Michele!

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    11. è un racconto molto forte, mi piace quel suo modo di descrivere i dialoghi, il verbo prima del nome, una sua prerogativa.
      e quel finale...ha zittito Wilson perchè lo ha pregato.

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    12. e dopo ci sono le nevi.... dove non si sa cosa stia facendo un "leopardo" li su...

      ecco, sono contento per i 49, ti terrà sveglia dopo "Oracle".
      ( e farai contenta tua zia)

      Ala bianca, bel nome.

      è capriccioso il lago, deve esser cosi'. O cosi' dicono, la cosa non si capisce.

      Generalmente le donne (ed a volte gli uomini) che scrivono bene è perché sono "terrorizzate". Ed il terrore le fa precise e leggere. (rispondo qui al tuo quesito di la) ciao e buon giovedì sera. Hem.

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    13. qui su c'è una leonessa bianca, questo è certo!;-)
      se il lago è capriccioso, assomiglia ad un animo femminile, vivo e ardente, e questo mi rispecchia

      a maggio tra i salici piangenti, sul mio lago, trionferà la *poetica del fuoco*, come amava chiamarla Bachelard...

      ciao e buon martedì!

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  3. Lamenti azione...io mi consolo (il che è ancora farmacopea) con altrui saggezze d'oriente, respiri imperturbabili.

    Ciao Carla ;-)

    Simone

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    1. saggezze d'oriente...solo a nominare l'oriente mi si illumina lo sguardo :-)
      penso alla calma imperscrutabile dei loro volti ai loro corpi, avvolti in morbide sete, all'inebriante profumo di incenso...penso ai piedi nudi sul paquet e a una musica di flauto che si espande con dolcezza...

      sto gia meglio!
      ciao Simone :-)

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  4. Presenze… una catena di equivalenze e identità. Divengono vive nel mutamento, nella metamorfosi, nella trasfigurazione. Soltanto così possiamo cogliere l'unità di un volto… specie se amato.
    La mia buona notte

    Roberto

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    1. ora riesco a controllare l'affanno che ieri mi tormentava...non è semplice da descrivere e ho provato a farlo, provavo una sorta di rabbia incapace di sfogarsi...e una tristezza infinita

      grazie per la vicinanza :-)

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  5. ..sì, un senso di costrizione si percepisce, ma un senso come dici va "ricucito" imparando da capo..

    ..ah la notte con i suoi tormenti.
    un abbraccio..
    m.

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    1. io credo che lo dovevo sfogare...
      ciao mia cara Moni, un caro abbraccio a te!

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    1. è bellissima infatti, se è vissuta con lo stato d'animo giusto...
      bisogna star sereni con sè stessi, altrimenti è un incubo.

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  7. Se non hai una copia della Bhagavad Gita, procuratela: secerne impassibilità.

    ;-)

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    1. ma io non voglio essere impassibile,
      voglio solo imparare a controllare le emozioni, a mantenere le giuste distanze ...:-)
      la copia del libro che citi me lo regalò una cara amica di origini indiane che vive a Torino.

      ciao Arthur

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  8. Mais oui, l'equidistanza sublime dell'impassibilità è il profumo dei saggi d'oriente; però non fa male inalarlo, seppur per un istante. Sono sabaudo anch'io ;-)

    A.

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    1. vorrei dirti che non posseggo nessuno stemma, ma mentirei!

      ;-)

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  9. è quanto provo spesso anch'io.
    si vorrebbe l'imperturbabilità, addirittura l'atarassia, ma forse è proprio questo desiderio che crea la discrepanza tra il pensiero e il reale, il contrasto sofferto da cui nasce la poesia...

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    1. si Cris, vorrei l'assenza di agitazione, ciò che mi permette di vedere con lucidità il pensiero che voglio esprimere.

      un abbraccio

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  10. stasera la sento particolarmente..

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