Trovarti
nell’ora che tarda
la sera stellata tremante…
Averti trovato e sapere
di nuovo negli occhi
quell’oro del seme,
la luce che porta la gioia
ad un cuore bambino.
*
Tu non chiedi nulla
solo mi dai
questi occhi nuovi
l’immensità di un luogo
che sacro racchiude le forme
ma i sensi dispiegano un punto
- Qui, sopra l’alloro -
Nel chiostro che vibra
unisono il nostro respiro.
*
Quale nome la bellezza
reca dentro il tuo sorriso?
Giacinti alimenta la notte,
così nitida e stanca.
- L’inverno sta fuori -
*
Di rosa il cielo danzava
e tutto d’intorno taceva
dal cuore del lago
nel viola più intenso
- La sera –
Qui dentro mi batti
nel verde marino rubato
ai tuoi occhi sapienti…
Qui dentro al saluto del cielo
m’inchino.
*
Urna di fuoco
la mia bocca
la rosa che posa
sul rosso cratere le dita.
Questo post è stato pubblicato il febbraio 2, 2007 a 7:03 pm and is filed underPoesia. Puoi seguire tutte le risposte a questo articolo attraverso il RSS 2.0feed. Puoi lascia una risposta, oppure trackback dal tuo sito.
Carla, leggendole mi spiegavo il tuo interesse per la Aleramo, c’é la stessa febbre, e una luce, e il lato interno delle cose, il viola che amava Cezanne, basta e avanza per un mondo. Grazie
mi permetto un breve tentativo d’ascolto.
d’ascoltarti:
- trovarti.
ma non sempre nella notte stellata
non sempre in un cuore bambino.
- bellissimo:
tu non chiedi più nulla
Tu non chiedi nulla
solo mi dai
questi occhi nuovi
l’immensità di un luogo
che sacro racchiude le forme
ma i sensi dispiegano un punto
- Qui, sopra l’alloro
ma al chiostro vibratile, decade
perde la delicatezza delle sue pietre pesanti.
lo stesso il respiro dannatamente all’unisono
sempre all’unisono. meglio una cacofonia
sincronica o lasciare che chiuda di sopra l’alloro.
- i versi della terza (tutti letti ad alta voce, come tutti delle altre)
sono perfetti.
la quarta, a parte i tre puntini che mi depistano ma è un mio problema -
ha l’avventura di un dolcissimo ritmo remissivo
di un’offerta completa,e anche d’un jeu delicato ma sottilmente masochista.
e il crepitio frontale:
Urna di fuoco
la mia bocca
la rosa che posa
sul rosso cratere le dita
Grazie Elio, i bricolage di sensazioni sono la mia passione :-) mi hai fatto ricordare quando avevo perso quella mia poesia sulla biglia...si era cancellata per sbaglio ma tu l'avevi salvata... ce l'hai ancora?
Marino detto
Paola detto
d’ascoltarti:
ma non sempre nella notte stellata
non sempre in un cuore bambino.
Tu non chiedi nulla
solo mi dai
questi occhi nuovi
l’immensità di un luogo
che sacro racchiude le forme
ma i sensi dispiegano un punto
- Qui, sopra l’alloro
perde la delicatezza delle sue pietre pesanti.
lo stesso il respiro dannatamente all’unisono
sempre all’unisono. meglio una cacofonia
sincronica o lasciare che chiuda di sopra l’alloro.
sono perfetti.
ha l’avventura di un dolcissimo ritmo remissivo
di un’offerta completa,e anche d’un jeu delicato ma sottilmente masochista.
la mia bocca
la rosa che posa
sul rosso cratere le dita
paola
Carla detto
s’infiamma nel solco
tra i monti
di viola il respiro trattengo
- ancora un momento -
Nell’ora che scivola lenta
Rubandomi gli occhi.
Paola detto
paola