mercoledì 10 settembre 2014

Cappella Rothko - Sonetto dei destini, inedito, di Antonio Devicienti

Il dolore, la melancolia che consuona nella mente assieme alla meditante trasparenza dei colori, campiture di soprassalto e di bellezza come liquido amniotico: per Mark Rothko.





Regolano i tiranti e campiture
di blu, di blu amaranto, di blu assenzio
a fasciare lo spazio in velature
stringono alle pareti partiture

nero notturne come segnature
meditante pittura di che annunzio?
bruno castani quali saldature
tra pensiero e pensiero venature

e intermessure nella traversata
del deserto arrivo di mareggiata
poi attesa silenzio sopra silenzio

e soglia innanzi a soglia vagheggiata
nella cappella a Houston la cercata
montano maestranze: mentis dimensio.




Un omaggio da parte di Via Lepsius
Grazie, Antonio, per questo sonetto inedito che trovo: magnifico!
Credo mi cimenterò anch'io, in questa nuova arte del pensiero.





7 commenti:

  1. chissà se al mio caro Antonio è piaciuto l'accostamento che ho fatto ...
    vorrei saperne di più su questo tal Mark Rothko ...

    RispondiElimina
  2. Armonioso ed affettuoso sia l'insieme delle immagini che il contesto dell'intero post, Carla carissima. Il riferimento immediato del sonetto è alla cosiddetta "Cappella Rothko" di Houston, per la quale Mark Rothko aveva dipinto grandi tele sui toni del blu-notte e delle quali aveva personalmente seguito la collocazione poco prima del suicidio. Un enorme grazie per l'ospitalità.

    RispondiElimina
  3. Grazie a te, Antonio, della precisa delucidazione :-)

    sono andata a visitare la cappella Rothko, (poco fa:-) e ho avuto modo di lustrarmi gli occhi per lo stile sobrio, geometrico e asciutto
    si respira un'atmosfera decisamente *severa* ...accattivante

    si conoscono le ragioni del suicidio?

    RispondiElimina
  4. ho cambiato il titolo del post e la foto iniziale, mi sembrano più consoni
    grazie ancora per ciò che mi riveli dell'arte

    RispondiElimina
  5. Depressione, dicono i referti medici - in realtà si trattava, credo, di un'inguaribile tristezza di una mente che si è sentita per tutta la vita espatriata.

    RispondiElimina
  6. sì, proprio magnifico questo sonetto
    Wolf

    RispondiElimina