venerdì 7 giugno 2013

Bachelard, La sostanza immaginata



Cominciamo dalla radice Rhizomata, termine greco che individua, nella filosofia di Empedocle, i quattro elementi primari: 
Aria, Acqua, Terra e Fuoco, dalla cui aggregazione e separazione si formano tutte le cose.
Da questi elementi primari, trae origine l'immaginazione onirica e poetica che verrà poi nominata: Rêverie.
L'immaginazione concepita da Gaston è una immaginazione carica di sostanza, è pregna di spirito, è duttile, e qui sta la sua forza. Puoi modellarla come una scultura o renderla amabile come una poesia, lei è in nostro potere, la mente può guidarla (volando, nuotando, ardendo, coltivando ...)
Bachelard ha scritto delle cose molto suggestive ma ora il punto lo faccio su certi frammenti che mi hanno colpito e che condivido.
Metto accanto alcune sue frasi, poi le lascio decantare...come piace a me...così sorgeranno le impressioni personali.

* * * *

Bisogna essere due, o almeno, bisogna esser stati due, per comprendere un cielo blu, per nominare un'Aurora! Le cose infinite come il cielo, la foresta e la luce non trovano il loro nome che in un cuore amante!

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Bisogna amare le potenze psichiche con due amori diversi se si vogliono amare i concetti e le immagini, i poli maschile e femminile della psiche.

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Nel regno dell'immaginazione, il volo deve creare il proprio colore.

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Di quale altra libertà psicologica godiamo oltre a quella di fantasticare?
Psicologicamente parlando, è proprio nelle reveries che siamo degli esseri liberi.



Nella vita da svegli, quando la reverie lavora sulla nostra storia, l'infanzia che è in noi ci porta il suo benessere. Bisogna vivere, a volte è molto bello vivere, con il bimbo che si è stati. se ne riceve una coscienza di radice. Tutto l'albero dell'essere si riconforta. I poeti ci aiuteranno a ritrovare in noi questa infanzia vivente, questa infanzia permanente, durevole, immobile.

*

Come può essere possibile raggruppare tutto il pensiero di Bachelard su un foglio bianco?
Solo le cose che di lui mi hanno colpito, non avrebbero la giusta menzione.
Mi limito a sintetizzare l'insintetizzabile.
Lui, che prodigava la meraviglia dello spazio illimitato nell'immaginazione.
Ho riletto delle cose, in montagna, da cui derivano le seguenti deduzioni:
Non bisogna perdere il contatto con le origini, i miti, tutto ciò che ci è stato tramandato.
In esso si è elaborata la nostra formazione, l'individuo fatto adulto e capace di proferire parola, ragionamento, sintesi.
Noi siamo la sintesi della nostra esperienza e delle nostre letture.
Da quì nasce la personalità, la cura, l'amore.
Custodiamo la fiamma del divenire perchè è in lei il nostro passaggio, la trasformazione, la miccia.

7 commenti:

  1. non trovo un titolo adatto...non è propriamente il sogno ma l'immaginario, il protagonista del pensiero di Gaston...legato alla solidità degli elementi ma anche al loro fluire nello spazio...
    una sorta di mnemonica dell'immaginario.

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  2. un divenire che ha le sembianze del fuoco e dell'acqua, che ha i requisiti dell'aria e la stessa consistenza della terra.
    materia e non materia, è questa la formula segreta.

    per cosa ? viene da chiedersi...
    per comprendere la mutevolezza del tempo, degli eventi, dell'esistenza
    e con essa la sua morte.

    il caro Bachelard custodiva un'immagine iportante, quella dell'infanzia.
    non tutti la conservano felice.
    e questo credo sia la tristezza più grande che possa capitare all'umanità.
    non avere un ricordo felice della propria infanzia.

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  3. ho aggiunto un pensiero di Gaston sulla reverie...
    e delle mie considerazioni sul suo pensiero.

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  4. " Dunque fra i denti della metamorfosi teniamoci perché senza residuo ci comprenda nel suo capo veggente ".

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    1. provi gusto a trattenere nella parola l'enigmatico senso non a tutti concesso...?
      occorre aver radici ben salde!

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  5. Era uno stralcio di Rilke che trovo stupefacente in merito al divenire!

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