martedì 7 maggio 2013

Lettera di mio fratello Aldo, 6 maggio 2013


Ciao Carla
sono ancora a Livigno ma ho trovato il tempo di leggere il tuo libretto...pensieri davvero interessanti e profondi!
La sensazione è quella di camminare in un fitto sottobosco da dove all'improvviso giungono lampi di luce che squarciano il compatto tessuto del tempo e della vita e trapassano l'anima e lo spirito, come echi lontani che non permangono, ma fluiscono nel divenire che avvolge ogni cosa e di cui tutti facciamo parte. 
Non sempre mi giunge l'illuminazione, solo a tratti, complice credo un linguaggio a volte molto ricercato, anche complesso, frutto di una grande sensibilità interiore, accresciuta dall'esperienza personale e direi anche marcatamente femminile. La grande capacità di ascoltarsi...
Come si ritrova spesso nel pensiero dei grandi Maestri le chiavi che aprono le porte dell'Io profondo sono legate a particolari stati emotivi che entrano in risonanza con la nostra sensibilità. Sofferenza e dolore, solitudine, nostalgia (saudade)...esperienze fisiche portate al limite in contesti naturali d'eccezione, dove cadono tutte le barriere difensive, che spesso inconsapevolmente condizionano la nostra vita; e' allora che l'Essere umano, per un breve momento, acquista quella particolare consapevolezza che gli consente di varcare la luminosa e frastagliata porta della percezione...Un giorno potremmo anche parlarne. Credo che sarebbe interessante per entrambi.
Dal mio punto di vista non mi interessa tanto il discorso nostalgico dell'infanzia in cui spesso la mente si rifugia (la mia infanzia non la ricordo o forse almeno in parte l'ho volutamente rimossa in quanto l'ho vissuta come disagio giovanile in tutti i sensi). Cio che adesso inseguo è proiettato nel futuro, anche se trae origini dal passato...Ognuno di noi del resto è il risultato delle esperienze vissute, elaborate attraverso il filtro della sensibilità, della coscienza, dell'umanità che lo caratterizza e che lo rende diverso in quanto unico e già questa può essere una Verità assoluta...dunque la ricerca della "Verità",  ma non necessariamente vincolata ad una religione o ad un'altra...può essere l'eterna ricerca della fede e dell'amore, della felicità condivisa, qualcosa che appare e scompare continuamente come l'eterna lotta dei poli opposti che Hesse ben descrive...In tutto questo è fondamentale ricordarsi sempre del concetto di Lao Tse: non conta la meta finale ma essere sulla Via, solo così acquisteremo pace e tranquillità. Nulla deve essere vissuto sotto il giogo dell'ossessione e della dipendenza fisica o mentale. E ancora da Castaneda: vi sono molte strade che possiamo percorrere, ma ciò che conta veramente è una sola domanda: quella strada ha un cuore? Se ce l'ha è una buona strada, se non ce l'ha allora non serve a nulla. Dostoyeski nella prefazione alle notti bianche diceva: "mio Dio un solo istante di felicità, è forse poco sia pur per l'intera vita di un uomo?"
A presto Aldo

P.S. Al di là di questo discorso ti faccio i miei complimenti. Il tuo libretto potrebbe essere un compagno di "viaggio" per tutti coloro che cercano una Via. Difficile se non impossibile da comprendere con il raziocinio della ragione, ma certamente illuminante per chi lo legge lasciandosi trasportare dal cuore e dal sentimento. In allegato trovi anche una bella canzone di Guccini, piuttosto rara con le relative parole. Ascoltala. 

Ti cito Baudelaire in Corrispondenze

La natura è un tempio ove pilastri viventi
lasciano sfuggire a tratti confuse parole
l'uomo vi attraversa foreste di simboli
che lo osservano con sguardo a lui familiare
Come lunghi echi che da lungi si confondono
in una misteriosa e profonda unità
vasta come la notte e il chiarore del giorno
colori, profumi e suoni si rispondono

* * *




*Quando si riceve un regalo così bello, il primo desiderio è di condividerlo col mondo.

7 commenti:

  1. Questa me la voglio ricordare come un'opera d'arte!
    Grazie fratellone mio, ieri mi hai commosso!
    non ce la faccio a tenerla tutta per me...
    è una Gioia Grande!

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  2. Bella, bella. Tuo fratello è un vero romantico :-)

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  3. Averceli, un paio di fratelli cosi'...

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  4. grazie cari, non so perchè avevo scritto 6 aprile...
    ci vediamo talmente poco, lui fa il geologo e spesso viaggia per lavoro.
    è stato in posti bellissimi dai quali porta a casa foto splendide con cui allestisce filmati o calendari...
    quest'anno è stato in Scozia, sulle tracce di James McRory Smith...affascinante :-)

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  5. aggiungo la lunghissima canzone di Guccini, non la conoscevo:

    Francesco Guccini - LA CANZONE

    La canzone è una penna e un foglio
    così fragili fra queste dita,
    è quel che non è, è l'erba voglio
    ma può essere complessa come la vita.
    La canzone è una vaga farfalla
    che vola via nell'aria leggera,
    una macchia azzurra, una rosa gialla,
    un respiro di vento la sera,
    una lucciola accesa in un prato,
    un sospiro fatto di niente
    ma qualche volta se ti ha afferrato
    ti rimane per sempre in mente
    e la scrive gente quasi normale
    ma con l'anima come un bambino
    che ogni tanto si mette le ali
    e con le parole gioca a rimpiattino.

    La canzone è una stella filante
    che qualche volta diventa cometa
    una meteora di fuoco bruciante
    però impalpabile come la seta.
    La canzone può aprirti il cuore
    con la ragione o col sentimento
    fatta di pane, vino, sudore
    lunga una vita, lunga un momento.
    Si può cantare a voce sguaiata
    quando sei in branco, per allegria
    o la sussurri appena accennata
    se ti circonda la malinconia
    e ti ricorda quel canto muto
    la donna che ha fatto innamorare
    le vite che tu non hai vissuto
    e quella che tu vuoi dimenticare.

    La canzone è una scatola magica
    spesso riempita di cose futili
    ma se la intessi d'ironia tragica
    ti spazza via i ritornelli inutili;
    è un manifesto che puoi riempire
    con cose e facce da raccontare
    esili vite da rivestire
    e storie minime da ripagare
    fatta con sette note essenziali
    e quattro accordi cuciti in croce
    sopra chitarre più che normali
    ed una voce che non è voce
    ma con carambola lessicale
    può essere un prisma di rifrazione
    cristallo e pietra filosofale
    svettante in aria come un falcone.

    Perché può nascere da un male oscuro
    che è difficile diagnosticare
    fra il passato appesa e il futuro,
    lì presente e pronta a scappare
    e la canzone diventa un sasso
    lama, martello, una polveriera
    che a volte morde e colpisce basso
    e a volte sventola come bandiera.
    La urli allora un giorno di rabbia
    la getti in faccia a chi non ti piace
    un grimaldello che apre ogni gabbia
    pronta ad irridere chi canta e tace.
    Però alla fine è fatta di fumo
    veste la stoffa delle illusioni,
    nebbie, ricordi, pena, profumo:
    son tutto questo le mie canzoni

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  6. ho ricevuto una splendida notizia, domani pubblico la locandina!
    questo è il mio momento, come ha detto una persona a me molto cara...

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