venerdì 26 aprile 2013

Piccole considerazioni sulla paura

Da piccola ricordo che non sopportavo la luce, quella accesa in anticamera, dove mia madre sostava un tempo lunghissimo. Per prendere sonno esigevo il buio completo, ma allo stesso tempo lo temevo.
Allora mi alzavo, in punta di piedi, e percorrevo il corridoio fino a raggiungere la luce, e la figura madre seduta allo scrittoio. Volevo raccogliermi sul suo grembo per prepararmi al sonno, per poi farmi inghiottire dai sogni. E sulle sue ginocchia sconfiggevo la paura, abbandonando ogni resistenza, e il pianto,
che la pura mi serrava nelle viscere.




La paura è una canaglia
striscia, silenziosamente
e paralizza ogni canale.
Il tremore prende piede, si espande
raggiunge le estremità degli arti, 
si accorpa alla sfera emotiva,
a cui sfugge ogni controllo.
Allora la barriera non è più
la ragione
ma un corpo senza scudo,
che come un mare aperto
si ritira.


8 commenti:

  1. "La paura è un contagio. Osservava Alain che la maggior parte dei pericoli spaventano poco, se non li vediamo riflessi in un volto, e che quasi nessuno di noi resiste a un moto di terrore panico." Ceronetti - Il silenzio del corpo
    (Anche se i tuoi versi richiamano maggiormente un horror vacui tracimante)

    A.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. hai proprio colto nel segno!
      la paura del vuoto è qualcosa che mi accompagna dalla nascita, solo ora riesco a rendermene conto...
      Sempre interessanti le letture che si trasformano in analisi.

      Elimina
  2. Io mi "riscontro" assai restio a dare voce alla paura, o alle paure. Mi sembrerebbe di dare loro "cittadinanza" mentre il mio desiderio è sempre quello di sloggiarle al più presto. Non che voglia accreditarmi una posa da "coraggioso": ammetto l'occorrenza (con variabilità imperscrutabili) delle comuni ansie esistenziali "di sottofondo", ed anche una forte reazione emotiva ai pericoli improvvisi, direi che questa volontà di rimozione si collega all'esigenza di non lagnarmi, di non cercare commiserazione (e, il meno possibile, aiuto) e dunque a qualche sorta di "orgoglio" virile che in qualche modo mi abita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. l'orgoglio virile...certo bisogna tenere conto anche di questo, come può un uomo forte e coraggioso lagnarsi di fronte al pubblico?
      io credo che è proprio da qui che nascono i conflitti interiori e le ...come chiamarle? debolezze infantili.
      certe paure, come quella verso gli insetti, non sono da nascondere o da sottovalutare, ogni cosa ha una sua spiegazione, ma se continua a rimanere segreta, nel profondo del nostro inconscio a galleggiare, come potremo far luce sulle nostre paure?

      la paura di stare in casa da soli, da cosa nasce?
      perchè alcune persone hanno paura di stare nella folla?
      sono tanti gli interrogativi...
      e io ora mi domando:
      quanto le mie paure hanno influito e possono influire sul mio rapporto con gli altri?
      perchè noi non siamo veramente liberi finchè una paura, anche se piccola, ci abita.

      Elimina
    2. Sembri sperare in una liberazione totale attraverso esplicazioni semplici, ma potrebbe darsi che quelle stesse paure diano sostanza alla tua ricerca poetica, rendendola ineluttabile piuttosto che uno svago opzionale, modulando la tua sensibilità. E dunque siano da ascoltare piuttosto che reprimere.

      Elimina
    3. carissimo, io non voglio reprimerle,
      voglio liberarle.

      sono ben cosciente del fatto che le paure hanno sempre una causa e questa causa se non viene rimossa può creare radicamenti che non permettono la conoscenza dei nostri limiti...io credo che parlarne, metterle alla luce, liberarle, possa aiutarci a conoscerci.
      e comunque sono un bagaglio importante perchè, come dici tu, sono ormai talmente radicate che fanno parte, a tutti gli effetti, della nostra personalità.
      è normale avvertirne i segnali nella poesia dal momento che la poesia è l'attimo che unisce ogni nostra sensazione all'intelletto per creare un'intimità che è solo nostra ma si fa collettiva nel momento in cui si scopre.

      prendere coscienza delle paure, questo è importante...

      ciao Elio!

      Elimina
  3. BUH!

    paura eh?
    -------------------
    ero rimasto affascinato da ragazzino ad Ettore, (più non fuggo, oh Pelide), mi sembrava che questa "fuga", racchiudesse tutto il senso della paura, e da ragazzino, il pensare di fuggire, correre attorno alle mura tre volte, mi sembrava forma (sostanza) e misura di come la paura sia logica e sensata.

    naturalmente ora, oltre me stesso, non temo nulla....

    una buona settimana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. le paure sono più legate alla sfera dell'infanzia, è vero...con la maturità si tende ad anestetizzarle, si vorrebbe addirittura reciderle...non so se questa violenza sia giusta.

      ora sono tutta presa dalle bellissime parole di mio fratello, ieri sera avrei voluto immortalarle.
      la memoria è importante.

      ciao carissimo Michele, una buona domenica a te!

      Elimina