mentre i miei quaderni riposano
come il riso Venere, che cuoce lento
sulla stufa in ghisa
- il sole sta infiammando la mia pelle
mentre leggo, sul balcone, la lucina di Moresco -
e gli interrogativi si interpongono
a strati, come le melanzane appena affettate,
sottili, nell'iperspazio che li unisce, che ci unisce.
Hai descritto un bambino perfetto
e un tempo, fuori dal tempo, dove i gesti tornano essenziali,
le domande, spiegazioni di un silenzio primordiale
che popola i nostri fantasmi.
Dietro il miraggio, non c'è la morte,
ma una rinascita.
Mi sento rabbrividire di nuovo
mentre cammino ai bordi del bosco,
e sussurro tra i denti principi
e pensieri diversi.
Il mio corpo attraversa un cambiamento
che ripiega sulla mente.
Tende a racchiudere
nei limiti la vista
a sfocarla, qualche volta.
è l'immobile farfalla che sul muro
è rimasta intrappolata.
credo sia importante ricercare l'armonia, e mi sembra tu ci stia riuscendo
RispondiEliminala sento molto nelle mie corde (così si dice, vero?), non saprei come altro esprimere che mi sono congeniali immagini e pensiero.
RispondiEliminaciao
un abbraccio di mente ed anima.
cri
Belle, sì.
RispondiEliminaTrovo emblematica l'immagine della montagna ( grandezza, salita, fatica, meta) fra la prima poesia e la seconda c'è una differenza così madornale da ridurre a un niente la stessa differenza, si avverte, a pelle...provando quasi un brivido, l'intenzione di quel cambiamento che ancora è incerto.
RispondiEliminaE' molto bella questa immagine d'immenso che fuoriesce da entrambi i lavori...leggendo, camminando e cucinando...che bel percorso.
Un sorriso t.t.
Grazie di cuore per la vostra presenza, faccio tesoro delle vostre considerazioni, per me è una forma di ... arricchimento e affetto, crescita.
RispondiEliminaun grande abbraccio!
Bellissimo questo testo.
RispondiEliminaStefano
grazie Stefano, tutto merito dell'ispirazione...
Eliminadi questi tempi però preferisco leggere...ho trovato dei libri eccezionali!