3.
e tu non dirla la
parola,
che ti basti
pensarla nella veglia
e poi la notte
viverne la lenta sillabazione
fino alla mancanza
di respiro
quando il fiato si
fa parossismo dell’ala
per un volo che
scende in picchiata
la vertigine del
primo sonno
e ultimo
quel respiro l’ho
udito
e ho visto quella
maschera che dobbiamo indossare
nel quando di quel
dove
si beve la feccia
dell’ultimità
mi si dica come fare
perché davvero non
saprei
rivolgere (a quale
lui o a quale lei)
la dolce preghiera
dell’assenza,
richiesta d’oblio
perenne, e cecità che salvi
un barlume di
umanissima pietà
per chi reca sulle
spalle il dovere
di non più essere
quel grumo
di fiato e terra che
sorride al vento
4.
i due che lì, o
altrove, stanno e stanno
e nello stare non
sai come, la memoria
resta, vapore che
addormenta nell’insonnia
e ubbidisce al
destino delle cose che finiscono
e finiranno, prima,
dopo, finiranno
ed io con loro:
apparso e poi scomparso
“c’è questa follia
che non sormonti”
mi dice con severità
il filosofo
mentre il mistero
semplice prevale
e nel silenzio si
assorbe ogni dolore
5.
è dunque una tomba
la memoria, vana
senza
l’irraggiamento di una lapide
con lo specchio di
un volto sorridente
che ora c’è, non
c’è, dipende
dagli occhi che la
guardano, distanza
della stella più
lontana, lassù
quaggiù, ma nessun
dove nessun quando, più
ci danno
riferimento, un luogo
che non sia vanità
di mente, non dura:
luce che si
disperde, voce oscura
7.
oh la fatica di
compilare elenchi
di tracce vissute
tanto tempo fa
quando un profumo e
un sorriso
ci inventavano la
lunga giornata estiva
sulla riva del
miraggio, luce d’agosto
spezzata dai raggi
della bici
insieme con l’ombra
minacciosa
il futuro non conta
le vittime,
le fa, ed è quel sé
che non saremo mai
abbastanza: una
musica troppo facile,
metrica e prosodia,
lessico d’anni ingenui,
coltivazione della
polvere dei fiori
e disegni di
costellazioni inventate
lì per lì dalla
passione d’un momento
oh la fatica,
l’enigma degli angeli
scesi dal campanile
in veste di do diesis
per una melodia che
segna il termine
del viaggio alla
farfalla (ma lei, e lui
insieme dentro e
fuori quella casa
ricca di avvenimenti
impercepiti
dall’immediata
aderenza al divenire)
pochi ma essenziali
nutrimenti
all’anima perduta
con un salto di gazzella
per evitare trappole
di colpa e redenzione
(ma loro no, blanda
mestizia dei fedeli
per il quieto
indomenicarsi d’esistenza
nel gregge che va,
rassegnato, alla chiamata).
Pochi ma essenziali nutrimenti ...
RispondiEliminami attraggono gli autori sacri e tetri, alla Gianmario Lucini e alla David Maria Turoldo
abitanti di una Dimora che ospita il silenzio.
leggerezza e pesantezza si bilanciano ...
leicht und schwer amici della sera...
RispondiEliminaaffinché la bilancia sia in pari, però, occorre tempo ed esperienza. Talvolta il gioco riesce, talaltra no. Essere Mozart...
Mozart improvvisava ...;-)
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