Sono state dette cose bellissime, e per non perderne alcune, mi impegno a riassumere umilmente come ho visto e vissuto l'evento, con grande emozione, ancora...
Ci saranno state circa una quarantina di persone, compresi i familiari, i colleghi, qualche bellanese tra cui il sindaco Roberto Santalucia e la moglie, e naturalmente, noi.
Dietro il grande tavolo teca, le presentazioni d'obbligo: Il poeta e critico Gianmario Lucini alla mia sinistra affiancato da Fiammetta Giugni, alla mia destra Ivan Fedeli, e appena più in là, la mia cara e bravissima collega cantautrice e chitarrista Sara Velardo (che tanto mi ha ricordato Giorgia e Paola Turci :-)
Ma veniamo all'introduzione, la voce passa subito a Fiammetta, che apre la soglia del sentire attraverso alcune mie poesie scelte da lei, tra cui quella che, a suo dire, avrebbe voluto scrivere lei e chiunque, quella che spiega la scrittura, lo stare dietro al foglio, la fatica e lo schianto.
Ha parlato anche della sua professione di medico veterinario, che la porta a contatto con ciò che è animale e naturale...con la nascita e la morte. Poi, con i suoi toni pacati e deliziosi, ha esaltato la bellezza ricordandomi la rosa, esortandomi a leggerla...e così ho fatto, con grande trepidazione e gioia.
Dopo un breve intermezzo musicale di Sara, ha letto una sua poesia, tratta da esercizi di sottrazione del suo ultimo: Per un'architettura del sè: il guaritore porta una ferita (che poi trascriverò insieme alle altre dal momento che Gianmario mi ha fatto dono dei loro splendidi libri).
Passiamo a Gianmario, è stato come al solito ineccepibile nella sua esposizione, ha detto che ho trovato uno stile, una via...ha ricordato la struttura del poema, la ricercatezza degli elementi in esso presenti, l'emotività che mi caratterizza e che per lui è fonte di rarità, quasi fosse una virtù.
Dopo l'intermezzo di Sara, ha letto dal suo ultimo: Canto dei bambini perduti, Poesia del cuore minuscolo, che tanto ha commosso mia figlia.
Veniamo ora al nostro Fedeli, squisitamente gentile e prodigo di complimenti, che ha spiegato il titolo iniziale che portava il nome di un fiore e il suo profumo: Olea fragrans rubra (poi cambiato da Gianmario in Rapsodia in rosso), accostandolo alla digitale purpurea del Pascoli, evocando l'erotismo che spesso compare nei miei testi, la sensualità del fiore e la sua completezza, la sua perfezione.
Ha parlato di questo canto che è una rapsodia, epica nel suo manifestarsi, poi mi ha spronato a leggere...devo ancora imparare a farlo bene, mi frega sempre una certa timidezza.
Ivan ha aggiunto parecchie cose che mi hanno emozionato e lusingato, ha detto che oltre al dolore che compare in certi brani, c'è una gioia che si ispira all'armonia, qualcosa di estatico e puro, un respiro che fa parte del mio mondo ma che si rende universale al cospetto del mondo.
Poi ha letto una poesia dal suo ultimo: A bassa voce, dedicata a suo figlio Riccardo, La nascita meravigliosa.
I miei complimenti vanno anche a Giacomo Andreola, marito di Fiammetta, che al premio Fortini ha realizzato un video meraviglioso (me lo ha regalato) e che anche in questa giornata ha immortalato la bellezza.
Grazie amici miei, della bellissima serata, ci rivedremo a Milano, in data non ancora stabilita, e io vi abbraccio forte!
(Affresco dell'Angelo, XIII secolo)
Chiesa di San Nicolao, 24 maggio 2013
VII
Il guaritore porta una ferita
il bravo guaritore porta una ferita
(ho fatto nascere tanti animali
il silenzio del premito
squarciava la stalla
le mie mani di veterinario
volevano farsi invisibili
volevo essere
solo l'ala intelligente
dell'angelo del parto)
Tratto da: Per un'architettura del Sè, Fiammetta Giugni
* * *
Poesia del cuore minuscolo
Ho un cuore minuscolo e mondi
sbozzati appena e mani
di cielo e sogni
ancora antelucani;
non mi vedesti, mai, trasfigurare
impercettibile segno e luce
mai, nel pudore di Dio
che nel sorriso dell'alba mi avvolgeva?
Io sono l'arancia selvatica
che splende sul ramo più alto
e tu non la vedi.
Sono un piccolo nome che si affaccia
al solstizio dell'estate ed eco
dell'Eden perduto.
Dove sono i tuoi occhi?
Dove sta la tua bocca?
In quella profonda voragine
fruga l'avidità delle tue mani?
Sono l'arancia più rossa
che brilla nel sole del tramonto
quel raggio di sole sul ramo più alto
e tu, occhio morto e respiro di pietra,
neppure la vedi...
Tratto da: Canto dei bambini perduti, di Gianmario Lucini, con immagini spettacolari dell'artista Giacomo Cuttone
* * *
La nascita meravigliosa
Un segreto tra noi, come se nascere
non fosse un'attesa ma quella forza
che rimuove il buio senza esitare,
così tu quando scoprirai che il cielo
è profondità, spazio del tuo sguardo
che lo misura, tutto nel silenzio
mentre ora stai in un pugnetto di cose
e spingi volteggiando col tuo mezzo
chilo di peso, o immaginando gli occhi,
la forma del naso, le orecchie a sventola,
anche il numero di scarpe a vent'anni,
dopo la gioia di un bacio rubato.
*
(Dirti adesso cos'è la poesia,
pensandotiuna costola, una parte
in parte mia o trattenerti protetto
dalle cose, in attesa di un tuo balzo
sul dorso verde di una prateria?).
Tratto da: A bassa voce, di Ivan Fedeli, dedicata a Riccardo
* * *
(così sarà impossibile dimenticarvi)