Sono rimasti i poeti a parlarci degli elementi di natura come luoghi d’amore: acqua, aria, fuoco, terra, e luce, “luce del tuo respiro”, “luce dentro gli occhi”, e scintillio (della schiuma dell’onda, ma anche del pensiero “che penetra il fiore”). Fin dalla prima raccolta di Bariffi (“Aria di lago”, 2006), l’osservazione e fin quasi l’immedesimazione col dato naturale rappresenta, anche soltanto ad un rapido sguardo, la cifra specifica del suo immaginario; con la seconda raccolta (“Rapsodia in rosso”, 2013) e soprattutto con la terza (“Geografia dell’altrove”, 2016) questa costante tematica s’approfondisce, s’interiorizza e s’addensa in complessi movimenti di parola e di pensiero, volti sempre più a scandagliare l’intima risoluzione, sua e non assimilabile ad altre esperienze, di quell’osservare, di quell’immedesimarsi originari.
A
conferma di questo tratto tematico specifico, in questa breve silloge – arricchita
dalle tavole del grafico bolognese Alberto Cini, che utilizza un segno
essenziale e preciso per riconsegnare visivamente congiunture tematiche ed
emotive ben presenti nel testo – Bariffi ci comunica
subito, in esergo, il campo privilegiato entro il quale si muove il suo
immaginario: “lussuria liquida sugli zigomi del mondo”.
Gianmarco Pinciroli
E', appunto, l'immagine della rosa, mi sembra, a dare la
centralità tematica di questi testi – Le rose le rose ancora le rose
/ lussuria liquida sugli zigomi del mondo – con tutte le varianti della sostanza effimera del Fiore: –
Risucchia ogni bene / bellezza di un pensiero / che penetra il fiore –, e del
trascolorare del Rosa e del Bianco nelle albe e nei tramonti.
Sebastiano Aglieco
Tutto questo desiderio avviene proprio perché la brama di
vivere affonda le sue radici nel timore ancestrale dell'incompletato, del non
più possibile. L'eros che in queste poesie si palesa, è il movimento delle cose
verso le altre cose a loro somiglianti. Per non morire del tutto, per sentirsi
parte dello stesso procedere di ogni sostanza verso lo splendore e l'oblio: – Vena
pulsante / nervo scoperto / mio mare interno / oscuro come la verità – .
Le
immagini di Alberto Cini suggeriscono, poi, regalando al testo un'indicazione
di percorso ulteriore, un'escursione verso il favoloso, la sottrazione del
colore, un'Alice un po' perduta nella sua “altra” lingua.
Sebastiano Aglieco
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