La scrittura non
la si può provocare, essa cova sotto la pelle come un
dèmone, nutrendosi di ogni debolezza, di ogni rinuncia, di
ogni lacerante cambiamento.
Invocarla non è sufficiente. La sua manifestazione avviene solamente quando ci trova disarmati e consapevoli.
Invocarla non è sufficiente. La sua manifestazione avviene solamente quando ci trova disarmati e consapevoli.
La scrittura si può provocare quando
l’ascolto dei sensi si eleva alla massima potenza.
Allora ogni emozione cristallizza,
nell’erosione del segno.
Carla, 1 marzo 2015
Carla, 1 marzo 2015
Forse
sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del
presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempi esistono in qualche
modo nell'animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il
presente del presente la visione, il presente del futuro l'attesa.
Agostino,
Le confessioni, XI
* * *
“La vita è un flusso continuo che noi
cerchiamo di arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e
fuori di noi”.
“Le forme in cui cerchiamo d’arrestare,
di fissare in noi questo flusso continuo, sono concetti, sono gli ideali a cui
vorremmo serbarci coerenti, tutte le finzioni che ci creiamo, le condizioni, lo
stato in cui tendiamo stabilirci.
Ma dentro noi stessi, … il flusso
continua, indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti che noi imponiamo”
ed “il flusso della vita è di tutti”.
ed “il flusso della vita è di tutti”.
tratto dal saggio: "L'umorismo" di Pirandello.
Tema ripreso dalla filosofia di Bergson
secondo cui l’universo è in continuo divenire, soggetto ad un’evoluzione
creatrice, per cui contemporaneamente resta sé stesso e cambia.
* * *
Non può esserci
per Bergson, né coscienza né tempo interiore senza memoria, di conseguenza
“coscienza significa memoria. Essa non è un ricordo: se quest’ultimo è solo una
selezione inconsapevole tra le esperienze passate, di quella che ci è più utile
per il momento contingente, la memoria, invece, è il risultato dell’intera
storia dell’individuo.
Scrive infatti
Bergson in: “L’evoluzione creatrice”:
“ che siamo, che cos’è il nostro carattere, se non la
sintesi della storia che abbiamo vissuto fin dalla nascita?
* * *
Bergson, accanto alla memoria osservabile empiricamente nel fenomeno del ricordo, affermò l’esistenza di una memoria pura.
La memoria quindi non è un flusso che dal presente porta al passato, ma è attualizzazione del passato che impronta di sè il presente.
L’aspetto qualitativo è la vera fotografia della nostra percezione del tempo.
RispondiEliminaPiù che concetti son preconcetti.
RispondiEliminaForme e ideali che ci hanno dato, senza magari neanche conoscerli davvero.
Gli unici concetti veri sono, appunto, concepiti nell' animo, senza Bergson.
Tipo non limitarsi a contars delle simultaneità e magari a ogni scatto ricordare gli scatti prima.. ma cercare di ricordare lo scatto dopo
RispondiEliminail momento oscillatorio delle lancette scandisce il presente ma il tempo senza la memoria non è contemplabile così come un tempo senza la speranza ...secondo sant'Agostino i tempi erano tre...c'è un bellissimo enunciato che li spiega, ma ora non lo trovo :-)
EliminaSecondo Einstein c'è tutto il tempo insieme
Eliminaho trovato la *Distensio animi* di Sant'Agostino ...
Eliminauna meraviglia!
tutto il tempo insieme non ci può stare perchè la nostra sensibilità è in continuo mutamento e la realtà ha una rigorosa struttura del tempo.
la libertà dal tempo esiste solo quando la materia si libera ossia, quando raggiungiamo l'eternità con la morte.
Credo che la scrittura sia fortemente legata alla solitudine.
RispondiEliminaIl flusso della vita dipende da noi, da quanto siamo capaci di riconoscerne il vero valore prima che sia troppo tardi e il sole tramonti.
La misurazione del tempo visto da un orologio ci permette di accedere al tempo presente, le lancette ne misurano per forza la durata, escludendo il passato che è irrecuperabile e il futuro che è indeterminato.
Un caro saluto Carla
Tiziana
Sulla misurazione del tempo mi riferisco al pensiero di Heidegger
Eliminail passato è irrecuperabile quando lo dimentichiamo.
Eliminala memoria è senza tempo, mi viene da dire, e qui c'entra la metafisica ...(c'è un saggio di Bergson al riguardo, si intitola: introduzione alla metafisica).
in quanto al legame tra solitudine e scrittura, è decisamente necessario anche per me, anche se a volte è l'urgenza a prevalere ...
mi è capitato di avere in mente un verso preciso per una poesia e a quel punto, se non trovassi immediatamente una penna, lo perderei.
ciao Tiziana :-)
Credo non si debba confondere la memoria con il passato: il passato non può più avere lo spazio temporale già consumato, è passato non può più -essere-, la memoria è altra cosa e cambia, cambia e mente continuamente, ergo: il passato è irrecuperabile, la memoria labile e visionaria, si traduce solo come la tua mente lo desidera e nel corso degli anni seguiterà a modificarne i ricordi.
EliminaNon conosco Bergson, confronto interessante, la tua poesia mi piace
Buon tutto Carla
mia cara Tiziana, che bella riflessione ...
Eliminami fai ricordare che esiste una memoria pura e una memoria organica...tutto rientra sempre nella sfera delle percezioni e le percezioi sono collocate in un tempo di cui il passato fa parte.
come vedi c'è sempre un nesso tra tutte le cose ...
la memoria mente, scrivi
ma allora anche chi ricorda mente.
grazie a te per gli spunti interessanti!
ho messo la poesia in prosa come mi ha consigliato Sebastiano Aglieco e ho aggiunto il nome di Pirandello all'estratto dal trattato L'umorismo.
aggiungo anche che la meravigliosa opera che ho scelto per rappresentare questo post è la splendida raffigurazione del Tempo di Emilio Merlina.
Un passo da Deleuze... stai compiendo una evoluzione creatrice.
RispondiEliminaciao mia cara, una buona quasi primavera.
conosco poco Deleuze, illuminami!:-)
Eliminabuon inizio di primavera anche a te, Michele,
ieri il mandorlo nel giardino dei miei stava fiorendo ...
Bella poesia. Molto interessante questo: l'essere disarmati favorisce la scrittura.
RispondiEliminaUn abbraccio
Daniele
Grazie Daniele, mi fa tanto piacere tu abbia colto una parte fondamentale del mio pensiero ...
Eliminal'abbandono completo alla parola che emerge (che è poi l'urgenza dello scrivere, una sorta di illuminazione).
Ma dovrei correggere un particolare che si rivela nell'incipit:
non è vero che la scrittura non si può provocare.
mi hai fatto ricordare che ho scritto poesie provocate dalla rabbia ...e non solo.
i sensi giocano un ruolo primario nella composizione di una poesia.
Ricambio l'abbraccio, ciao Daniele!