Dov'è, la bellezza del poeta?
Il poeta non si mostra, giostra
le parole come fossero asteroidi
collocandole e togliendole
sbriciolandole.
A volte riescono ad infilarsi
nel più oscuro pertugio
strappando un’incisione
- liberandone lo spazio -
*
Frinire di cicale
a luglio
nel sole che arde
lacrime e vuoto.
*
Lamponi
inaccessibili tra i rovi
osservano osservo osservarmi
la mia fame.
*
Infierisce, l’angelo bastardo
recide ogni mio segno, saluto, sguardo
mi recide come un’ascia
sul cordone ombelicale.
*
Sangue del mio sangue
sangue chiama.
Ti guardo
ma l’occhio rifugge
l’occhio che sa.
il paesaggio visto dal mio balcone ...
RispondiEliminai tuoi frutti, i tuoi succhi poetici
RispondiEliminagrazie Massimo, troppo buono ...
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