mercoledì 27 agosto 2014

Ex ternum






Dov'è, la bellezza del poeta?

Il poeta non si mostra, giostra

le parole come fossero asteroidi

collocandole e togliendole

sbriciolandole.


A volte riescono ad infilarsi

nel più oscuro pertugio

strappando un’incisione

- liberandone lo spazio -

*

Frinire di cicale

a luglio

nel sole che arde

lacrime e vuoto.

*

Lamponi

inaccessibili tra i rovi

osservano osservo osservarmi

la mia fame.

*

Infierisce, l’angelo bastardo

recide ogni mio segno, saluto, sguardo

mi recide come un’ascia

sul cordone ombelicale.

*

Sangue del mio sangue

sangue chiama.

Ti guardo

ma l’occhio rifugge

l’occhio che sa.






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