domenica 7 aprile 2013

Rapsodia in rosso: una lettura di Stefano Re

Rapsodia in rosso
L’ultima prova di Carla Bariffi è un poema ben fatto, costruito con impegno e serietà poetica.
Non c’è spontaneità d’ispirazione, c’è piuttosto il lavoro del poeta che dall’ispirazione trova gli elementi poetici per trasformare l’intuizione in un’opera d’arte. Qui ogni verso dà ragione al significante, qui il ritmo condiziona le scelte dell’autrice, qui la poesia si veste di quello che viene sapientemente chiamato: labor lime. Qui c’è poesia.
“Rapsodia in rosso”, per i tipi di CFR Edizioni, è un libro da leggere, un poema che si sviluppa su più registri.
Ivan Fedeli, nell’ottima e chiara prefazione, parla di due codici, quello poetico e quello della speculazione filosofica. Io ne aggiungerei un terzo, quello della passionalità. Ma di quella passionalità che, partendo dall’etimologia, ostenta sopportazione sofferenza e per estensione martirio. Qui la poesia sanguina, soffre nella scelta di una terminologia che superando la speculazione filosofica trova sfogo nella contemplazione, spesso ferina, della natura, tanto che la stessa poesia si tinge di rosso, di quel rosso che per Kandinskij risveglia in noi l’emozione del dolore. Ed è necessaria, per Bariffi, la grazia. La natura, ma anche l’uomo, come “tessuto di nodi”, ha bisogno della grazia per redimersi, per ritrovare quella pace atavica e primordiale. Dice Bariffi: “La grazia/ conosce la trama del fiore/ nel petalo rosa il mio rosa/ nel rosso che goccia il mio sangue/ la spina che spingi/ e lo sai” (pagina 36).
E’ un poema che si concentra sulla continuità dialettica, è come se l’autrice rendesse testimonianza di un vissuto che spesso le sfugge. Si abbarbica al ricordo e a quell’evento (ma non sappiamo qual è)che per evocazione rimanda il tutto al rischio della dissolvenza: “I funerali si susseguono/ prima della festa patronale/ come persecuzione di ombre/ l’incessante movimento del tempo/ è una mano che sbatte e rigira/ le nostre vite come bandiere al vento” (pagina 16)
Ed è in quest’assorbimento della sofferenza della natura, che l’Autrice propone la sua possibilità, una delle possibilità percorribili, ossia la possibilità dell’isolamento: “L’isolamento/ è condizione preliminare/ per ascoltare ogni vibrazione./ La legge del cosmo è rigore” (pagina 42), ma subito sente la necessità di rivolgersi a qualcosa di trascendente, sente la necessità di Dio, riconoscendogli il dominio della natura stessa, ma anche l’abbandono di ogni creaturalità: “E’ il silenzio/ che domina il pianeta/ non la musica o il canto/”il suono in senso pieno”/ ma il silenzio – sterminato – di Dio” (pagina25).
E dentro questo vortice di emozioni, speculazioni e abbandoni, ecco in sottofondo l’eros, la forza generatrice, il gesto che unisce per moltiplicare: “Lungo l’epidìdimo/ attraverso l’erogena zona/ che divide il cratere dal vulcano./ Nel Perinèo,/ abbandono il disegno delle labbra./ Perigonio, all’apice del fiore/ il tepalo trasmesso per scissione/ lo scarto – epidurale del pistillo/ che genera con-tatto” (pagine 23 e 24).

Un libro che va letto, meditato e gustato in tutta la sua bellezza.

12 commenti:

  1. Anche questa una bella recensione. Un saluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Elio caro, sto vivendo un bel momento, e mi sembra giusto rendervi partecipe il mondo, il mio piccolo mondo intero!:-)
      a maggio probabilmente farò la presentazione in occasione della fiera dei piccoli editori, quando la comunicazione sarà ufficiale da parte del comune vi farò partecipi...intanto mi godo le letture critiche da parte degli amici che credo sia un piacere, prima che un dovere, stilare...

      a presto!

      Elimina
  2. Risposte
    1. Bella perchè nulla toglie all'altrettanto bella presentazione di Ivan Fedeli!
      sono lusingata, grazie :-)

      Mi piace l'accostamento al rosso di Wassilj Kandinskij e ai Pensieri diversi di Ludwig Wittgenstein ...
      Sono un'inguaribile intellettuale innamorata dello spirito che dimora nell'arte sotto ogni sua forma.

      Elimina
  3. Pensieri (quelli di Ludovico) che sono poi notazioni incise, impromptu del e sul linguaggio, piccoli lampeggiamenti a cui è stata data un'organicità a posteriori. Amo i libri che nascono in questo modo, che sembrano casuali. Detto questo, casuale o meno, non mi dispiacerebbe leggere la tua vendemmia interiore.

    A.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. :-) non dirmi che anche tu sei interessato a recensire il mio libro!
      se fosse così scriverò al mio editore di spedirtelo, mi farebbe tantissimo piacere anche una tua...vendemmia al riguardo :-)

      Riguardo a Ludovico,
      condividere la buona letteratura la trovo una cosa irresistibile...

      Elimina
  4. Interessante recensione Carla e sono felice per il periodo proficuo.
    Un abbraccio
    D.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Daniele, è ciò che auguro anche a te e alla tua arte!

      a presto :-)

      Elimina
  5. Mi piacerebbe leggerlo e comunicarti la mia impressione (sono così schiavo della brevità che lo recensirei con una frase ;-) ).

    A.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. lasciami il tuo indirizzo allora, vedrò di fartelo avere!

      Elimina
  6. Troppo buona Carla, se hai una mail da lasciare ti scrivo il mio indirizzo.
    ;-)

    A.

    RispondiElimina
  7. sono curiosissima di conoscere le tue impressioni, Simone!
    :-)

    RispondiElimina