“è tutto nella mente che poi muore.”
Giuliano Mesa
Tagli - erosione – tessuto
dissipata materia, distanza
impermanenza delle cose
- essere presenti e morbidi –
il culto dell'abissale aseità del soggetto.
La gnosi ha molte facce.
*
Gli spari in lontananza
segnano una morte.
Tra queste mura
la mia paura
diventa rifugio.
*
La flebo è stata staccata
il nutrimento, interrotto
lei giace nel suo corpo atrofizzato
e trasparente.
Trova ancora la forza
di sfilarsi le calze,
appallottolarle ai bordi del letto.
Non esiste il pudore
sul letto di morte -
Nei suoi occhi ancora accesi
solo consapevolezza
e una resistenza cosmica.
*
Quando l'uomo accetta
la sua condizione di mortale
riscopre l'essenziale in ogni cosa
(Gli dei sono infelici).
*
La finitudine
negli oggetti non esiste
perché essi si animano continuamente
sotto il nostro sguardo.
*
Senza un contesto
e senza gli oggetti che lo abitano
l'uomo deve affrontare sé stesso.
L'identità
spaventa.
*
Cos'è
l'ordine?
L'ordine è una disciplina
appartiene a chi sa tenersi testa.
Spaventa davvero diventare Dei? Pensiamo all'eternità come un infinito precario quotidiano, questo sì che spaventa, ma la vita come eterna bellezza, infinito amore, umorismo, creazione? Me lo chiedo... nei miei momenti di grazia.
RispondiEliminastavo giusto scrivendo che il titolo è azzardato
RispondiEliminama ho voluto sperimentare, nella prima poesia...
si tratta di "creazione" in un certo senso...
solo io so da dove ho attinto
Gli dei hanno poteri invidiabili
ma la morte è il riposo assoluto
non so cosa invidiare di più
però i momenti di grazia, sono la cosa più bella del mondo :-)
la memoria registra ciò che percepiamo con i nostri sensi, pensiero compreso.
RispondiEliminamentre ciò di cui è fatta la nostra coscienza, è intangibile, invisibile.
l'io, attraversando il tempo e lo spazio, in cui la sua forma di carne e ossa continuamente muta, continua a riconoscersi nella sua quiddità, al di là dei cambiamenti materiali e del continuo disfarsi e rinnovarsi biologico.
bei versi, molto ispiratori.
ciao
Grazie Cristina, anche il tuo commento è decisamente riflessivo ...
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