“Per
tutti l’incubo della guerra
non
si disfaceva mai nei risvegli, e i pensieri
non
erano mai così distanti dai sogni.”
Apro
così la lettura di “Latitudini delle braccia” di Nino Iacovella, un titolo che
già di per sé delinea la capacità delle braccia di accogliere il mondo, di
proteggerlo, di difenderlo se necessario.
La
memoria viene a galla per tracciare passi di un percorso che attraversa il
tempo
Il tempo ci fa rielaborare il lutto,
di quando da bambini all'imbrunire
tornavamo a sfidare la paura
sulla soglia di una rupe
di quando da bambini all'imbrunire
tornavamo a sfidare la paura
sulla soglia di una rupe
Un
viaggio nel passato attraversato dalla guerra lungo il tracciato storico della
memoria di un padre, lungo le braccia che lo accompagnano sempre, per difesa o
protezione, sempre protagoniste nella lotta e nel dolore, per custodire le
immagini. (scatti di polaroid).
Dalla prospettiva delle case crollate
non c'è via di scampo,
una dispersione di volti
e braccia, un freddo
che avvicina a Dio.
Gianpiero
Neri paragona alle opere del Goya certi scenari della sua poesia dove il campo
di battaglia è messo in primo piano, e commenta con una sintesi perfetta la
bellezza del poema, dando luce a quegli occhi che tanto hanno appreso dal
dolore della guerra, dal coraggio delle madri ma anche dalla loro mancanza.
Alessandra Paganardi non è da meno, con la sua accurata prefazione accosta la poesia di Nino ai
chiaro scuri del Caravaggio per l’atmosfera nitida che sanno evocare, ma anche
Escher fa il suo ingresso, l’inganno di Escher lo nomina Iacovella nella poesia
di pag. 105, dove le scale mobili fanno da isolante alla freneticità dell’ambiente
caotico dei centri commerciali, dove la massa diventa parte del paesaggio e
l’uomo ingranaggio di un sistema.
Da: Food for the ants
“Seems like the ants love me, why they do?”
Yuppie flu
Ma le parole di saluto sono inceppate
tra il rollio della scala mobile
e il reparto delle giostre per l’infanzia
dove il gioco del braccio meccanico
è come un monito per i peluche,
una presa che oscilla nel vuoto,
una forza sgraziata che non sa stringere
(Ipermercato, dicembre pag. 88).
* * *
Iacovella ha il
merito dello slancio narrativo, della sintesi poetica incisiva, descrivendo e
scavando in modo magistrale fin nel luogo del male, come ben si può rilevare
dalla lettura di: Gastroscopia (pag. 73)
Annusa la
voragine, sceglie il percorso
a testa in giù,
passando l’esofago
sonda ciò che è
interno
il luogo del
male
poi sfocia tra
le parti acide, si tuffa
così vicino al
muscolo del cuore
Ecco, ora il
medico può osservare
in quel magma la
consistenza del dolore
il su e giù tra
la bocca dello stomaco
e il nodo alla
gola
Ma il referto è
quello
non c’è verso di
scansare quel pugno chiuso
all’altezza del
diaframma
La pancia è un
ring: i colpi
i montanti sotto
lo sterno
tolgono il
fiato,
le notti senza
sonno
poggiato allo
schienale del letto
come un pugile
stai giù con la testa
ti rannicchi
all'angolo
* * *
Qui il poeta si
dimostra specialista della descrizione, esamina, sonda i meccanismi del male,
li misura con il bisturi della ragione.
È interessante
notare, nei suoi componimenti, la mancanza di punteggiatura alla fine di ogni
poesia e alla fine di ogni verso. Solo le virgole si fanno spazio e lo spazio
si fa pausa dove è necessario respirare…è una scelta tecnica che delinea sicurezza
nella stesura, apertura verso altro spazio da compilare.
A
volte torno quel bambino che piange
quando
si spegne la luce,
e
rivedo mia madre nel dubbio:
avrà
fatto bene a non nascondermi la paura
a
farmi vedere l’oscurità, il buco nero del corridoio
dove
tutti sappiamo bene che il lupo
spalanca
ancora le sue fauci
* * *
*La poesia non può cambiare l’ordine
del dolore*
del dolore*
ho messo poche poesie di Nino perchè si possono trovare già in siti come Rebstein, Vialepsius e Miolive. Consiglio comunque di leggerle nel libro, perchè è nell'intimità che rilasciano l'atmosfera giusta, quella che ci avvicina alla sofferenza, alla condizione umana quando attraversa simili contesti.
RispondiEliminaquando si dice "di spessore"
RispondiEliminagrazie Carla, per la sensibilità e i doni che ci fai
le cose fatte con la generosità del cuore sono sempre le più appaganti.
Eliminagrazie Massimo!
Splendido articolo, ponderato, sensibile e completo; trovo ottimo anche l'apparato iconografico. Grazie, Carla.
RispondiEliminaGrazie a te, mio caro Antonio...avrei potuto scrivere di più ma per una sorta di, come definirla? definizione di critica che si matura con l'esperienza, non ci sono riuscita.
Eliminasono comunque soddisfatta per aver focalizzato i punti forti di Nino.
lui descrive ad arte i processi di un chirurgo.
Grazie Carla per aver dedicato questo bel post alla poesia di Latitudini.
RispondiEliminaUn saluto e un abbraccio a te e ad Antonio che si è affacciato dalle tue parti. Nino
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RispondiEliminaprego, mio caro Nino!
Eliminaricambio l'abbraccio ad entrambi :-)