Aghrio spathi i glossa
pou honete stin malakì triha
- agapi pedioù -
mazevi kathe kalò san
stin grothià i ghy
ohi pià ameni.
Spada feroce la lingua
che affonda nel tenero pelo
- amore d'infante -
risucchia ogni bene come
nel pugno la terra
non più smarrita.
.
.
Sensuale, panico versificare.
RispondiElimina(Kavafis in gonnella)
;-)
Ciao Carla
A.
Che bel complimento!
EliminaGrazie Arthur :-)
Ora cerco una bella immagine da inserire al centro...
*La suonatrice* di Camille Claudel mi sembra appropriata...
RispondiEliminaLa grazia del suono che si contrappone alla forza nel pugno creando armonia.
Mi rammenta la celebre Siringa in una Fuga, drammatica e leziosa al contempo, dal dio Pan.
RispondiElimina;-)
mi faresti un veloce riassuntino del titolo in questione? non mi va di andare a sbirciare su google, e sono sempre molto curiosa in merito alle rammentazioni...
EliminaCiao Arthur!:-)
E' il mito della ninfa Siringa, lo trovi nelle Metamorfosi di Ovidio (sono libere dissociazioni/corrispondenze della mia mente)
RispondiEliminaCiao Carla ;-)
Grazie Arthur, per questa associazione di immagini e scrittura, Le metamorfosi di Ovidio l'ho portato alla casa in montagna, è troppo bello ritirarmi lassù e poter scegliere tra le più belle opere.
Eliminaè la mia piccola Babele!
:-)