martedì 13 settembre 2016

Raccoglimento nell'ombra



L’attimo è fugace
come l’ombra
vista da una seduta.
Veste il monte per metà.
L’altra, in un attimo
si svela.

*

 La medicazione continua
fino al riassorbimento
del derma.
Quando visibile sarà
la cicatrice
ci ricorderemo.


*

 Ricordare è una partecipazione
all’angoscia dell’essere.


*

Il mastello è appeso
(finalmente).
Contiene un geranio
rosso come il bianco
candore di un organo.


*


Girovagare per casa
con un martello in mano
il chiodo in ferro
da infliggere nel muro.
Il tempo non esiste
esiste la disposizione
degli spazi e della mente.

*

Facciamo i conti
con la nostra solitudine
quando possiamo permettercelo.
Magari mentre stiamo stirando
lenzuola fresche di bucato
e ci infiliamo nelle pieghe
spianandole per distendere l’ordine
(un ordine costituito)
facendo attenzione alle pieghe
che poi si riformano.


*

 Questo clima
è favorevole ai gatti.
Le cicale addestrano l’aria
al canto
e la casa vibra
di una natura fertile.
La micia nera allatta il suo gattino bianco
ed è felice.


*

Il lampione
si accende nel sole.
Il vento
disperde le briciole
appena seccate.
È musica il silenzio
nell’attimo che vola.
I muri sono braccia.

*

 Cambiare registro
auscultare l’”altro”.
La materia prima
deriva dal pane
dal figlio e dal padre.
La madre
veste altri riti.

*

 Arriva il riverbero
a chi sa accettare
l’ombra.

*

Addentare un panino
ripieno di coppa e melanzane
fritte in pastella, dorate
sul porfido caldo di sole
nell’angolo quieto.
La pietra assolata in penombra
disegna il piacere.


*

Con quanta grazia
il gatto gioca
stuzzicando la lucertola morente.
Con discrezione
si dilegua alla ricerca
di sempre nuove prede.
A me il compito
di rimuovere il corpo.
Così accade con la scrittura.
Il gioco si misura
con la morte e con la sete.

Nessun commento:

Posta un commento