Mi cercano nel paesaggio. Io sono uscita
morta diffusa: creo la quiete tra le tempie
mentre pellegrino scalza
nell'ombelico madre.
Chiedono se la mia voce esiste
o canta il linguaggio dei pesci
dove sono in che cosa si è trasformata
la radice dell'io.
Da animale a vegetale a minerale in pane.
Qui al campo base la voce non è necessaria
pensiamo zitti la montagna
come un triangolo madre
dentro cui entrare
poi non pensiamo più:
succede che il corpo rumina da solo
slacciando le tempie
si accende il fuoco da solo controlla
i nodi del rosario nelle corde
scalda e rallenta il respiro
tra la tessitura del sangue e l'oriente esce
e dorme
prendo la neve con la lingua e scrivo nel bianco
tanto per far ridere ma è preghiera
e la preghiera è un arco:
sain victoire e il monte fuji
mi appaiono contemporaneamente
tra i tanti fili del mio tappeto
uno è il rosso che lo rende volatile
questa notte la luna accende le neviere
colme e abbaglianti
aprono la luce dentro la mia tenda e sul valico
nel mio cuore profondo
il mio amore suona.
[da: Solo dieci pani, Anna Maria Farabbi, Ed. LietoColle]
nella Sua poesia mi identifico, nel suo fiato che è prana che è rampa
RispondiEliminaproviene dalla terra profonda e si eleva alla Grazia.
Questa per me è la Signora Poesia.
La *Magnifica bestia*!:-)
come darti torto.. :)
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