lunedì 26 agosto 2013

Giochi linguistici (libertà e potere della scrittura)

Giochi linguistici
e giochi psicologici
la scrittura non ha sesso
se la osservi dal di fuori
se la scavi, invece,
mostra la doppiezza
così che, se tu ti fingi
mostri l'individuo altro.





"L'analisi dev'essere oggettiva, rigorosa, neutrale."

Michel Foucault


* * *

Per il critico che è in noi stessi, questa deve essere una regola fondamentale.
il mestiere di critico è un'invenzione, siamo tutti, potenzialmente, dei critici!


*


Rileggendo il mio commento in calce potrei sembrare riduttiva nei confronti di queste imponenti figure, ma ho sempre avuto uno spirito provocatorio nei confronti delle sviscerazioni emotive...

si parla tanto del mestiere di critico come se fosse il più difficile...ma una cosa è certa...il critico migliore è quello che non elogia continuamente!
io finora leggo solo critiche positive, come mai?



A tal proposito voglio aggiungere un fatto.
mia figlia ventenne ha appena finito di leggere: la lucina di Moresco.
il suo parere è stato negativo, dice che non ha niente a che vedere con "il piccolo principe" a cui è stato paragonato nell'introduzione...l'ha trovato ripetitivo...
non le ha lasciato alcun segno!



Meraviglia delle differenze...

.

13 commenti:

  1. non è Pessoa che mi ha ispirato...
    piuttosto la consapevolezza che non solo Foucault la pensa così, con la storia del bisturi...
    ogni cosa forte ha bisogno della sua soggettività, è naturale, è una selezione naturale
    Wittgenstein invece la prendeva con più filosofia
    naturale, lui non era un dottore, era un pensatore.

    e io mi diverto!:-)

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  2. A me pare che il critico nasca la dove muore il creatore. La fissazione di regole, di leggi, di canoni, può avvenire solo ex post. Il creatore per essere tale deve superare canoni già fissati e ormai non più corrispondenti alla propria epoca, a ciò che di nuovo c'è da dire, al nuovo modo di dirlo, per formarne di nuovi. La forma nuova si "forma formandosi" (non è prefissata). Si possono dare due figure in qualsiasi ambito culturale e anche nella stessa persona: il critico e il creatore. Il primo è conservatore, il secondo innovatore. La mia preferenza va al secondo che è per natura esploratore, sa che ogni forma è precaria.
    Il critico spesso è un creatore stanco o un creatore che vuole dettare legge (fare scuola o avere una giustificazione di ciò che crea) o una persona refrattaria alla creazione.
    Daniele

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    1. questo tuo ragionamento mi piace tantissimo Daniele, la separazione che hai fatto esiste...è sempre esistita...mi riporti alle letture di Hermann Hesse
      ...Narciso e Boccadoro, allo spirito libero dell'artista contrapposto a quello riservato e mistico del pensatore, aggiungendo però una terza figura, quella del mediatore stanco.

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  3. Bella la foto. Parrebbe "una tigre" sui tetti.

    dottoressa in italiano: -parrebbe una tigre sui tetti- è corretto?

    un salutone e una buona settimana.

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    1. io avrei usato: sembrerebbe
      ma in questo caso il significato non cambia
      tigre è e tigre rimane! ;-)

      ricambio il salutone

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  4. Torno ad aggiungere qualche riga per evitare fraintendimenti e aggiungere qualche sfumatura di significato.
    Affermo che la critica in ogni caso è necessario, utile e spesso anche forbito, lavoro ermeneutico di scrittura sulle opere passate. L'interpretazione è creativa qui: vale il principio cardine dell'ermeneutica: comprendere l'autore e i suoi scritti meglio di quanto possa aver fatto o possa fare lui.
    La critica intesa come critica letteraria poi è necessaria e può pretendere, certo, ad una certa oggettività, stabilendo criteri con cui valutare un oggetto artistico. Il problema è comprendere fino a che punto siano oggettivi, come si articolino tra di loro, se siano criteri intrinseci o estrinseci, e così via. Bisogna che la critica abbia la consapevolezza che è pericoloso dare definizioni in questo campo. Pericolo che molti ignorano e spesso anche in malafade. Da qui la mia diffidenza.
    La critica intesa come auto-critica, invece, è utile, ma non può pretendere certo ad oggettività.
    Ecco ciò che prima volevo esprimere e che ho detto in modo un po' impreciso.
    Un caro saluto
    D.

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    1. Dici bene citando l’ermeneutica, parola greca che riporta all’arte e alla sua interpretazione…
      Io però ci tenevo a sottolineare come l’uomo, la creatura vivente, l’essere ontologico, ha in sé la capacità di poter essere e poter improvvisare qualsiasi formazione linguistica nel senso che, con un minimo di preparazione che l’esperienza e la lettura contribuiscono ad arricchire, può arrivare a formulare una critica personalizzata senza bisogno di scomodare una cattedra!
      Il mio ragionamento sta a significare che l’individuo, molto spesso, non sa di possedere questa potenzialità…è come lo scrittore improvvisato che per affinare la sua scrittura deve allenarsi a leggere e a interpretare i segni. Poi alla fine gli viene naturale.
      Quando mi capita di aprire un libro che ricevo non vado subito a leggermi la prefazione o la postfazione…potrebbero condizionare il mio pensiero, perché quando si legge, accade che si formino dei rimandi che collegano il nostro pensiero alla lettura creando connessioni mentali legati alla nostra esperienza e all’emotività del momento.
      È un processo delicato che è giusto maturi senza interferenze…
      Il così detto critico (mediatore stanco:-) non deve influenzarci.

      Sulla questione della responsabilità sono d’accordissimo, la vera critica deve sapersi assumere le proprie responsabilità, e per farlo deve attenersi rigorosamente a certi canoni predisposti dal contesto culturale in cui viene valutata un’opera.

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  5. Io credo che anche la scrittura abbia sesso.
    Stefano

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    1. anche io lo credo, però credo anche che sia possibile non farlo trapelare.

      chiaro che un libro come "il canto delle manère" di Mauro Corona poteva averlo scritto solo lui!
      ;-)

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  6. ..sì, il sesso delle parole sta dentro le righe, mai nella loro superficie, seppur superbabente "articolata"..

    bello tornare a leggerti, un bacio.
    m.

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  7. "meraviglia delle differenze"!

    ecco, basta questo.
    ma è tutto molto molto interessante.
    grazie
    cri

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  8. i confronti nascono prima di tutto dalle differenze, e qui mi piace valutare fino a che punto credere alle proprie impressioni e fino a che punto lasciarsi influenzare dalle altre.

    (e qui ci si riallaccia alla tanto faticata figura del: critico senza riserve).

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  9. “Oscar Wilde - Il critico artista” (2007)
    Traduzione di Marco Vignolo Gargini

    http://lexmat.blogspot.it/2013/09/marco-vignolo-gargini.html

    E' una chicca ed è tradotta da un orgoglio nazionale.

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