Chissà quali occhi
scrutano
al
di là di ciò che puoi vedere
e ti accompagnano
- cieco senza nome e senza cane
dietro un buio di cemento - ci perdiamo
notte siamo
senza occhi che rischiarano.
C'è un piacere nel sapere
nel sentire le parole
penetrare nella fibra
diluite o rese dense
da quel gioco voluttuoso
che ci abita e manovra
C'è un sapere nel piacere
che in sordina ti sorprende.
Lo schermo è vuoto di parole
m'incanto sopra un punto
sfocato vaga inerme dentro un corpo
anonimo come il pensiero
acuminato e freddo
diviene arco che risucchia
lembi molli all'apparenza
La resistenza il tarlo che mi rode
e m'imprigiona tra pareti spesse
Capire non è arrendersi, è accettare
l'umana condizione che non sgarra
Ma il mio è un binario morto
e non ho freni –
Rumore di passi
sull'acciottolato
sorprendono il buio...
ho gli occhi malati
e l'aria gelata li desta.
Vorrei nel tuo verbo sostare
guardarmi dalla tua fronte
scoprire quell'onta che
il margine sfiora.
Così minuscoli siamo
e brevi
nel suono perentorio di campane
in lontananza...
Qualcosa ci unisce
nella sera che accarezza
l'anta aperta sul cortile.
Eco
Può bastare un'eco
nel buio una voce
a rievocare un viso
La frase cancellata ma
presente
Un petalo di mandorlo
sono vecchie poesie pubblicate su Poiein , mi andava di portarle quì
RispondiEliminasotto ci ho messo una bella foto di Michele Aer...mi piace perchè in lontananza distinguo la sagoma di una balena...
così minuscoli siamo... una piccola perfezione..
RispondiEliminacome le formiche...siamo come le formiche anche se ci sentiamo leoni o falchi o balene...
Eliminaperò ben venga questa metamorfosi illusoria, a volte è necessaria, per sopravvivere.
io ci vedo una sirena..
RispondiEliminain realtà è solo un ammasso di cemento.
Eliminac'è qualche lucciola a volte...e forse è ambiguo il piacere del sapere, ma. appunto è un piacere...e il tarlo ci imprigiona...forse può aiutarci solo una conoscenza senza parole....
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