Immaginiamo che questa sia una lavagna:
in alto scrivo: Schema del concetto di immaginazione secondo la mia visuale:
Partiamo da Platone, che ne pose la sede nel fegato, e la concepì come indipendente dalla sensibilità.
Aristotele, al contrario, la concepì come facoltà mediatrice tra sensi e intelletto; funzionale alla conoscenza, essa prosegue l'attività dei sensi quando l'oggetto è assente.
Per Plotino invece, l'immaginazione forma le immagini generali che aiutano l'intelletto a risalire dalle sensazioni ai concetti; ponendola non solo come una facoltà dell'uomo ma come un momento dell'essere.
Questo è fondamentale per la sua importanza, soprattutto durante la malattia, poichè ci permette di evadere dal corpo malato così come da un corpo sano.
In Giordano Bruno si lega alla mnemonica come capacità di evocare le affinità profonde tra le idee.
Kant addirittura ne distinse due; un'immaginazione riproduttiva, cioè capace di raffigurare oggetti già intuiti e una produttiva, cioè la facoltà delle intuizioni pure: spazio e tempo in una stessa dimensione. (i ricordi hanno questa prerogativa).
Nella "Critica del giudizio" egli vide nell'immaginazione la facoltà che, assieme a ragione e intelletto, dà luogo alle esperienze estetiche del bello e del sublime.
Nel romanticismo la dottrina dell'immaginazione fu sviluppata da Friedrich von Schlegel, secondo il quale essa riassume in sè tutta l'attività produttiva dell'uomo.
Kant addirittura ne distinse due; un'immaginazione riproduttiva, cioè capace di raffigurare oggetti già intuiti e una produttiva, cioè la facoltà delle intuizioni pure: spazio e tempo in una stessa dimensione. (i ricordi hanno questa prerogativa).
Nella "Critica del giudizio" egli vide nell'immaginazione la facoltà che, assieme a ragione e intelletto, dà luogo alle esperienze estetiche del bello e del sublime.
Nel romanticismo la dottrina dell'immaginazione fu sviluppata da Friedrich von Schlegel, secondo il quale essa riassume in sè tutta l'attività produttiva dell'uomo.
Ecco, io concordo con questa visione; noi, l'uomo, è essenzialmente il frutto della sua esperienza immaginata e vissuta. e accostandomi anche a Bachelard, (ma anche al mio beneamato Vico) concentrando l'attenzione sull'immaginario si può ritrovare l'insieme dei miti e dei simboli onirici che portano alla creazione poetica.
Quando si scrivono delle recensioni, ad esempio, è necessario ascoltare e immaginare quella parte nascosta di esperienza che traspira dal testo e farla nostra, occorre immaginare quel *momento dell'essere*.
Ecco perchè è importante l'immaginazione, essa ci appartiene come un'anima.
Ed allora andiamo ad esplorarla quell'"anima"...
RispondiEliminanon fermiamoci alla soglia, apriamo la porta e frughiamo nella "casa".
(hem, stasera è in versione horror)
esplorare l'anima è un'altra cosa difficile...
Eliminaperò possiamo aprire la finestra e osservare, questo si!
(non ti riesce per niente la versione horror, hem :-))
difficile intervenire su concetti così importanti, e "difficili"
RispondiEliminami limito a dare il mio contributo in questo senso:
per me l'immaginazione è la misura della nostra libertà
ciao Carla
:-)
bella definizione Massimo, anche se contenere l'immaginazione in una misura mi sembra costrittiva per il fatto che la misura implica sempre un limite alle cose.
Eliminala libertà invece è immisurabile.
l'immaginazione trascende ogni misura mi sembra più congruo al concetto che voglio focalizzare...
ciao :-)
Immaginazione, intuizione, ragione, sentimento, anima, una girandola di etichette che ogni epoca pretende di saper scrivere più elegantemente, ed appiccicare con maggior precisione. Ma cosa sono mai queste parole, le nuvole dei loro significati e le loro cangianti e precarie confederazioni in concetti? Strutturazioni astratte operanti sull'ordine delle migliaia che dovrebbero "modellare" l'ineffabile organizzazione emergente da un gioco sull'ordine dei miliardi di miliardi di miliardi, abissi di complessità incorporate dal corso degli eoni. Una pretesa disperata: sul letto di morte è ovvio che ne sapremo poco più di quando abbiamo iniziato a guardare il mondo. Oh certo, accumuliamo un'enorme "raccolta di francobolli" ma la fisionomia che ci proiettiamo sopra è largamente arbitraria, è semplicemente "quel che viene". In questo senso, il fegato di Platone va più che bene.
RispondiEliminaHo certo...sul letto di morte non avremo bisogno neppure delle tasche sai....saremo nudi e crudi al sole!
Eliminaa me piace lo stesso disquisire su argomenti del genere, mi piace la libertà di pensiero e l'interpretazione libera di questa immaginazione di cui abbiamo il privilegio di godere senza alcun limite a parte la pagina.
se a te va bene il fegato di Platone a Gaio può andar bene il cerchio del Giambattista!
;-)
ciao Elio!
..posso dimenticarmi di respirare...
RispondiEliminama non posso dimenticarmi di "vedere"..
bacio fonte inesauribile di stimoli e parole...
m.
e allora goditi la splendida foto di Bachelard e la metafisica dipinta di Magritte!
Elimina:-)
tornerò ancora a leggere.. ciao..
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